“Ho passato anni a guardare gli occhi della gente; non è quindi così inconsueto che, come fotografa, abbia una predilezione per lo sguardo piuttosto che per le situazioni; del resto, la macchina fotografica è creata a immagine e somiglianza dell’occhio umano… un complesso sistema di lenti che riproduce il meccanismo dell’occhio, da cui traspare tutta l’essenza umana”, spiega Claudia Daniele nell’introduzione alla mostra.
“Una umanità di una bellezza pura, semplice, ancora poco contaminata dalla cultura occidentale, che vive con poco ma che esprime nei modi e nei gesti una calma, una pacatezza ed una serenità che noi abbiamo ormai dimenticato. Questa umanità vive ai margini di un mondo sempre più avido; ha poco e quel poco gli basta per essere felice.
Mi accuccio di fronte a loro, metto a fuoco manualmente l’obbiettivo sugli occhi, cerco di stabilire una connessione silenziosa con la persona che mi accingo a fotografare e aspetto… aspetto il momento in cui l’anima si svela nella sua essenza più intima: solo allora comincio a scattare.
E quando ti volge lo sguardo, sa che l’unica cosa che può offrirti è un sorriso, ma non sa che per te, quel sorriso, è il regalo più prezioso che si possa ricevere.”