è necessario quanto prima avviare una riflessione in merito alla situazione di collocazione coatta dei bambini e degli adolescenti.” Così interviene Gabriele Bianchi, consigliere regionale Gruppo Misto “Toscana nel Cuore”.
“Mi sono pervenute molte sollecitazioni in queste settimane da tante famiglie ma anche da pedagogisti, psicologici, sociologi e altri scienziati dell’educazioni, educatori, docenti e maestri.
Un anno di isolamento sociale per bambini e ragazzi nell’età in cui si costruisce la mappa della propria identità sociale è un tempo lunghissimo. Un buco che non potrà più essere colmato, perché quello che si apprende nell’infanzia e nell’adolescenza stando con gli altri o lo si apprende nel momento giusto o sarà difficile recuperare. Non tutti hanno case spaziose con giardino privato non tutti hanno genitori accorti e in grado di provvedere a bisogni che non sia solo quello del pasto, dell’ abbigliamento e dell’igiene personale.
Naturalmente vorrei sottolineare l’impegno, la professionalità e il senso di responsabilità dei dirigenti scolastici e degli insegnanti, che senza progettazione preventiva e spesso senza una opportuna formazione, hanno dovuto trasformare in poche ore il loro sapere in aula nel saper fare telematico.
Alle Istituzioni scolastiche va il mio forte apprezzamento e la gratitudine di un intero paese, perché stanno facendo i salti mortali per dare a bambini e adolescenti un minimo senso di comunità. Ma la scuola non può essere lasciata da sola a colmare tutto questo vuoto. I bambini e gli adolescenti hanno bisogno di vivere con gli altri per apprendere a stare con gli altri; questo è il fondamento della capacità a stare in una collettività e a modulare le proprie emozioni, pulsioni e pensieri in funzione del “noi”.
C’è chi sostiene che i bambini hanno grandi risorse e saranno quelli che risentiranno di meno dell’isolamento. Io non sono d’accordo. Io posso saltare la stagione teatrale di quest’anno, posso rimandare cene con gli amici, posso usare skype o telefono per comunicazioni e perfino per riunioni, ma quello che si apprende nell’infanzia e nell’adolescenza stando con gli altri o lo si apprende nel momento giusto o sarà difficile recuperare.
Se poi penso che l’alternativa all’isolamento sono la TV, giochini sul cellulare o su altri dispositivi, trasmissioni online e videoconferenze, credo che ci ritroveremo tanti bambini e ragazzi teledipendenti dall’online.
Ora, se bisogna isolarsi per evitare e prevenire il contagio da Coronavirus lo facciamo, come in effetti stiamo facendo, ma qualche riflessione su cosa sta accadendo ai bambini e ai ragazzi va assolutamente fatta. Loro sono i cittadini del futuro, il nostro futuro. Sono anche cittadini dell’oggi e i loro diritti vanno tutelati. Per questi motivi io ritengo opportuno che sia urgente e necessario promuovere un confronto istituzionale a fronte di un’attenta analisi di approfondimento educativo e culturale. Approfondimento educativo che propongo venga demandato a tre istituzioni di qualità e prestigio di cui il Consiglio Regionale ha un ruolo rilevante. Il Garante dell’Infanzia e Adolescenz, l’Istituto degli Innocenti e la Fondazione Meyer”.