Non sarà certo facile da cucinare perché vicino alle pentole ci sono i professori dell’Oca che sorvegliano i cuochi. E poi come elemento di fondo sento l’appetito della Lupa che ulula per togliersi finalmente la cuffia della nonna. Io incontro spessissimo un cavallaio che vuol restare anonimo che mi dice il vincitore, sarà un caso ma a luglio mi ha sussurrato all’orecchio la parola Mississippi e poi se ne andò con fare misterioso.
Ora l’ho rincontrato e mi ha detto Mississipi (da non confondere, ndr). “E’ una cavalla formidabile” mi ha detto e se ne è andato lasciandomi di stucco. Ci sarà da crederci. Io voglio vedere.
A bocce ferme senza ancora conoscere i nomi dei dieci cavalli da assegnare il colore favorito che affiora è quello del Nicchio, contrada ricca, potente, capace di allungare la mano sull’alto clero dei fantini ivi compreso monsignor Bruschelli sempre in cerca di indossare la berretta cardinalizia con il maggior numero di Palii vinti e sedersi con sua eminenza Andrea Degortes della diocesi di Asciano.
Palio interessante anche per alcune osservazioni fatte da altri fantini dopo il lampante Palio di Luglio. Le imbottiture poste negli angoli della pista di tufo creerebbero un effetto ottico strano e disturberebbero la vista dei cavalli. Qualcuno ha detto che i cavalli sono matti ma ora bisognerebbe pensare che sono anche guerci… e così dopo la storiella del cavallo sordo che udiva soltanto gli urli si sarebbe allargata la lista degli acciacchi.
Per fortuna nessun cavallo è mai stato curato meglio di quelli del Palio e la clinica del Ceppo ce li darà vispi e scalpitanti. Noi piuttosto dobbiamo cominciare a prendere le pillole calmanti per il cuore perché sarà un palio indimenticabile: Aquila, Bruco, Chiocciola, Giraffa, Istrice, Leocorno, Lupa, Nicchio, Pantera, Torre.