sentiamo il dovere di correggere alcune inesattezze riportate dal Sindaco Valentini nel suo post su facebook”. Così un intervento di Sena Civitas.
“A quanto ci risulta infatti il defibrillatore automatico, correttamente indicato ai primi soccorritori laici dalla centrale operativa 118, è arrivato in tempi rapidi sulla scena, ma non è stato utilizzato, perché ancor più rapidamente è giunta sul posto l’ambulanza della Pubblica Assistenza con il medico a bordo, che ha subito iniziato le manovre di rianimazione avanzate che hanno consentito l’esito positivo della vicenda.
Va ricordato infatti al sindaco Valentini che l’uso tempestivo del defibrillatore è un aspetto spesso decisivo ma non esclusivo di un percorso di rianimazione che porta un cuore fermo a riprendere la sua attività.
La letteratura è concorde nel ritenere che la defibrillazione (quando possibile, perché purtroppo non tutti gli arresti cardiaci beneficiano della defibrillazione) è l’intervento da porre in atto il prima possibile, e per questo la legge permette di delegarlo a personale non sanitario purché in possesso del relativo attestato di formazione (pur se semplici da utilizzare certi apparecchi richiedono comunque un training specifico); tuttavia la stessa letteratura ci ricorda come nella “catena del soccorso” ad una efficace defibrillazione ed alle prime manovre di rianimazione (massaggio cardiaco e respirazione artificiale) devono far seguito quanto prima le manovre avanzate di rianimazione (che vanno dall’intubazione all’infusione intravenosa di farmaci, ad un approfondimento diagnostico “sul campo” tramite elettrocardiogramma e ecografia) che possono essere eseguite solo da equipes composte da personale sanitario (medici e infermieri) preparati ed esperti nella materia.
La tentazione di utilizzare la rete di defibrillatori, che deve pur essere presente in ogni contesto civile, come scusa per ridurre medici e infermieri delle nostre ambulanze e delle nostre automediche, ribaltando su personale volontario e semplici passanti l’onere di salvare vite umane, è tentazione forte nei politici che governano la nostra regione ed evidentemente anche la nostra città.
Vogliamo pertanto ringraziare tutti gli attori del progetto Siena Cardioprotetta, e tutti i cittadini che si avvalgono dei corsi gratuiti patrocinati dall’Ordine dei Medici e dalle associazioni di volontariato per imparare l’uso dei defibrillatori semiautomatici e le manovre basilari di rianimazione, ma non possiamo sminuire il ruolo di quelle figure sanitarie dell’emergenza-urgenza che ogni giorno sulle ambulanze e sulle automediche si fanno carico di soccorrere con competenza e professionalità tutte le persone in situazione di emergenza sanitaria – comprese quelle in arresto cardiaco – senza che venga data al loro lavoro l’enfasi che i politici locali e la direzione ASL conferiscono ad ogni defibrillatore automatico che lascia la sua teca, anche quando poi non viene utilizzato”.