E’ ritornata l’ora legale: alle 02.00 della scorsa notte le lancette degli orologi sono state spostate avanti di un’ora.
L’ora legale sarà in vigore fino al 25 ottobre, e pone fine al periodo di ora solare, che ci accompagna per cinque mesi invernali, con l’obiettivo di recuperare un’ora di luce in più a fine giornata.
Per effetto dello spostamento delle lancette degli orologi un’ora in avanti, nei prossimi 7 mesi in Italia avremo benefici per il sistema. Benefici che nel 2019, secondo quanto rilevato da Terna – la società che gestisce la rete elettrica nazionale – hanno determinato un risparmio pari a 505 milioni di kWh (quanto il consumo medio annuo di elettricità di circa 190 mila famiglie), un valore corrispondente a minori emissioni di CO2 in atmosfera per 250 mila tonnellate e a un risparmio economico pari a circa 100 milioni di euro. Il beneficio nel 2020 potrà tuttavia essere influenzato dalla riduzione dei consumi registrata in questo periodo di chiusura delle attività per effetto dell’emergenza sanitaria da Covid-19.
Complessivamente, dal 2004 al 2019 il minor consumo di elettricità per l’Italia dovuto all’ora legale è stato di circa 9,6 miliardi di kilowattora (quantitativo equivalente alla richiesta di energia elettrica annua di una regione come la Sardegna) e ha comportato in termini economici un risparmio per i cittadini di oltre 1 miliardo e 650 milioni di euro.
Nel periodo primavera-estate i mesi che segnano il maggior risparmio energetico sono aprile e ottobre. Spostando in avanti le lancette di un’ora si ritarda l’uso della luce artificiale in un momento in cui le attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento. Nei mesi estivi l’effetto ‘ritardo’ nell’accensione delle lampadine si colloca nelle ore serali, quando le attività lavorative sono per lo più terminate e fa registrare valori meno evidenti in termini di risparmio elettrico.
La storia
La genesi dell’ora legale affonda le proprie radici nel Settecento. Il primo a teorizzarla fu Benjamin Franklin ma l’idea non ebbe però grande seguito anche perché, all’epoca, i risparmi sarebbero stati relativamente bassi. Oltre un secolo dopo, nel 1907, l’idea venne ripresa dal britannico William Willet, e questa volta trovò seguaci: nel 1916 la Camera dei Comuni di Londra diede il via libera al British Summer Time, che implicava lo spostamento delle lancette un’ora avanti in estate. In Italia l’ora legale è stata adottata per la prima volta nel 1916 e rimase in vigore fino al 1920. L’adozione definitiva risale al 1966, durante gli anni della crisi energetica. Il regime definitivo è entrato in vigore nel 1996 quando si stabilì di prolungarla dall’ultima domenica di marzo all’ultima di ottobre.