Jonatan, ti sei reso conto di quello che hai fatto?
“Non è solo bravura, c’è anche la fortuna. In questo momento mi gira bene”.
Ma i tuoi meriti sono notevoli…
“E’ un momento buono. Diciamo che in passato la sorte non è stata così benevola con me, mentre adesso tutte le cose mi girano bene. Ci vuole bravura, ma anche tanta fortuna ed io in questo momento posso dire di avere la fortuna dalla mia parte”.
Qual è stato il momento decisivo del Palio, forse il terzo San Martino con la parata al Sanna?
“Ci sono stati tanti momenti importanti. Dopo un’ora e mezzo di mossa ho capito che tutti i momenti erano buoni per partire. Sono rimasto lucido e sveglio e quando Giovanni è entrato ho sfruttato la situazione. Sarbana è stata sveltissima e sono riuscito a portarmi in testa al primo San Martino. Una volta davanti ho cercato di controllare, ma sapevo che metà del compito era fatto”.
Sarbana: l’hai cercata e voluta fortemente…
“Si è vero, era quella che volevo. Mi è sempre piaciuta e lo avevo detto ai miei amici più stretti. L’ho trovata in grande condizione e per questo devo fare i complimenti al suo allenatore Antonio Siri che l’ha preparata benissimo. Abbiamo avuto la possibilità di provare poco visti i vari annullamenti, ma le prove che abbiamo fatto mi sono bastate”.
La sera della prova generale la cavalla è andata dritta al primo San Martino. Hai avuto paura in quel momento che qualcosa potesse andare storto?
“No, anzi. Quella situazione alla fine mi ha fatto comodo perché ho pensato che gli altri forse avrebbero avuto meno paura di noi”.
In corsa sei stato doppiamente bravo perché ti sei adattato a Sarbana, montando con meno aggressività del solito, per esempio usando pochissimo il nerbo…
“Anche nei palii scorsi ho usato il nerbo poche volte. E’ un po’ diversa la questione. In passato ho usato tanto il nerbo quando non montavo cavalli di primissima fascia, ma volevo comunque mettermi in mostra. Quando invece non c’è stato bisogno l’ho usato poco”.
Parliamo del grande rapporto con la Giraffa e con capitan Tondi…
“E’ vero, c’è un bellissimo rapporto. Sono persone brave e di parola. Mi hanno sempre detto che se fosse arrivata Sarbana l’avrei montata io e così è stato. Ho trovato dei ragazzi che per me sono veramente come una seconda famiglia. Mi hanno fatto sentire a mio agio, dandomi tranquillità e serenità. Non potevo veramente chiedere di più. A differenza di altri, hanno creduto che potessi vincere il 3° Palio consecutivo, sbattendosene di tutte le chiacchiere e manifestando la volontà di montarmi. Ringrazio con il cuore Emanuele e tutta la contrada per aver creduto in me”.
Cosa cambia adesso per Jonatan Bartoletti, anche in vista di agosto?
“Dentro di me assolutamente niente. Farò la solita preparazione e il solito allenamento, ricordando sempre, come ho detto altre volte, di ritenermi fortunato per svolgere una professione che per me è anche un vero divertimento. Faccio un lavoro che mi diverte e che per me è pura passione. Non posso volere di più”.
L’ultima domanda: a chi va la dedica per questa grande vittoria?
“A tutta la Giraffa e a un amico, Olindo Pinciaroli, che per me era come un fratello e che adesso non c’è più. Nei mesi scorsi non è stato facile convivere con questa tragedia, è stata veramente una brutta situazione. Caratterialmente, se voglio bene a una persona, mi ci lego tantissimo. Sento molto la sua mancanza, ci sentivamo tutti i giorni, figuriamoci quanto può essere dura per la sua famiglia. Sono certo che Olindo mi ha guardato dall’alto. Questo Palio glielo dovevo perché era un amico che mi è stato sempre vicino, nel bene e soprattutto nel male. Quando le cose vanno bene è facile, ma quando vanno male è li che si vedono le persone che ti sono realmente vicine e lui lo è sempre stato”.
di Gabriele Voltolini
Foto di Alessia Bruchi
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