Il Csi è stato presente con uno stand promozionale (che ha ospitato anche la Lega Navale della Val d’Elsa, inaugurando un rapporto di collaborazione che si auspica possa proseguire nel tempo), con una dimostrazione di Dodgeball (che ha visto la partecipazione di due squadre del campionato nazionale che si sono confrontate in un incontro amichevole) e con un incontro formativo che ha visto come relatore il prof. Giacomo Abate membro del Team Nazionale per la Formazione del Centro Sportivo Italiano.
L’incontro formativo, “Sacralità e serietà del gioco: giocare è sempre un’esperienza seria, è sempre un’esperienza sacra… per i bambini e anche per gli adulti”, ha affrontato il tema centrale del gioco e delle necessità di recuperare l’aspetto “gioco” nello sport, sia da parte dei bambini ma anche, e soprattutto, da parte degli adulti, siano questi educatori o praticanti attività sportiva.
Affrontare lo sport, e la vita, come “gioco” non significa affrontare le situazioni che si vivono con leggerezza o superficialità, confondendo in tal modo le cose che valgono o no dell’esistenza. Quello che si deve recuperare, e che bene è emerso dall’incontro, sono gli aspetti positivi del gioco: divertimento fine a se stesso, senza la finalizzazione del risultato e del profitto ad ogni costo, ma anzi considerando la sconfitta come una delle opzioni possibili, che nulla toglie al valore del momento vissuto; capacità di vivere il “qui e ora”, recuperando la contingenza dello spazio e del tempo; capacità di costruire una liturgia del gioco, con le sue regole che non ostacolano ma anzi aiutano la libertà di esprimere se stessi e la propria fantasia; capacità di recuperare la dimensione di “sogno”.
Tutti valori che gli educatori dello sport dovrebbero riuscire a trasmettere ai giovani e meno giovani: solo così educare e operare nello sport può assumere la dimensione di un momento educativo alla vita stessa, vissuta nel recupero di valori morali e comportamentali che la società odierna tende a mettere in secondo piano. Per l’attualità dei temi trattati e per la capacità di coinvolgimento del relatore, al termine dell’incontro si è aperto un partecipato dibattito tra i presenti, in cui sono emerse le voci e le posizioni di coloro che si trovano ad affrontare il problema educativo nello sport dai diversi punti di vista: genitori, educatori di diverso ordine e grado, operatori di società sportive. Il dibattito, e la centralità delle questioni sollevate, hanno aperto un canale di confronto che avrebbe richiesto ben altri tempi di approfondimento, che il contesto e la tempistica dell’evento non hanno reso possibile. L’interesse suscitato e l’invito da parte dei presenti a moltiplicare questo tipo di incontri hanno senza dubbio confermato la grandissima domanda di “informazione” e di “formazione” che si avverte all’interno di un mondo sportivo che sente l’esigenza di rivalutare se stesso e il suo modo di porsi nel cammino educativo e formativo dei giovani.