Su una delle più note piattaforme online che fungono semplicemente da intermediario di annunci di ogni genere, senza prendersi la responsabilità di garantire chi viaggia sulla loro rete, lo stesso inesistente oggetto del desiderio di tanti, può essere venduto più volte con lo stesso metodo. È il caso di una stufa a pellet di una notissima e prestigiosa marca, fotografata e proposta come nuova sulla citata vetrina telematica, per un prezzo ridottissimo rispetto al valore di mercato, da un presunto venditore senese che, se pur a malincuore, se ne doveva sbarazzare, avendo realizzato un impianto di riscaldamento a metano di ben alto spessore.
Il prezzo di vendita proposto al pubblico era di soli 350 euro, chattare per credere! Così una coppia di romagnoli di Bagnacavallo, ipnotizzati dal monitor del computer di casa, entravano in contatto con lo sconosciuto proponente. “Ho già avuto diverse richieste e non le posso perdere, se volete anticipare gli altri, dovete mandarmi un acconto, diciamo di 200 euro, ricaricandomi la carta Postepay” – scriveva lo sconosciuto. Detto, fatto, pagamento effettuato presso una ricevitoria pubblica. A questo punto l’imbroglione avrebbe potuto scrivere: “Scherzo riuscito!! La stufa andatevela a comprare al centro commerciale! Non ci si deve fidare degli sconosciuti! Non ve l’ha detto la mamma?”. Sarebbe stato molto meno crudele. E invece no. Il falso venditore dava appuntamento ai due, affinché potessero ritirare l’attrezzo magnifico e saldare il conto. “Dove esattamente?” – domandavano i coniugi fiduciosi. “Intanto venite a Siena, poi vi dirò!” – concludeva perentorio lo sconosciuto canzonatore.
Una gita a Siena è un valore aggiunto dell’affare, pensavano i due che, presa l’autostrada si sono incamminati verso la nostra città ma, raggiuntala, non sono più riuscriti a mettersi in contatto col loro truffatore che, finalmente, disvelava la propria natura. Furenti di rabbia per il danno e per la beffa, si sono recati alla caserma dei Carabinieri di Viale Bracci, dove hanno sporto una dettagliata denuncia querela contro ignoti.
I militari dell’Arma si sono messi subito all’opera, lavorando su banche dati e sofisticati software d’indagine, sino a identificare, dopo un mese di ricerche, l’autore del misfatto, anzi dei misfatti, perché quella stufa fasulla era stata venduta più volte in tutt’Italia e, a parte il danno derivante dalla mancata consegna dell’oggetto della trattativa, i vari acquirenti erano anche stati dirottati in ogni dove, col gusto sadico di buggerarli sino in fondo. Naturalmente la carta postepay veniva svuotata automaticamente ad ogni ricarica, con dirottamento dei fondi su un conto corrente dell’isola di Malta, intestato ad un italiano della provincia di Prato.
È molto improbabile che le vittime delle quindici truffe ricostruite possano recuperare qualcosa. L’esperienza potrebbe però essere loro utile per non cascarci mai più. Come sempre il movente del truffato è dato dal desiderio di fare il grande affare. Talvolta lo stimolo è irrefrenabile e blocca i neuroni dei malcapitati. Niente di più facile dunque che beccare una fregatura. Attenzione anche agli acquisti in contrassegno. Non consegnate subito il danaro all’inconsapevole corriere. Aprite prima il pacco, dentro potreste trovarci un crick o un trespolo rotto, o magari un mattone. È già successo svariate volte. Nel frattempo il nostro imbroglione è stato denunciato per truffa continuata alla Procura di Siena dai Carabinieri della Stazione di Viale Bracci. Avrà un processo, così a Siena ci dovrà venire pure lui per allungare la lista delle condanne collezionate sul casellario penale.