“costretto” volente o nolente a proseguire quelle orme già tracciate da quella famiglia che di musica si è nutrita e si nutre ancora.
Marco è un’interprete poliedrico, innamorato della musica, innamorato proprio di tutti quegli artisti che gli hanno trasmesso l’amore per la musica. E sul palcoscenico del Teatro degli Oscuri viene fuori un’artista completo capace di passare con disinvoltura non solo dalla chitarra al violino ma soprattutto da un omaggio al suo ispiratore Rino Gaetano a Lucio Dalla a Giorgio Gaber; capace di emozionare la platea con “Io nuoto a farfalla” brano scritto da Rino Gaetano ma non inciso dall’artista prematuramente scomparso.
Ha interpretato la loro musica con un enfasi particolare, ha interpretato quei brani di storia musicale italiana facendo rivivere nel pubblico la bella sensazione di momenti mai passati. Ma soprattutto ha interpretato se stesso in una esilarante parodia col padre, mettendo in luce tutti quei pro e quei contro che un figlio d’arte può incrociare nella strada della sua vita, dimostrando un profondo legame ed affetto per quel padre a cui assomiglia tanto non solo fisicamente ma anche musicalmente.
Non era solo su quel palco Marco oltre la voce di Gianni una band di tre elementi Giorgio Amendolara al piano e tastiere, Menotti Minervini al basso e Daniele Formica alla batteria, insieme hanno messo in scena una bella commedia/concerto; Marco ha suonato anche i suoi brani proprio per affermare ancora una volta che non è figlio di… ma semplicemente Marco Morandi.