la galleria più piccola del mondo, nata da un progetto dell’artista senese Serena Fineschi e incassata nelle mura medioevali del centro storico di Siena nel Vicolo del Coltellinaio. Una riflessione nata dall’uso frequente che facciamo del ritornello: “Tempo è denaro” mentre al contrario non siamo soliti dire che: “Idea è denaro”, forse perchè le idee sono più facilmente rubabili che vendibili.
“Ho pensato alla prigionia, dove il tempo diventa un supplizio, il grado della pena. In prigione il tempo non è denaro, è pena. Si va in prigione per il furto di denaro. Raramente si va in prigione per il furto delle idee, al più si paga una multa. Però si va in prigione per le idee: l’elaborazione, la condivisione o la rivendicazione delle idee può portare in prigione. Ho pensato anche di raccogliere e mettere in mostra le idee che nascono mentre si è in prigione. Con il consapevole cinismo di lasciare a chi osserva l’eventuale analisi o il confronto tra idee in libertà e idee in prigionia. … Penso che rubare le idee possa far bene alle idee – spiega l’autrice Paola Tognon – Per ragioni professionali mi sono domandata se scrivere di un’opera, di un ciclo, di una mostra, di un fenomeno o di un’attitudine, sia rubare idee. Se lo sia curare una mostra, quindi sottoporre allo sguardo-pensiero le idee altrui. Credo di sì. Penso però che il curatore, il critico o più in generale l’operatore non sia considerabile un povero d’idee per due semplici motivi: non esistano poveri d’idee ma più sovente un regime di fame, di spogliazione o massificazione; penso che prendersi cura delle idee altrui sia un’idea potente. Non un atto di generosità, ma un’opportunità che sollecita nuove idee. Paradossalmente la censura delle idee può essere letta come un prendersi cura delle idee, tanto da diffidarne o averne paura. …Caveau – che nasce dall’idea di un artista – è un’opera/progetto che si prende cura delle idee, con un gioco di ribaltamenti e di rilanci che è tipico dell’arte. In questo spazio minimo che ha a che fare con il denaro, con il tempo e con la dismissione, siamo invitati a inserire delle idee autografe. Dunque inserisco nel caveau questa riflessione che è l’abbozzo di un’idea sulla quale vorrei continuare a riflettere e dialogare”.
L’idea di Paola Tognon è la settima del progetto Caveau, ed è stata preceduta da quelle di Claudia Salaris, Pietro Gaglianò, Bianco-Valente, Pablo Echaurren, Alfredo Pirri e Marina Dacci. Tutte le opere del progetto daranno vita ad una mostra e saranno raccolte in un libro edito dalla casa editrice Gli Ori. Un quaderno di idee con sempre nuove pagine da scrivere nel quale sarà svelata anche la relazione che lega i dodici ospiti di Caveau.
Paola Tognon, storica dell’arte, è curatrice e critica. Ha lavorato per enti e istituzioni pubblici e privati, come consulente e autrice per progetti editoriali, come docente di Storia dell’arte contemporanea e Sociologia della cultura. Fonda progetti partecipativi e collabora con alcune riviste d’arte. E’ direttrice artistica di contemporary locus (www.contemporarylocus.it).
CAVEAU – Vicolo del Coltellinaio – 53100 Siena – www.c-aveau.it