I principali risultati consolidati di Conto Economico del 2016
– Margine di interesse pari a 2.021 milioni di euro, in flessione del 10,5% a/a, che ha risentito soprattutto del calo degli attivi fruttiferi e dei relativi rendimenti, solo parzialmente compensato dal rimborso dei Nuovi Strumenti Finanziari (“NSF”) e dalla riduzione del costo del funding. Il contributo del quarto trimestre 2016 è risultato pari a circa 503 milioni di euro (+4,0% t/t).
– Commissioni nette pari a circa 1.839 milioni di euro, in aumento dell’1,6% a/a, grazie soprattutto alla ripresa dei servizi tradizionali (in particolare il recupero spese conto ed i servizi di pagamento) e delle componenti non commerciali. Il contributo del quarto trimestre 2016 ammonta a circa 437 milioni di euro in calo del 5,3% t/t principalmente per la flessione dei proventi da collocamento prodotti.
– I Dividendi, proventi simili e utili (perdite) delle partecipazioni ammontano a circa 78 milioni di euro (rappresentati in prevalenza dal contributo di AXA-MPS).
– Il risultato netto da negoziazione/valutazione di attività finanziarie del 2016 è risultato pari a circa 415 milioni di euro, in riduzione rispetto al valore dell’anno precedente, che aveva beneficiato del restatement dell’operazione c.d. “Alexandria” (+608 milioni di euro circa al 31 dicembre 2015).
– Oneri operativi pari a circa 2.621 milioni di euro, in riduzione dello 0,3% a/a ed in crescita del 6,3% t/t per la dinamica delle altre spese amministrative che sono state penalizzate dalla contabilizzazione di alcune componenti di costo legate all’operazione di ricapitalizzazione, non andata a buon fine.
– Rettifiche di valore nette per deterioramento crediti, attività finanziarie e altre operazioni pari a 4.501 milioni di euro, superiori di circa 2.508 milioni di euro a/a, per componenti non ricorrenti (2.592 milioni di euro) legate all’aggiornamento delle metodologie e dei parametri utilizzati nella valutazione dei crediti1. In assenza di tali componenti, il totale rettifiche si sarebbe attestato a 1.909 milioni di euro.Le rettifiche di valore nette del quarto trimestre 2016 ammontano a circa 2.482 milioni di euro (+1.180 milioni di euro t/t) ed includono circa 1.842 milioni di euro di rettifiche legate alla variazione delle policy. La copertura dei crediti deteriorati, pari al 55,6%, è in aumento di circa 716bps a/a (+500bps t/t) per effetto soprattutto di rettifiche contabilizzate nel secondo semestre.
– Componenti non operative negative per 411 milioni di euro, che includono tra le altre voci:
• circa 142 milioni di euro relativi al canone sulle DTA (Deferred Tax Assets) trasformabili in credito di imposta dovuto sia per il 2015 (circa 70 milioni di euro) sia per il 2016 (circa 72 milioni di euro); 1 Le variazioni delle policy sul credito hanno tenuto conto delle indicazioni contenute nella “Draft guidance to banks on non – performing loans”, pubblicata dalla BCE nel mese di settembre 2016 e di valutazioni interne.
• circa 241 milioni di euro relativi a rischi e oneri connessi a SRF, DGS e schemi similari, di cui circa 30 milioni di euro riferibili alla quota ordinaria riconosciuta al DGS, circa 71 milioni di euro quale contributo ordinario al Fondo di Risoluzione Unico contabilizzato nel primo trimestre 2016, circa 140 milioni di euro quale contributo al Fondo di Risoluzione Nazionale, rappresentato da due annualità addizionali, richieste e contabilizzate nel quarto trimestre 2016.
– Le imposte sul reddito dell’esercizio sono pari a circa -62 milioni di euro ed includono una parziale svalutazione delle DTA relative alle perdite fiscali pregresse per -276 milioni di euro a seguito del risultato del probability test. Si evidenzia, inoltre, che sempre a seguito del risultato del probability test, non sono state iscritte le DTA sulla perdita fiscale emergente dalla presente situazione economica per un importo di 861 milioni di euro.
– La perdita netta, pari a -3.380 milioni di euro, riflette il contributo negativo di circa -2.592 milioni di euro per l’effetto delle modifiche delle policy di credito e le componenti non operative per – 411 milioni di euro.
I principali risultati consolidati di Stato Patrimoniale
– Impieghi verso clientela a 107 miliardi di euro, in flessione di quasi 5 miliardi di euro rispetto a dicembre 2015, con riduzione di tutti gli aggregati ad eccezione dei pronti contro termine (“PCT”) con controparti finanziarie, su cui incide la classificazione nel portafoglio bancario delle nuove operazioni di PCT operata, a partire dal quarto trimestre 2016 dalla controllata MPS CS (PCT precedentemente classificati nel portafoglio di negoziazione2 a causa della differente operatività). La dinamica nel quarto trimestre 2016 registra una crescita di circa 2 miliardi di euro.
– Raccolta diretta a 105 miliardi di euro, in calo di 14,7 miliardi di euro rispetto a dicembre 2015 per la riduzione della componente commerciale per circa 28 miliardi di euro, a fronte delle fuoriuscite registrate nel corso dell’anno soprattutto per effetto delle tensioni, legate agli esiti negativi degli stress test per il Gruppo e per l’operazione di ricapitalizzazione non andata a buon fine, in parte compensata dalla citata classificazione delle nuove operazioni in PCT. Il quarto trimestre 2016 è in diminuzione di circa -0,9 miliardi di euro a fronte di una flessione del comparto commerciale di circa -10,6 miliardi di euro parzialmente compensata dalla crescita dei PCT con controparti finanziarie, su cui incide la suddetta classificazione. Le prime evidenze del mese di gennaio confermano il livello della raccolta di fine 2016, evidenziando l’arresto delle fuoriuscite.
– Raccolta indiretta pari a 98,2 miliardi di euro, in calo di circa 8 miliardi di euro rispetto a dicembre 2015, riconducibile interamente alla flessione del risparmio amministrato, in parte compensata dalla crescita del gestito. L’aggregato è sostanzialmente in linea rispetto al 30 settembre 2016.
– Counterbalancing Capacity libera pari a circa 7 miliardi di euro, in peggioramento di circa 17 miliardi di euro rispetto ai valori registrati a dicembre 2015, in relazione alle tensioni sulla raccolta commerciale registrate nel corso dell’anno. In data 25 gennaio 2017, sono state realizzate due emissioni di titoli con garanzia dello Stato, ai sensi del Decreto Legge n. 237/2016, per un importo complessivo di 7 miliardi di euro. I titoli sono stati sottoscritti interamente dall’emittente e saranno venduti sul mercato o utilizzati come collaterale a garanzia di operazioni di finanziamento nel corso del 2017.
– Crediti deteriorati lordi pari a circa 45,8 miliardi di euro in flessione di 1,1 miliardi di euro rispetto a dicembre 2015 soprattutto per il write-off parziale degli interessi moratori su posizioni in sofferenza e per la riduzione degli ingressi da bonis rispetto all’anno precedente. L’aggregato è in lieve aumento di 0,2 miliardi di euro rispetto a settembre 2016. Lo stock di crediti deteriorati netti risulta in flessione di circa 4 miliardi di euro rispetto a dicembre 2015 e di 2,2 miliardi di euro rispetto a settembre 2016 per effetto dei maggiori accantonamenti a seguito degli aggiornamenti delle metodologie e parametri valutativi delle policy del credito. Nello specifico la copertura delle inadempienze probabili è stata aumentata al 40,3% (29,2% al 31 dicembre 2015), e quella dei crediti in sofferenza al 64,8% (63,4% al 31 dicembre 2015).
– Il Common Equity Ratio su base transitional all’8,0% (12% a dicembre 2015) prevalentemente per effetto della perdita di periodo parzialmente compensato dalla riduzione delle attività ponderate per il rischio.
I risultati di esercizio includono effetti valutativi che, in alcuni casi, sono determinati avendo riguardo a piani previsionali o al Decreto Legge 237/2016. Sotto tale profilo, eventuali variazioni apportate ai piani previsionali in vista della definizione del Piano di Ristrutturazione o eventuali cambiamenti apportati al citato decreto in sede di conversione che si dovessero manifestare prima dell’approvazione del progetto di bilancio, saranno valutati e, qualora materiali, riflessi nel progetto di bilancio di esercizio la cui approvazione è fissata per il 2 marzo 2017.
Su richiesta della Consob dell’8 novembre 2016, ai sensi dell’art. 114, comma 5, del D.Lgs 58/1998, si precisa quanto segue: “In data 24 ottobre 2016, il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo ha approvato il Piano Industriale 2016-2019, basato sulla cessione delle sofferenze e contestuale ricapitalizzazione con ricorso al mercato. In data 23 dicembre la Capogruppo, dopo aver preso atto dell’impossibilità di completare l’operazione di rafforzamento di capitale, ha inviato alla BCE un’istanza di sostegno finanziario straordinario e temporaneo per l’accesso alla misura della “ricapitalizzazione precauzionale”. Successivamente la Capogruppo ha ricevuto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze due lettere redatte dalla BCE, indirizzate allo stesso Ministero che, oltre a confermare la sussistenza dei requisiti necessari per accedere alla misura della “ricapitalizzazione precauzionale”, in conformità alla normativa vigente, evidenziano un fabbisogno di capitale di 8,8 miliardi di euro, comprensivo di tutte le componenti dei fondi propri così come previsti dalla normativa vigente. Il completamento della “ricapitalizzazione precauzionale” prevede la presentazione da parte delle Autorità nazionali (Ministero dell’Economia e delle Finanze) alla Commissione europea di un “Piano di Ristrutturazione”. Alla data di redazione della presente Relazione, l’elaborazione del “Piano di Ristrutturazione” è in corso, mantenendo, in continuità con il Piano Industriale 2016-2019, le principali linee strategiche focalizzate sulla riduzione del profilo di rischio della Banca.”