Il rivolto non è altro che un semplice impasto di acqua, farina e sale il quale viene fritto su di uno speciale fuoco di fascine preparato con dovizia dagli uomini montisani. La frittura viene fatta in un padellone con un lungo manico, e un poderoso colpo di polso ciclicamente fa rivoltare la massa su sè stessa: da qui il nome di rivolto.
Questo antico modo di ricordare tutti insieme rispettando l’obbligo del magro si riperpetua in piazza dai primi anni del ‘900 e tutti saranno intorno al grande falò. E poi cena, sempre di magro, con sottaceti e ceci, aringhe, baccalà, patate intere e cipolle.
La cena dei rivolti è aperta a tutti chiamando Fabia Cicagni (0577845163) o Cesare (3495577284).