Sì amici perché il Palio è sentimento e sorpresa. Il suo segreto è, alla fine, dopo le lacrime di dolore e di gioia un sorriso.
Parliamo di Piaccina, fantino empolese di 72 anni che corse nel Bruco il 2 luglio 1826. Lo avevano scelto, dicono, perché era proprio lui che aveva allenato il cavallo Stornello di Matteo Brendani capitano del Bruco.
Prima di scendere nel campo – prosegue una leggenda – una signora vedova ma ancora piacente gli aveva detto : “Piaccina, se vinci il Palio per noi stasera ti farò felice!. Ed ecco la cronaca come ce la riporta nel suo bel libro Paolo Tertulliano Lombardi.
“La mossa fu assai agra. Il Bruco saltò il canape e il fantino cascò per cui ci fu un lungo trattenimento”.
Nel frattempo Piaccina – tutto pesto – rinuncia a farsi portare in ospedale e poiché gli si era rotta anche la briglia rimedia sfilandosi le stringhe dagli stivaletti ed infilandoli nel morso del cavallo.
Poi rimonta su Stornello. Partì prima l’Aquila, al Casato cadde il Leocorno, poi cominciò a condurre il Nicchio, ma stancò troppo il suo cavallo e così ecco al galoppo Piaccina che al terzo San Martino passa in testa. Una galoppata sfrenata porta lo Stornello, Piaccina e tutti i suoi settantadue anni alla vittoria sul traguardo. “Il fantino del Bruco – dice a conclusione la cronaca -, scansò tutti i congiurati con arte, sebbene vecchio…”
La potremmo chiudere qui, ma la storia pare si concludesse con la famosa notte d’amore con Margherita. Piaccina nonostante i lividi deve essersi comportato bene perché dopo pochi giorni i due annunciarono il loro matrimonio. E il settantaduenne Piaccina ebbe perfino il coraggio di ritornare a correre sul Tufo del Campo. Capite amici, perché nonostante l’età, le cadute, le congiure, il Palio è vita?
Coraggio, anche questo Palio del Luglio 2011 sarà da ricordare tempo permettendo.