La seconda giornata del World Tourism Unesco che si sta svolgendo fino a domenica 30 settembre al Santa Maria della Scala è stata l’occasione di un ideale viaggio culturale che è partito nella mattina da Napoli, per approdare poi a Piazza Armerina e Tivoli, fino in Nuova Caledonia.
La Città Metropolitana di Napoli ha presentato al Wte gli itinerari culturali e dei siti Unesco dei 92 comuni che ne fanno parte. L’incontro, a cui ha partecipato tra gli altri, l’onorevole Alessandra Carbonaro, componente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, è stata anche l’occasione per una riflessione sul ruolo delle autonomie locali nella valorizzazione del patrimonio culturale. Il turismo, dunque, inteso non solo come fattore economico, ma anche e soprattutto come valore identitario di un luogo, fondato sull’educazione alla cultura.
Un concetto che è stato centrale anche nell’ambito dell’incontro su Tivoli e le sue ville, a cui hanno preso parte l’Assessore alla Cultura di Tivoli Urbano Barberini e il Direttore dell’Istituto autonomo Villa d’Este e Villa Adriana Andrea Bruciati. Fondamentale per la rinascita del territorio è stata l’esperienza, testimoniata dallo stesso comune di Tivoli, della capacità di fare sistema tra istituzioni, che ha portato prima alla nascita di “Tivoli e le vie delle acque” e che a breve condurrà a quella del Distretto turistico tra Tivoli, Subiaco e Palestrina. “Un percorso comune e condiviso -ha detto l’assessore Barberini- che è fondamentale per la rinascita del territorio.” Del resto, il ruolo di un sito Unesco è quello di attivatore di valore di un territorio, proprio con l’obiettivo di recuperare e valorizzare la sua identità. Ne è testimonianza, per esempio, l’attività di produzione di olio e vino avviata di recente dall’Istituto Autonomo nelle proprietà di Villa Adriana e di Villa d’Este proprio con l’obiettivo principale di salvaguardare il paesaggio, in stretta connessione con il bene Unesco stesso.
Sempre a proposito di identità, nel pomeriggio di sabato, sono giunti a Siena oltre 70 figuranti del Palio dei Normanni di Piazza Armerina in Sicilia, rievocazione storica che si svolge dal 1952 in nome di Maria Assunta, che hanno animato il Santa Maria della Scala con la loro folkloristica presenza. Nella mattinata, inoltre, il Sindaco di Piazza Armerina Nino Cammarata e l’Assessore al Turismo Ettore Messina hanno incontrato il Sindaco De Mossi, per uno scambio di doni e di cortesia istituzionale.
Il 2018 segna, quindi, un’importante traguardo per la Nuova Caledonia. L’arcipelago del Sud del Pacifico, terra d’oltremare francese, infatti festeggia la sua laguna, la più grande del mondo (24.000 km2), dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.
Sono passati 10 anni da quando ricevette tale prestigioso riconoscimento ricevuto sulla base di precisi criteri di selezione: un significativo processo ecologico e biologico per l’evoluzione degli ecosistemi, la presenza di un ambiente ideale per la conservazione della biodiversità e delle specie minacciate, un’eccezionale bellezza naturale e il fatto di offrire esempi rappresentativi per la storia della terra un insieme di 6 siti neo-caledoniani: nel Sud, la Grande Laguna del Sud e la zona costiera occidentale, nel Nord, le aree costiere settentrionali e orientali e la Grande Laguna del Nord, nelle isole della Lealtà, gli atolli Ouvéa e di Beautemps-Beaupré e al largo gli Atolli d’Entrecasteaux.
La laguna, insieme alla sua barriera corallina è così l’attrazione numero uno, il sogno di qualunque viaggiatore che arriva quaggiù, dagli sposi agli «outodoor addicted», coloro che amano vivere con piena energia le mille possibilità di attività praticabili sia su «La Grande Terra» che sulle isole.
La Nuova Caledonia si presta così a meta ideale per tutti, una meta fuori dalla solite rotte possibile da raggiungere dall’Italia con un solo scalo, magari via Giappone, grazie a pacchetti sempre più numerosi proposti dai principali tour operator. Una luna di miele che riserva da un lato la scoperta di luoghi paradisiaci con acque turchesi, spiagge borotalco e una natura vigorosa, dall’altro l’incontro con una cultura millenaria come quella dei kanak.