Il Consiglio di Amministrazione di Banca Monte dei Paschi di Siena ha esaminato ed approvato oggi, giovedì 4 novembre, i risultati al 30 settembre 2021.
La trimestrale approvata oggi è la terza consecutiva con il segno più. Il risultato netto – indica la banca di Rocca Salimbeni – dopo l’approvazione dei conti da parte del cda presieduto da Patrizia Grieco, è stato di 186 milioni e nei nove mesi di 388 milioni nonostante la contabilizzazione di oneri di sistema per 159 milioni.
L’utile di 388 milioni offre un ritorno sul capitale tangibile pari all’8,9%. Il risultato operativo netto dei 9 mesi si è attestato a 648 milioni, di cui 321 milioni nel terzo trimestre, rappresentando il miglior risultato degli ultimi 6 anni e segnando una decisa inversione di tendenza rispetto alla perdita di 46,4 milioni del 2020.
I ricavi sono saliti del 3% a 2.265 milioni (+6,8% su base pro-forma), con le commissioni in aumento del 6%, grazie anche al collocamento di prodotti di wealth management per oltre 11 miliardi di euro (+35% rispetto ai primi 9 mesi del 2019, pre-covid) mentre il margine di interesse, su base pro-forma, è stabile anno su anno e in crescita del 2,5% sul secondo trimestre 2021. I costi sono calati del 2% anno su anno e del 3,7% trimestre su trimestre nonostante il mancato rinnovo degli accordi sindacali.
Ai risultati ha contributo un costo ordinario del credito a 32 punti base, in linea con il dato ordinario dei 9 mesi 2020 pur in un miglior contesto macroeconomico nonché la ripresa di valore per 131 milioni di euro su due posizioni ritornate performing.
Migliora la qualità del portafoglio creditizio di Mps, che al contempo rafforza i suoi ratio patrimoniali. Al 30 settembre scorso i crediti in bonis classificati stage 2, quelli a maggior rischio di deterioramento, sono scesi del 22% rispetto a dicembre 2020 mentre i crediti deteriorati lordi sono rimasti stabili a 4 miliardi di euro. Anche le moratorie, si legge nella nota sui conti, sono in ulteriore riduzione nel trimestre e in calo dell’80% rispetto al picco del giugno 2020. Aumenta invece il livello di copertura dei crediti deteriorati, in crescita di 3,8 punti percentuali rispetto allo scorso giugno.
Quanto al capitale i livelli di patrimonializzazione sono stati rafforzati grazie agli utili di periodo ed alle azioni di capital management e nonostante gli impatti regolamentari negativi. Il cet1 ratio (transitional) si attesta al 12,8%, con un buffer di 400 punti base rispetto ai requisiti regolamentari e 70 punti base in più rispetto a giugno.
Dopo il fallimento del negoziato tra il Mef e Unicredit il Monte dei Paschi ha avviato una revisione del piano industriale 2022-26 e la revisione “potrebbe contenere ulteriori elementi di discontinuità rispetto a quanto già ipotizzato in vista delle precedenti discussioni con DG Comp”.
La revisione del piano – spiega Mps – “è propedeutica a un aumento di capitale a condizioni di mercato da realizzarsi nel 2022, in relazione al quale, sulla base delle interlocuzioni in corso, è ragionevole attendersi il sostegno del socio di riferimento”.
Il Monte dei Paschi aggiunge che non è più previsto uno shortfall di capitale a fine settembre 2022 e che eventualmente, sulla base di alcune condizioni, potrebbe essercene uno da 500 milioni al primo gennaio 2023.