IL QUADRO
La settimana si apre con variazioni moderate dei maggiori indici azionari. Il FMI ha rilasciato durante il fine settimana le nuove stime, accompagnate da commenti positivi sulla crescita economica, che è vista nel 2017-2018 sugli stessi livelli delle stime di aprile ma con una revisione al rialzo in Europa, Cina e Giappone e al ribasso negli USA e UK. Nella settimana passata i principali movimenti di mercato sono stati:
– Mercati azionari USA in rialzo – Lo S&P500 ha toccato nuovi massimi storici grazie soprattutto alla performance del settore tecnologico. Il settore IT dello S&P500 ha sorpassato in settimana i massimi di 17 anni fa (dotcom bubble) e anche il Nasdaq si trova su nuovi massimi storici. Allo stesso tempo la volatilità (indice VIX) ha registrato valori inferiori al 10% per sette sedute consecutive, la striscia più lunga dal 1990.
– Divergenza tra mercati azionari USA (in rialzo) e area euro (in ribasso) – I secondi soffrono l’euro forte ed un avvio della stagione degli utili non entusiasmante.
– Mercato dei cambi in forte movimento – Euro-dollaro sui massimi dall’agosto 2015.
In termini di eventi, il focus della settimana è stato il meeting della BCE che, al di là dei tentativi di dissezionare il messaggio, ha lasciato le aspettative di mercato là dove erano pre-meeting. In prospettiva la settimana che si apre è molto impegnativa in termini di dati; in calendario anche il meeting della Fed.
UTILI DEL SECONDO TRIMESTRE: UN AVVIO DI STAGIONE NON ENTUSIASMANTE
Gli indici azionari europei hanno sottoperformato quelli delle altre maggiori aree nell’ultima settimana. Da un lato la forza dell’euro sta danneggiando le aspettative degli utili per l’anno in corso, che nelle ultime settimane hanno registrato un deciso calo in concomitanza con l’apprezzamento della valuta (approssimativamente un apprezzamento del 10% del tasso di cambio effettivo dell’euro abbassa gli utili per azione del 5%). Allo stesso tempo la stagione degli utili del Q2 ha avuto una partenza meno che entusiasmante. Il 20% delle società dello Stoxx 600 hanno riportato gli utili e solo il 47% ha battuto le stime di consensus, contro il 63% del Q1. Da sottolineare che la “delusione” è frutto più di aspettative di crescita degli utili inflazionate dopo un primo trimestre spettacolare, che di una debolezza intrinseca dei bilanci delle aziende.
BCE: DUE PASSI AVANTI E UNO INDIETRO
O almeno questo sembra essere l’interpretazione data dal mercato al meeting della BCE di giovedì scorso. Il tono della conferenza stampa ha addolcito (un passo indietro) il messaggio che è emerso dal discorso tenuto da Draghi a Sintra a fine giungo (due passi avanti). Draghi ha reiterato che la crescita rimane robusta e diffusa, ma che un certo grado di accomodamento monetario è necessario prima di vedere il formarsi di pressioni inflazionistiche significative. Una rivalutazione degli strumenti di politica monetaria è rimandata all’autunno, con il meeting del 26 ottobre che appare a questo punto come quello più probabile per gli attesi annunci sull’evoluzione del programma di acquisti. Prima di allora, il prossimo appuntamento nei radar del mercato è il tradizionale simposio di Jackson Hole il 24-26 agosto, che rappresenterà l’occasione per una rivalutazione del pensiero dei banchieri centrali alla ripresa della piena attività di mercato dopo l’estate.
EURO-DOLLARO SU NUOVI MASSIMI PLURIENNALI
Un mercato che ha visto una reazione significativa durante la conferenza stampa della BCE è stato quello dei cambi; l’assenza di richiami da parte di Draghi ad un malcontento della BCE sugli sviluppi sul fronte del cambi ha fornito il carburante ad un ennesima gamba di rialzo per l’euro-dollaro, che ha oltrepassato 1,16, livello più alto dall’agosto 2015, toccando un massimo poco sotto 1,1680. Il fattore principale del movimento è comunque la gamba dollaro del cambio, dato il flusso di notizie tremendo per la valuta USA (fallimento della riforma del sistema sanitario, possibilità che le indagini sui legami tra la Russia e il team presidenziale si estendano alla storia finanziaria di Trump, dimissioni del Press Secretary Spicer).
LA SETTIMANA
– Nell’area euro vengono rilasciati gli indici PMI del mese di luglio, che sono attesi leggermente al di sotto ma comunque molto vicini ai massimi storici raggiunti nel secondo trimestre. Inoltre, alcuni paesi rilasciano una prima stima del Pil del secondo trimestre (Francia, Spagna) e dell’inflazione di luglio (Francia, Spagna, Germania).
– Negli USA la settimana è intensa, e vede il rilascio della prima stima del Pil del Q2 e il meeting della Fed il 25-26. Il consensus si attende un Pil al 2,5% dopo il debole 1,4% del primo trimestre. Per quanto riguarda la Fed, il mercato si attende tassi invariati (la Fed ha alzato i tassi a marzo ed allo scorso meeting di giugno), ma qualche dettaglio sul programma di riduzione del bilancio della Fed.