Oggi, all’insegna di manifattura 4.0 l’assemblea generale di Confindustria Toscana Sud di fronte ad un gremitissimo auditorium di Arezzo Centro Fiere e Congressi, dove si sono riuniti gli imprenditori di Arezzo, Siena e Grosseto. Tante le autorità in sala, presenti all’assemblea anche i principali vertici nazionali di Confindustria: il neo presidente Vincenzo Boccia e tre vice presidenti Nazionali Antonella Mansi, Licia Mattioli, Marco Gay presidente dei Giovani imprenditori.
Apre i lavori dell’assemblea il presidente Andrea Fabianelli, che sottolinea nella sua relazione l’impegno a tutto tondo dell’associazione verso il futuro; Confindustria Toscana Sud è stata la prima realtà in Toscana che ha creduto e realizzato la fusione tra diverse realtà territoriali. Fabianelli rimarca come questo non sia un punto d’arrivo, ma una tappa di un percorso che dovrebbe portare alla creazione di un’unica Confindustria regionale. Ricorda come ”la Toscana del Sud, con oltre 23 miliardi di euro, contribuisca al 21% del PIL regionale. Nel 2015 l’export ha raggiunto gli oltre 8,3 miliardi di euro, pari al 25% del dato regionale”. Ribadisce inoltre la centralità assoluta per il tessuto economico dei territori dell’industria manifatturiera, si appella alla Regione affinchè il manifatturiero non perda il suo naturale ruolo di protagonista in ogni ambito normativo. Fabianelli richiama poi la necessità di un profondo mutamento negli atteggiamenti della pubblica amministrazione verso le imprese, chiedendo una forte semplificazione di norme e procedure.
Invita tutti i colleghi imprenditori ad aprire il loro modus operandi e le loro aziende al futuro che imprescindibilmente vede legati tecnologia, informatica ed impresa, annunciando per ottobre anche la Innovation Week con eventi all’interno delle fabbriche dedicati a manifattura 4.0.
La quarta rivoluzione industriale è già realtà, sono stati chiamati imprenditori esperti che hanno già intrapreso questo cammino per condividere con i colleghi della Toscana del sud le loro esperienze: Layla Pavone, AD Industry Innovation Digital Magic SpA, Edmondo Orlotti Business Development Manager HPC e Big data Hewlett Packard Enterprise Emea, Riccardo Trichilo Firearms Division Director Beretta SpA.
Un confronto concreto e diretto ricco di spunti operativi, sotto la guida del giornalista Enrico Pagliarini, Radio 24. Gli imprenditori hanno inoltre potuto toccare con mano esempi concreti d’industria 4.0 grazie alla presenza nell’auditorium di prodotti presentati da aziende leader, start up e centri di ricerca all’avanguardia.
Chiude l’assemblea l’intervento del presidente Vincenzo Boccia: “La produttività è la variabile decisiva per le imprese e per il Paese, deve essere la priorità dell’agenza nostra e del governo. Il primo nodo da sciogliere. Dobbiamo mettere in moto un circolo virtuoso. Vogliamo più produttività per dare salari più alti, far crescere l’occupazione, la domanda interna, rendere più competitive le imprese e il sistema Paese in modo da far crescere il Pil. Con uno scambio. Parte di questa crescita va restituita riducendo le tasse su imprese e lavoro. Noi e i sindacati dobbiamo sentire la responsabilità di riscrivere le regole nell’ottica dello scambio salario-produttività. Il governo deve agire lato politica fiscale con la defiscalizzazione e la decontribuzione dei salari di produttività. Questa è la nostra sfida.”
Per la prima volta l’intera assemblea è stata trasmessa in diretta streaming sul sito dell’associazione, su SienaFree.it, dai principali media web e tv dei territori della Toscana del sud.
Relazione del presidente Andrea Fabianelli
“Gentili Ospiti, Colleghe e Colleghi, benvenuti alla nostra assemblea.
Do subito un caloroso benvenuto al neo Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia. Uno degli aspetti più belli della nostra associazione è sentirsi a casa in ogni territorio, quindi caro Vincenzo benvenuto in una delle tue case!
Saluto con piacere le autorità, i nostri relatori e do un caloroso benvenuto ai Vicepresidenti nazionali ed ai colleghi presidenti.
Oggi vogliamo fotografare il presente per proiettarlo ed accompagnarlo verso il futuro. Questa è l’unica via che abbiamo per guardare al domani.
Siamo nel 2016: anno ottavo dal fallimento di Lehman Brothers: lo spartiacque, l’evento che ci ha fatto capire che nulla sarà più come prima.
Anche quest’anno, in questa occasione, tracciamo un breve quadro dell’andamento della nostra industria.
La Toscana del Sud, con oltre 23 miliardi di euro, contribuisce al 21% del PIL regionale ed all’1,4% di quello nazionale.
Nel 2015 abbiamo esportato per oltre 8,3 miliardi di euro, pari al 25% del dato regionale, al 2% del dato italiano. Dopo la crescita del 3,3% del 2015, quest’anno le previsioni sono ad oggi negative, specie tenendo conto dell’effetto Brexit e dell’incertezza generale che grava sull’economia a livello globale.
Dal 2007 ad oggi il tasso di disoccupazione nel nostro territorio è salito di 5 punti percentuali: siamo arrivati al 9,5%, contro la media nazionale dell’11,9%.
Enrico Mattei scrisse “Il futuro è di chi lo sa immaginare”. Dobbiamo fare tutti, ripeto tutti, uno sforzo nel portare le nostre aziende a fare un salto culturale e tecnologico. Quello che andava bene ieri non va più bene oggi.
La società, il mercato, il progresso ci chiedono di cambiare velocemente stile imprenditoriale.
Le imprese devono crescere. Il nostro Presidente in un recente intervento ha sostenuto: “Piccoli si nasce, ma poi bisogna crescere”.
Le nostre aziende sono le nostre creature. Dobbiamo accompagnarle nel cambiare, nell’evolversi, nel crescere.
L’innovazione è la via giusta: implica la capacità di sviluppare nuovi prodotti e nuovo processi, brevettare, valorizzare marchi, investire nelle risorse umane ed in tecnologia. Attrarre i necessari capitali di rischio.
L’industria del futuro, l’industria 4.0 della quale parliamo oggi, è un’industria innovativa e sostenibile, capace di guadagnarsi la fiducia dei mercati, degli investitori e dei clienti.
Proprio su questo orizzonte abbiamo deciso di concentrare le riflessioni ed il dibattito di questa Assemblea.
In questo giorno, qui, insieme cercheremo di capire come accompagnare al meglio le nostre aziende – creature, verso l’età adulta, verso il loro futuro.
Accanto ai nostri, ci devono essere gli sforzi degli amministratori pubblici nazionali e locali. Dei Presidi, degli Insegnanti e dei ricercatori.
Tutti uniti nella volontà di fare insieme il necessario percorso.
La vera ricchezza di un territorio è il settore manifatturiero. Rappresenta la colonna portante ed insostituibile dell’intera economia. Va compreso, assecondato, supportato da tutti.
Siamo la seconda potenza manifatturiera europea, dobbiamo mantenere questa posizione. Dobbiamo farlo, con impegno in ogni regione, in ogni territorio.
Dobbiamo farlo insieme al sistema-paese piuttosto che, nonostante il sistema-paese.
Per questo abbiamo recentemente sottolineato il rischio che nel Piano di Sviluppo della Regione Toscana il manifatturiero perda la sua centralità.
E speriamo che la riforma della pubblica amministrazione non si esaurisca nelle solite procedure e nei soliti moduli da riempire on line anziché su carta.
Un esempio per tutti: il 70% dei nostri comuni applica la Tassa Rifiuti in modo difforme alle norme nazionali. In una Regione che ha il costo pro capite del servizio fra i più elevati d’Italia.
Il Jobs Act ha ridato slancio all’occupazione, ma purtroppo alcuni decreti attuativi stanno complicando non poco la vita alle aziende: penso alle procedure di cassa integrazione, a quelle relative alle dimissioni o alla detassazione dei premi di risultato.
Caro Vincenzo, siamo certi che l’enorme debito pubblico ti sarà ancora posto come ostacolo agli investimenti ed alla riduzione della pressione fiscale dei quali il Paese ha invece bisogno ed urgenza.
Ma non ci sono alibi per l’atteggiamento che i burocrati a tutti i livelli hanno nei confronti delle imprese.
Su questo ti chiedo, a nome di tutti noi, un impegno di mandato. Hai dedicato al tema molti passaggi del tuo programma: abbiamo bisogno di amministrazioni che ci sostengano almeno quanto i nostri concorrenti esteri sono sostenuti dalle loro.
Tornando a noi, in attesa che qualcosa cambi nel sistema Paese, non possiamo far altro che rimboccarci le maniche. Unirci insieme – almeno noi – nello sforzo di crescere ed aprire le nostre aziende all’innovazione.
Torniamo alla quarta rivoluzione industriale.
Abbiamo chiamato oggi esperti ed imprenditori che l’hanno realizzata per raccontarci le loro esperienze.
Cambiare i processi produttivi tramite l’impiego delle tecnologie digitali fa crescere la produttività, fa evolvere i prodotti e li rende personalizzabili. Secondo le esigenze e le richieste sempre più specifiche di clienti sempre più esigenti.
Quella di oggi è la prima tappa di un percorso che riprenderemo in autunno. Ad ottobre realizzeremo nelle nostre aziende una settimana di seminari, eventi e incontri dedicati all’industria 4.0.
Con i nostri collaboratori che si occupano di processi, prodotti, mercati e risorse umane, creeremo momenti di contaminazione, aperti ai docenti degli istituti tecnici e delle Università. Per questo progetto ringrazio l’amico Fabrizio Bernini, il nostro Vicepresidente con delega all’innovazione.
Confindustria Toscana Sud nasce dall’aver immaginato un futuro diverso della rappresentanza. Per questo sono grato ai miei compagni di viaggio Mario Salvestroni e Paolo Campinoti. Dobbiamo ora immaginare un nuovo modo di fare associazione. Sono ormai evidenti a tutti i segnali che il modello attuale deve fare un ulteriore salto. A Roma come in una qualsiasi città italiana, piccola o grande che sia.
Anche su questo, caro Presidente, dobbiamo tutti provare ad immaginare il futuro per poi iniziare a costruirlo insieme.
Siamo stati tra i primi in Italia a dar vita all’unione fra 3 territoriali. Ma è solo una tappa, e non il traguardo.
Il bisogno di crescere e collaborare ci apre ad ulteriori aggregazioni con chi sente più il bisogno di unirsi che di distinguersi. Come noi la pensano gli industriali di Firenze, Livorno e Massa Carrara.
In attesa di trovare insieme a Toscana Nord e Pisa il punto di arrivo unitario di un processo di trasformazione, che proprio noi industriali di Arezzo, Grosseto e Siena abbiamo messo in moto per primi.
Gli imprenditori, grazie alle rivoluzioni industriali, sono stati gli artefici di cambiamenti epocali, culturali e sociali.
E tutto ciò si chiama Progresso: la dimostrazione che il futuro è di chi lo sa immaginare. Grazie.”