Questa volta il fatto è accaduto a San Casciano dei Bagni e la vittima è stata una 75enne. I Carabinieri della locale stazione sono però riusciti ad individuare e denunciare i malviventi per il reato di truffa aggravata e continuata in concorso.
Tutto era cominciato quando la donna aveva deciso di vendere la propria autovettura su internet ed era stata contattata telefonicamente a più riprese da due uomini ed una donna, residenti a Modena con precedenti specifici per truffa, che si erano dimostrati interessati all’acquisto del veicolo ad un prezzo anche superiore al valore richiesto (e qui si sarebbe già dovuta accendere una lampadina d’allarme).
Mostrandosi disponibili a versare immediatamente una caparra per bloccare l’affare, i falsi acquirenti erano così riusciti a convincere la donna a raggiungere uno sportello bancomat allo scopo di versarle tremila euro di anticipo per la conclusione dell’affare.
La donna, persuasa dai malfattori, alla fine era stata convinta a recarsi al bancomat grazie anche alla telefonata in cui uno di loro si era finto il direttore di un ufficio postale e si era reso disponibile a spiegare alla donna, in diretta telefonica, come poter fare per ricaricare la sua carta Postamat allo sportello.
La donna così, dopo aver diligentemente seguito le istruzioni del “direttore”, aveva svolto l’operazione, accorgendosi però successivamente che, invece di aver ricaricato la propria carta, aveva ricaricato quella dei malviventi, Rendendosi contro di essere stata truffata si era così rivolta ai Carabinieri della stazione di San Casciano dei Bagni.
I militari dell’Arma hanno così ricostruito pazientemente tutti i passaggi della truffa e, con indagini complesse e articolate che si sono protratte per alcune settimane sono infine riusciti a identificare e denunciare i responsabili per il reato di truffa aggravata e continuata in concorso. Fondamentali sono stati i contatti telefonici e l’individuazione del beneficiario della transazione del denaro mediante verifiche telematiche con la collaborazione di gestori telefonici, istituti bancari e dell’amministrazione delle Poste Italiane.
I militari dell’Arma hanno potuto anche verificare che gli stessi soggetti avevano operato quasi in contemporanea in tutta Italia e che i truffatori sono veri e propri professionisti del settore, con base a Reggio Emilia.