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SELVA

”Le Contrade di Siena raccontate dai Priori”: Selva – FOTOGALLERY

26 Novembre 20128 minuti di lettura
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selva-prioriDSC_9805Il sesto appuntamento con il nostro speciale sulle contrade ci porta a conoscere la Contrada della Selva, insieme al priore di Vallepiatta Francesco Rinaldi.

LA STRUTTURA – L’Onorando ci attende in piazzetta della Selva, davanti all’oratorio. Da una porta laterale entriamo dentro alla sacrestia e il nostro colloquio si svolge proprio all’interno della chiesa della contrada: “La Selva è organizzata secondo il modello utilizzato da molte altre consorelle – racconta Rinaldi – ovvero c’è il priore che è alla testa del seggio, formato da 34 persone, e da varie commissioni di lavoro, che cerchiamo di accrescere in base alle necessità/opportunità che si presentano. L’ultima nata, per esempio, è la commissione solidarietà, che abbiamo fortemente voluto. E’ stata realizzata anche grazie ai preziosi consigli del priore del Nicchio Paolo Neri, con il quale ho un ottimo rapporto, che ci ha aiutato ad impostare le linee guida, sul modello della loro commissione già esistente e guidata dalla brava Ombretta Sanelli, sulle quali noi abbiamo inserito delle varianti. Il seggio della Selva si occupa di tutte le attività consuete, ovvero finanze, economato piccoli ecc. Il mandato dura 2 anni, attualmente c’è una commissione incaricata al rinnovo delle cariche, sia del priore che del capitano. Se verrò rieletto, per me sarà il secondo mandato da priore, arrivato dopo 2 anni in cui sono stato vicario generale”.

IL POPOLO – Una contrada piccola numericamente, ma molto attiva e frequentata come ci racconta Rinaldi: “Siamo uno dei rioni più piccoli, con circa 750-800 protettori. La cosa positiva, però, è che abbiamo un nucleo stabile di circa 200 persone che frequenta la società e che permette alla contrada di andare avanti, grazie a moltissime attività.. Fortunatamente nella Selva non c’e mai un periodo morto e cerchiamo di inserire le tante iniziative dei contradaioli in una logica di coinvolgimento del maggior numero di persone possibile. In questo senso, abbiamo notato che qualcosa si sta muovendo e che c’è una buona predisposizione. Circa 40-50 persone che prima non frequentavano, adesso stanno iniziando a venire in contrada. Da noi non esiste il gruppo donne, ma queste sono un elemento fondamentale della vita della contrada e sono sempre molto attive su tutti i fronti. Il mio Vicario all’Organizzazione, fra l’altro è Gabriella Liccardo, una persona estremamente dinamica che coinvolge tutti in sempre nuove iniziative, mi vengono in mente, per esempio, i mercatini di Natale che organizzeremo il prossimo 1 dicembre nel Vicolo delle Carrozze. Abbiamo anche diversi giovani e piccoli selvaioli ed un gruppo di addetti che li segue costantemente e che è in continua crescita, e stiamo incominciando a pensare di organizzare anche un gruppo di bandieraie, un’attività bella ed importante, che nella Selva ancora manca”. Una contrada attiva ed in continuo movimento, dunque, che sta anche cercando di riportare in vita le abitudini contradaiole di un tempo: “Abbiamo rifatto il caratteristico presepe selvaiolo – racconta Rinaldi – mentre una bella iniziativa che abbiamo ripristinato è la Novena di Natale. Prima vi partecipavano al massimo 5-6 persone, invece da 2 anni l’abbiamo rifondata, cercando di coinvolgere tutti, soprattutto i giovani. In contrada siamo andati alla ricerca di giovani musicisti che hanno coinvolto alcuni loro amici, per lo più della scuola Rinaldo Franci, e grazie alla loro collaborazione abbiamo organizzato 9 serate con pezzi musicali alle quali hanno partecipato molte persone. Personalmente credo molto in queste iniziative perché dobbiamo ridare vita a tutti i processi ed ai ritmi che hanno consentito alla contrada di vivere attraverso i secoli, perché se non diamo forza a queste radici immateriali alla fine la contrada rischia di perdere la propria anima. La Selva vuole rappresentare un elemento dinamico per accrescere la capacità di tutte le contrade di essere elemento vitale per la città. Tutti devono dare un contributo alla rinascita di Siena, soprattutto in questo momento e credo che rinchiudendosi ognuno nel suo, alla fine si rischia di rimanere schiacciati dal contesto. Un’altra lodevole iniziativa, passata forse un po’ sotto traccia, è stata la presentazione del rituale religioso contradaiolo. Insieme al nostro correttore Don Acampa e a quello della Civetta Don Grassini, notammo come mancasse un rituale contradaiolo ufficiale e dopo un lavoro durato 1 anno e mezzo, il 1 dicembre 2011 durante le celebrazioni di Sant’Ansano, è stato presentato il 1° rituale religioso contradaiolo”.

selva-prioriDSC_9786IL MUSEO E L’ORATORIO – Terminata la prima parte della nostra chiacchierata, ci alziamo per visitare l’oratorio e il museo della Selva: “La chiesa in cui ci troviamo risale alla fine del ‘600 – commenta il priore – ed è arrivata ad essere l’oratorio di contrada grazie alla riorganizzazione del Santa Maria della Scala. Ha una struttura a croce greca, proprio come il museo che si trova qui sotto i nostri piedi, ed i suoi affreschi riprendono un tema che è inserito nelle tarsie del pavimento del Duomo, vale a dire quello delle Sibille. E’ una chiesa grande e di ampio respiro, che cerchiamo di curare più possibile e che ha bisogno di manutenzione continua. Nel passato sono stati effettuati interventi grazie alla Banca e alla Fondazione Monte dei Paschi, ma da adesso in poi dovremo trovare nuove modalità e per le contrade medio-piccole diventerà sempre più difficile reperire i finanziamenti necessari. Qui effettuiamo la benedizione del cavallo per il palio, ma organizziamo anche altre iniziative, come la Novena di cui parlavo prima. Una bellissima cerimonia è stata fatta questa estate quando, grazie a Don Enrico Grassini, parroco di Provenzano, abbiamo riportato a casa un ex voto che per la domenica in albis del 1950 le donne della Selva avevano offerto alla Vergine di Provenzano per chiedere la grazia a vittoria di palio che tardava da oramai 30 anni. L’abbiamo ripulita, ristrutturata e riconsacrata, riportandola nella nostra chiesa”. Dall’oratorio prendiamo delle scale interne e scendiamo nel museo della Selva, che prima era la cripta della chiesa. Scendendo, troviamo subito una cosa singolare, ovvero la “sindone” del palio del 16 agosto del 1970, ovvero la contro-immagine che l’olio del dipinto ha lasciato sul vetro della bacheca che conteneva il drappellone: “Il museo ripropone la struttura a croce greca dell’oratorio – dice Rinaldi – e prima qui c’era la società di contrada. Nel 2000 sono terminati i lavori di ristrutturazione, durati circa 7 anni e da società l’abbiamo trasformata in museo. Devo dire che ha un impatto particolarmente suggestivo e molte persone di una certa età sono rimaste legate a questo luogo, che era il cuore della vita contradaiola. Qui vengono fatte le assemblee e le riunioni del seggio. Il museo è organizzato come una grande esposizione in successione storica dei drappelloni vinti. Tra quelli più particolari troviamo il cencio del 1974, da tutti i selvaioli ricordato come il palio della predizione di Don Vittorio (che durante la cena della prova generale aveva annunciato la vittoria della Selva), oppure il drappellone del 1978 con all’interno la terra di piazza. Troviamo, inoltre, le monture di piazza e delle teche con i vecchi zucchini, verbali dell’800 e le monete consegnate dopo ogni vittoria”.

IL TERRITORIO – Terminato il nostro cammino all’interno del’oratorio e del museo, usciamo nuovamente in piazzetta della Selva, passando dalla sala adiacente alla chiesa in cui troviamo gli arredi sacri. “Il cuore pulsante del nostro territorio – prosegue Francesco Rinaldi – è da anni l’asse piazzetta della Selva/Via Vallepiatta. Per molto tempo, difficoltà tecniche ed economiche non ci hanno permesso di sviluppare pienamente l’altro asse di vita territoriale della Selva, vale a dire il Vicolo delle Carrozze.  Nel 2011, dopo 8 anni, siamo riusciti finalmente a fare dei lavori nei locali ex ENEL oggi di nostra proprietà, e li nel futuro contiamo di rafforzare la nostra presenza sociale. Le Carrozze sono un punto di riferimento importante per il rione. Li, infatti, c’è un appartamentino dove si ritrovano i bambini e in futuro speriamo anche le bandieraie, c’è la stalla della Selva e il tabernacolo della contrada. Abbiamo, inoltre, dei progetti per la riorganizzazione degli spazi verdi presenti nel vicolo. In questo senso, abbiamo stipulato un accordo con l’Istituto Agrario di Siena per la creazione di giardini sui terrazzamenti e di un orto a coltivazione biodinamica. Abbiamo un gruppo di 6-7 contradaioli che affianca i ragazzi della scuola aiutandoli in questo progetto. Credo che il recupero del verde urbano sia fondamentale e in questo senso le contrade giocano un ruolo importantissimo. Penso che sarebbe anche opportuno estendere questo tipo di collaborazioni con altre istituzioni cittadine. Ridare vita al territorio è assolutamente necessario, anche attraverso il dialogo con i commercianti e gli abitanti”.

Lunedì prossimo il nostro viaggio proseguirà nell’Imperiale Contrada della Giraffa, dove insieme al priore Laura Dinelli visiteremo il museo, l’oratorio e il territorio del rione di Provenzano.

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Immagini © Giuseppe Pirastru

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