ricoprire alcune pericolose buche stradali nell’immediata periferia della Città… questi sono solamente alcuni esempi, tra i tanti, di lavori di utilità per l’intera comunità che alcuni detenuti della Casa Circondariale di Siena potrebbero fare”. Così un intervento di Cinzia D’Addario, candidata al consiglio comunale per SPQS – Massimo Sportelli Sindaco.
“La legge prevede che possano essere stipulate convenzioni tra i Comuni e le Direzioni dei Carceri, oltre che i Tribunali di Sorveglianza. Di quale legge stiamo parlando? Del decreto legge del 1 luglio 2013 n. 78, concernente disposizioni con il quale sono state introdotte alcune rilevanti modifiche alla Legge sull’ordinamento penitenziario. In particolare, in materia di lavori all’esterno dei detenuti, è stato aggiunto un comma, il 4-ter, all’art. 21 che prevede la possibilità per detenuti ed internati di prestare la propria attività, a titolo gratuito e volontario, in progetti di pubblica utilità in favore della collettività, presso Enti Pubblici o Associazioni di Volontariato.
Chi ha commesso un reato è giusto che sconti la propria pena e al contempo, avendo per vari motivi leso la società civile, risarcisca la Comunità stessa. In che modo? Attraverso l’applicazione della legge stessa. Sto parlando della possibilità che alcuni detenuti del Carcere di Santo Spirito, quindi soggetti in esecuzione penale, possano svolgere attività lavorative non remunerata, a favore della collettività.
Da un lato ciò permetterebbe a questi individui di dimostrare alla città la propria volontà di voler rimediare ai danni fatti, cioè di essersi ravveduti, di aver analizzato criticamente le proprie condotte criminali e di essere in grado di poter cambiare. Dall’altro lato, anziché rendere il periodo della carcerazione una sorta di limbo, sarebbe utile all’amministrazione comunale poter far affidamento su forza lavoro a costo zero per la manutenzione ordinaria della Città.
E’ importante sottolineare che i detenuti candidati a essere inseriti in questi progetti sarebbero ovviamente selezionati secondo criteri ferrei, previa approvazione degli operatori che osservano e trattano i detenuti stessi, ed in particolare potrebbero essere coinvolte persone al termine dell’espiazione della loro pena che, hanno già seguito un percorso e che, in ogni caso, non si siano macchiati di reati di particolare gravità.
Con questo tipo di accordi, è bene infine sottolineare che sarebbe inoltre valorizzata l’importanza del lavoro come leva fondamentale del trattamento penitenziario. In linea con quanto dettato dalla nostra Costituzione, lo stato detentivo non solo dovrebbe puntare al reinserimento sociale dei detenuti e al conseguente abbattimento del rischio di recidiva, ma anche allo svolgimento di attività gratuite in favore della collettività come finalità riparativa della pena”.