All’interno dell’impiano per la produzione di apparecchiatura elettrica ed idromeccanica, di una azienda fallita da un paio d’anni, sono ancora presenti apparecchiature e linee di produzione. L’uomo ha così fatto accesso all’interno dello stabilimento dopo aver forzato un cancello pensando di passare inosservato, ma ai carabinieri, in servizio di controllo del territorio, non è passato inosservato il suo furgoncino parcheggiato nei pressi dell’impianto.
I militari si sono avvicinati al mezzo ed hanno così constatato che il veicolo aveva ancora il motore caldo ed era chiuso a chiave. Dopo i controlli del caso i militari hanno deciso di fare un verifica più approfondita, soprattutto in considerazione del fatto che il veicolo risultava intestato ad un soggetto gravato da alcuni precedenti penali per reati contro il patrimonio.
Dopo una breve ricognizione, i carabinieri si sono accorti che una porta di accesso allo stabilimento era stata forzata ed hanno quindi deciso di accedere all’interno. Torce alla mano, i militari, sentendo dei rumori, hanno proceduto a qualificarsi intimando di uscire con le mani ben in vista. All’intimazione ha fatto seguito un fragoroso rumore di oggetti che cadevano al suolo e l’inconfondibile rumore di passi in fuga.
Sul posto è quindi stata fatta convergere una seconda pattuglia di rinforzo e dopo una lunga ed attenta ricerca, nascosto in una botola sul pavimento, i militari hanno trovato il 62enne che è stato così arrestato in flagranza di reato per furto.
All’interno dell’edificio infatti, sono stati rinvenuti diversi attrezzi da scasso e numerose bobine di cavo rimosso dagli impianti dell’edificio, oltre ad altro materiale ferroso rimosso dai macchinari. Il controllo eseguito all’interno del furgone ha poi permesso di recuperare altro materiale ferroso asportato dagli impianti della fabbrica.
Condotto in caserma, il ladro si è giustificando dicendo che credeva che quel materiale sarebbe andato alla distruzione e non pensava di creare danno a nessuno essendo lo stabilimento in disuso. Non è stato dello stesso parere il curatore fallimentare che, con i macchinari e l’immobile, ha il compito di ripianare le finanze per compensare i vari debiti della ditta.
L’uomo è stato quindi trattenuto presso le camere di sicurezza per essere poi portato davanti al giudice per l’udienza direttissima che ha convalidato l’arresto sottoponendolo alla misura dell’obbligo di firma alla polizia giudiziaria.