Siena allora contava circa 20.000 abitanti, siamo negli anni ’40 del XV secolo, quasi seicento anni fa. Città piccola, ma famosa e ammirata. Capitale di un territorio non trascurabile nella geopolitica di allora, si trovava in una zona fra le più progredite del continente e, amministrata con sperimentata scienza di governo, poteva vantare istituzioni prestigiose, compresa una sede universitaria di richiamo europeo e una cattedra vescovile fra le più ambite della cristianità. Il territorio, provvisto di approdi marittimi, situato a cerniera tra un versante e l’altro del mare, tra nord e sud della penisola, aveva importanza strategica straordinaria anche per la Francigena, che collegava l’Europa del nord con Roma e attraversava la città da Porta Camollìa fino alla grandiosa Porta Romana.
Il ciclo di affreschi di cui si parla nel testo è un unicum nella storia della pittura. Rivoluzionario nella forma e nei contenuti, inizia con le immagini di Adamo ed Eva e illustra un percorso di salvezza attraverso il soccorso a infermi, pellegrini, mendicanti, bambini abbandonati.
I gesti di solidarietà, dar da mangiare agli affamati, vestire gli ignudi e le altre opere di misericordia, sono descritti con verismo tale da rendere il ciclo prezioso documento della realtà quotidiana sul finire del Medioevo in un centro urbano fra i più progrediti di allora. Immagini ancora oggi di una freschezza e modernità che va oltre il momento storico e i gusti di un’epoca.
Un libro dal linguaggio immediato e accessibile, nonostante la complessità del tema; tradotto anche in lingua inglese con il titolo “The Fabric of history”.