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ECONOMIA, COMMERCIO e FINANZA

SEL Siena: ”Lo Stato entri subito nell’azionariato MPS. Rimozione dell’attuale management ed eventuale commissariamento”

14 Febbraio 20154 minuti di lettura
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Così l’inizio di una nota di SEL Siena.

“La perdita di quasi 5,5 miliardi – prosegue SEL – ha superato ogni più nera previsione e senza le operazioni straordinarie e/o fiscali la perdita sarebbe stata ancora più grande.
Da molte parti si chiede perché, dopo tante perdite (quasi 15 miliardi in 4 anni) e tanti aumenti di capitale, gli amministratori della banca sono sempre lì, addirittura pronti a “sacrificarsi” per un altro triennio.

Il perché è presto detto; l’attuale vertice di Monte Paschi sta realizzando il suo duplice obiettivo: l’assottigliamento dell’attivo della banca (il denominatore dell’indice CET1) più grande del depauperamento del suo patrimonio (numeratore dell’indice) in maniera tale da centrare sia l’obiettivo di rimanere dentro i parametri europei, sia l’obiettivo di rendere molto contendibile la banca di Siena , pronta da servire su un piatto d’argento a gruppi di speculatori “coraggiosi” o a fondi di investimento o la cessione a prezzi di svalutazione ad un grande gruppo bancario estero.

Dopo le malefatte del precedente management che ancora deve essere condannato e che ha portato al disastro la banca, anche il nuovo management con alla testa Profumo e Viola ha fallito completamente la sua missione con una gestione disastrosa sia sotto il profilo della redditività che della patrimonializzazione.

L’annunciato ingresso del Tesoro nell’azionariato della banca – continua Sinistra Ecologia e Libertà – non è una scelta del Tesoro e del governo, è una scelta della banca. Già l’anno scorso è accaduto, ma una quota dell’aumento di capitale (350 milioni) fu destinata al riacquisto di quelle azioni. Quest’anno la banca non vuole varare un aumento di capitale troppo grande, per diversi motivi, tra cui, forse, anche quello di consentire alla Fondazione di partecipare più facilmente all’aumento di capitale.

Ricordiamo che quello di giovedì è solo un annuncio e che il governo al momento non sembra intenzionato a “salvare “ la nostra banca senese , mentre è gia intervenuto nei confronti di Banca Etruria ai vertici della quale c’è anche il padre del ministro Boschi di fatto salvandola con il commissariamento

Per questo è necessario oggi richiamare l’attenzione di tutti, a partire dalle istituzioni a tutti i livelli e soprattutto dai cittadini e dai lavoratori sul pericolo ormai concreto che la banca si allontani sempre più dal nostro territorio.

Troviamo sorprendenti le dichiarazioni del Presidente della Fondazione che non ha tardato a schierarsi con vertice della banca dimostrando completa subordinazione della fondazione al CDA della banca. Anche il Sindaco non ha una posizione ben definita. Le loro dichiarazioni non sono risposte ai problemi, non sono indicazioni di un possibile percorso, sono risposte mediatiche, buone solo per i titoli dei giornali.

Ma è tutta la politica locale ormai palesemente inadeguata a gestire questa situazione, sia perché culturalmente inadatta, sia perché completamente subalterna alla politica nazionale. D’altra parte il governo nazionale, a sua volta, è troppo spregiudicato e machiavellico per svolgere il suo ruolo in maniera corretta e troppo accondiscendente alle varie lobbies di potere.

Sel Siena è convinta che chi vuole un Monte dei Paschi che mantenga i suoi legami con il territorio, oggi non può che chiedere con forza che il Tesoro ed il Governo entrino davvero nel capitale della banca, in parte capitalizzando i residui Monti bond ed in parte (uno o due miliardi) con capitale fresco, partecipando al prossimo aumento di capitale, ai fini di avviare un percorso di consolidamento finanziario, di individuazione delle responsabilità pregresse, con la rimozione e sostituzione delle posizioni di vertice, che si concluda eventualmente con la restituzione al mercato della società ristrutturata;

Siamo anche convinti che il Monte Paschi ha tutte le condizioni previste all’art. 70 comma 1 del D.L. 01/09/1993 n. 385 (TUB):
– Gravi perdite patrimoniali
– Gravi irregolarità nella gestione dell’istituto
– Gravi violazioni alle disposizioni legislative, amministrative o statutarie
per essere ammessa anche al regime di commissariamento per un anno, massimo 18 mesi (come previsto dalla legge). Durante tale periodo il titolo azionario rimane congelato e quindi sottratto alla speculazione .

Occorre pertanto evitare che il terzo istituto di credito del paese – conclude SEL – sia ceduto a capitali esteri, nell’ovvia considerazione che una banca non è un’impresa come un’altra, perché dalla sua attività può dipendere la possibilità di sviluppo di un sistema economico”.

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