Ottantadue ore di lingua italiana, cucina, igiene e accoglienza che hanno accomunato 14 giovani dalle provenienze disparate: Burkina Faso, Pakistan, Nigeria, oltre a Mali e Senegal. Hanno scoperto l’abbigliamento professionale, sperimentato la pulizia di stoviglie e servizi igienici, capito come rivolgersi ai commensali, preparato pasta e pizze. Hanno anche acquisito il certificato Haccp, indispensabile per lavorare nella somministrazione degli alimenti, e ora sono pronti per colmare le carenze di manodopera delle imprese locali, che a norma d legge possono essere assolte dai richiedenti asilo.
A due di loro, Moussa e Basssoum appunto, è già capitato l’ingaggio di un pubblico esercizio che stentava a reperire personale: altri potrebbero seguire, in cerca di un futuro più sereno del passato che li ha portati in Italia. “Hanno dimostrato una passione ed un attenzione che raramente mi era capitato di notare – osserva la chef Sara Conforti, una dei docenti della scuola di mestiere – si meritano senz’altro un futuro di opportunità”.