“Il prossimo segretario dell’Unione Comunale di Siena dovrà gestire, in poco più di 200 giorni, due passaggi elettorali molto delicati: prima le elezioni politiche il cui risultato potrebbe condizionare anche l’esito delle amministrative di Siena, le più incerte del dopoguerra, destinate, probabilmente, a risolversi anche con un ballottaggio sul filo di lana. In questi Matteo Renzi si sta spendendo, giustamente e senza risparmio per rafforzare l’unità interna e ricostruire una coalizione di centrosinistra che sia capace di prevalere sul ritorno del centrodestra e sull’avanzata dei populismi. Entrambi esiti da scongiurare e che potrebbero arrestare la ripresa economica ed allontanarci dall’Europa.” Così un intervento di Massimiliano Bruttini.
“Mentre a Roma si moltiplicano gli “ambasciatori”, come Fassino e Veltroni – prosegue Bruttini -, a Siena non si è mai voluto aprire un percorso per arrivare ad un governo unitario del partito cittadino. Ciò nonostante che dalla fine dei congressi di circolo e l’assemblea, convocata per lunedì 20 novembre per eleggere il segretario, sia trascorso ormai un mese. A questa responsabilità si è sottratto in primo luogo Simone Vigni che aspirando a fare il segretario solo con un terzo del consenso degli iscritti- nonostante i suoi sostenitori siano una “grosse koalition” – avrebbe dovuto includere tutti, compreso Marco Borgogni al quale si è, invece, concesso solo per un fugace caffè. Il nostro rammarico è grande perché gli incontri che invece abbiamo avuto con Ginevra La Russa, Fiorenza Anatrini e Alessandro Pinciani – che ringraziamo – avevano fatto intravedere che vi erano tutte le condizioni per costruire, non certo senza fatica, una unità interna che nel Maggio 2018 potrebbe fare la differenza. Passaggi che abbiamo rendicontato agli iscritti che ci hanno sostenuto nel congresso, nel corso di un incontro tenuto nei giorni scorsi. Ora a distanza di 72 ore dal voto dell’assemblea si conferma la volontà di promuovere una candidatura a segretario cittadino che continua a caratterizzarsi per la mancanza di una di visione di città, che non hai mai indicato il percorso che condurrà alla scelta del candidato sindaco ed alla costruzione della coalizione. Tutti elementi che possono indebolire il Pd nella prossima campagna elettorale. Addirittura si vocifera di patti segreti – che ci auguriamo non veri – per escludere “al buio” la ricandidatura di Bruno Valentini.
Come si ricorderà a fine Agosto siamo stati i primi ad auspicare che si anteponesse una coalizione di centrosinistra, larga e civica, persino all’espressione di un candidato del Pd. Siamo arrivati ad oggi con un quarto del tempo che ci separa dal voto che è stato consumato tra risse e carte bollate, con protagoniste le due componenti che hanno diviso il Pd negli ultimi quattro anni, nonché picconato, a tempo pieno, la segreteria di Masi. Per questo chiediamo massima trasparenza sul percorso di valutazione dell’amministrazione uscente, sul metodo di scelta del candidato, sui rapporti con le altre forze politiche, su quali idee programmatiche si pensa di proporre. Ci auguriamo vivamente di sbagliarci ma quello che si prospetta sembra più un approccio che rischia di anteporre i pruriti personali all’interesse generale e, per di più, non tiene in debito conto né della impossibilità numerica di rinunciare a qualsiasi apporto, né della complessità dei passaggi da affrontare, né del poco tempo che è rimasto a disposizione. Variabili che indurrebbero a riporre i desideri – chi non ne ha? – per fare di necessità virtù. La speranza è che tutto cambi prima che Marco Borgogni prenda la parola in assemblea per pronunciare la nostra dichiarazione di voto e si arrivi ad un governo unitario del partito per il quale rimaniamo a disposizione”.