La biblioteca degli Intronati presenta un ciclo di incontri con alcune fra le voci italiane più autorevoli nel dibattito sulla tutela, la gestione, la valorizzazione e la salvaguardia dell’ingente patrimonio culturale nazionale, alla luce anche delle recenti novità legislative al riguardo.
Le questioni della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale suscitano un interesse sempre più notevole. Molti i casi che hanno fatto discutere o creato allarme. Sulle innovazioni istituzionali e organizzative necessarie è utile un confronto che prenda in esame criticamente quanto si sta facendo e quanto viene proposto. Siena è particolarmente coinvolta in temi che fanno tutt’uno con la sua identità e con le prospettive di uno sviluppo che dia un risalto decisivo a programmi talvolta presentati in termini retorici o generici. La Biblioteca comunale degli Intronati con questo breve ciclo di conversazioni vuole offrire spunti di aggiornamento e di riflessione che contribuiscano a fornire gli elementi essenziali – storici, legislativi, scientifici, politici – di un dibattito rivolto agli addetti ai lavori e a quanti desiderano agire con feconda conoscenza di esperienze, ricerche e programmi.
Il quarto incontro, intitolato “Privati del patrimonio”, si terrà martedì 3 novembre alle ore 17 presso la Sala Storica della Biblioteca, con il professor Tomaso Montanari, ordinario di Storia dell’Arte Moderna presso l’Università degli studi di Napoli “Federico II”, nonchè editorialista del “Il Fatto Quotidiano”. Nel 2013 ha ricevuto l’onorificenza di Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana per il suo “impegno a difesa del nostro patrimonio”.
L’incontro prenderà le mosse dal titolo del suo ultimo libro omonimo uscito per Einaudi nel 2015: “Sono vent’anni che, in Italia, la politica del patrimonio culturale si avvita sulla diatriba pubblico-privato: brillantemente risolta socializzando le perdite (rappresentate da un patrimonio in rovina materiale e morale) e privatizzando gli utili, in un contesto in cui le fondazioni (bancarie e non) hanno finito per sostituire gli amministratori eletti, drenando denaro pubblico per costruire consenso (e clientele) privati. Ma cosa ha significato, in concreto, la “valorizzazione” (o meglio, la privatizzazione) del patrimonio? Quali sono la storia e i numeri di questa economia parassitaria, che non crea lavoro dignitoso e cresce intrecciata ai poteri locali e all’accademia più disponibile? Ed è proprio vero che questa è la strada seguita nei grandi paesi occidentali? Privati del patrimonio risponde a queste e a molte altre domande. E spiega perché non dobbiamo distruggere il modello di governo pubblico dei beni culturali basato sul sistema delle soprintendenze: un modello che va invece rafforzato e messo in condizione di funzionare, perché è l’unico che consente al patrimonio di svolgere la sua funzione costituzionale. La soluzione non è sperare che i privati facciano l’interesse pubblico, ma ricordare che lo Stato siamo noi. E agire di conseguenza.”.
Il calendario dei prossimi incontri
Mercoledì 11 novembre, ore 17.00 – Sala storica, Biblioteca degli Intronati
Fabio Donato Università di Ferrara Patrimonio culturale vivo
Lunedì 16 novembre, ore 17.00 – Accademia degli Intronati, Palazzo Patrizi, v. di Città 75
Salvatore Settis Scuola Normale Superiore di Pisa Diritto alla cultura e tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico
Eccetto l’incontro del 16/11, tutti gli altri si svolgeranno presso la Sala Storica della Biblioteca in Via della Sapienza, 5. L’ingresso è libero e la cittadinanza è invitata a partecipare.