IL QUADRO
risultato delle presidenziali francesi in linea con le attese ha determinato una forte aperura al rialzo per le borse europee (attorno al 3%), un declino dell’obbligazionario e un rally dell’euro. La forte reazione dei mercati nonostante un risultato in linea con le attese testimonia della grande quantità di posizioni difensive esistenti sul mercato che devono ora essere chiuse. E’ facile pronosticare che le prossime due settimane vedranno un intenso dibattito in vista del ballottaggio del 7 maggio, ma è indubbio che i sondaggi, rivelatisi corretti per il primo turno e che danno Macron 20 punti avanti, disegnano quale è lo scenario centrale.
IL PERCORSO VERSO MAGGIORE CRESCITA E INFLAZIONE NON E’ UNA LINEA RETTA
La forma del percorso verso uno scenario di crescita e inflazione più elevati non è mai stato da intendersi come una linea retta. Le ultime settimane (al netto del rally odierno) ce lo hanno ricordato, contribuendo ad uno stop all’apprezzamento degli indici azionari e a un declino dei rendimenti obbligazionari, che negli USA hanno toccato martedì scorso il nuovo minimo del 2017 poco sopra il 2,15%.
I dati macro USA, che negli ultimi mesi avevano agevolmente superato le aspettative, escono da diverse settimane al di sotto delle attese. L’indice delle sorprese economiche è in caduta libera. E se è vero che questo nulla ci dice sul tasso di crescita USA, che rimane accettabile, è anche vero che la scomparsa di sorprese positive sta agevolando il declino dei rendimenti obbligazionari e la revisione al ribasso delle aspettative sui futuri rialzi dei tassi da parte della Fed e, per simpatia, della BCE.
Sul fronte dei prezzi, l’inflazione di marzo si è rivelata più debole del previsto sia negli USA che nell’area euro, dopo una serie di numeri che hanno sorpreso al rialzo nei mesi precedenti. Parte del declino visto in marzo è stato dovuto anche alla tempistica della Pasqua (metà aprile quest’anno verso fine marzo nel 2016, con un impatto sui prezzi, solitamente volatili, del settore viaggi/vacanze) e dovrebbe essere recuperato in aprile (dati preliminari in uscita questa settimana), ma è indubbio che nei prossimi mesi l’effetto base, che ha agevolato la salita dell’inflazione nell’ultimo anno, non giocherà più un ruolo definito. L’inflazione dell’area euro dovrebbe stabilizzarsi tra il 1,5% ed il 2% nel proseguo dell’anno, ma a questo punto il vero interrogativo è se si materializzerà una salita dell’inflazione core, la misura dell’inflazione che esclude le componenti più volatili, scesa al 0,7% in marzo e che rimane testardamente vicina al livello medio degli ultimi quattro anni. Questo elemento guiderà l’azione della BCE, il cui organismo di politica monetaria si riunisce questa settimana.
LA SETTIMANA
– Il meeting della BCE di giovedì dovrebbe concludersi con un nulla di fatto, rimandando ogni decisione di sostanza al meeting di giugno, quando il ballottaggio delle elezioni francesi sarà alle spalle e la revisione trimestrale delle stime su crescita e inflazione potrebbe fornire l’occasione di effettuare il primo passo verso l’uscita dalla politica monetaria accomodante degli ultimi anni. Il primo tassello dovrebbe essere la revisione della forward guidance, eliminando il riferimento alla possibilità di tassi più bassi degli attuali.
– Nell’area euro l’inflazione di aprile dovrebbe recuperare rispetto al 1,5% segnato a marzo. Le attese sono per un 1,8% annuale, e un core che si riporta all’1%. Per quanto riguarda l’Italia, diversi fattori (tempistica Pasqua, forte effetto base dovuto ai tagli alle bollette introdotti nell’aprile 2016) dovrebbero spingere l’inflazione verso l’1,6% in termini annuali dall’1,4% di marzo.
– In aggiunta all’inflazione verranno rilasciati i numeri sul Pil del primo trimestre in Francia e Spagna e alcuni indici di fiducia relativi al mese di aprile (tra cui quelli Italiani). I primi indici PMI rilasciati la scorsa settimana hanno evidenziato un ulteriore miglioramento del clima di fiducia rispetto ai livelli già elevati raggiunti, con l’indice per l’area euro ai massimi degli ultimi sei anni.
– Un Consiglio Europeo speciale è stato convocato per sabato 29. Il tema sarà l’atteggiamento negoziale che l’Unione, rappresentata dalla Commissione, dovrà tenere nelle negoziazioni sulla Brexit.