“Terra di Siena, Terra del Mondo” questa è la formula che abbiamo deciso di adottare. Una formula che parla di noi, di Siena e della sua provincia.
Parla di quelle immagini che fanno parte della nostra cultura e della nostra identità politica e civile: parla dell’“Allegoria del Buon Governo” e parla dei tanti affreschi presenti in questo Palazzo, il Palazzo Pubblico, ma anche di quelle immagini esemplari della pittura gotica senese custodite nella nostra Pinacoteca. In molti di questi dipinti è possibile ammirare quel tipico paesaggio di cui andiamo fieri da centinaia di anni.
Ma dedicare la parte allegorica del Drappellone alla “Terra di Siena” significa, soprattutto, dare centralità ad uno dei tratti più caratteristici e universalmente riconosciuti dell’identità senese: quello della produzione agroalimentare e del secolare legame tra la città e le sue campagne. Un legame ancora oggi indissolubile.
Un legame contemporaneamente etico ed estetico quello tra Siena e il territorio che la circonda, che ha trovato, come ho già sottolineato, espressione nella più alta produzione artistica senese. A cominciare proprio dagli “Effetti del Buongoverno in campagna” di Ambrogio Lorenzetti. Un vero e proprio manifesto dal quale emerge forte quella peculiare dimensione di sostenibilità, nella produzione agricola come nei rapporti politici e sociali, che Siena vuole mostrare all’Italia e al mondo nell’anno di Expo 2015. Siena ribadisce, quindi, sullo scenario internazionale la sua immagine di città che, sapientemente, si è sempre posta la sfida di trovare le forme più appropriate nelle relazioni con la ruralità circostante. Non solo per finalità di sussistenza e produzione agro-alimentare, ma anche e soprattutto come modello di equilibrio e stile di vita.
Ad una città ben governata corrisponde una campagna ordinata e laboriosa. Nell’affresco del Lorenzetti città e campagna sono intercomunicanti e si integrano vicendevolmente: l’una dipende dall’altra. Per questo motivo Siena può rappresentare un modello di crescita e di sviluppo per il mondo intero. Sviluppo e sostenibilità ambientale; tutela del paesaggio e buon vivere. Sono questi i principi su cui si è basato il modello senese, da secoli, ed è quello che vogliamo presentare al mondo.
Elisabetta Rogai è stata una straordinaria interprete di tutto questo. Il suo Drappellone è una splendida narrazione artistica del nostro territorio e della nostra Festa.
La composizione segue una linea narrativa che, dall’impetuosa corsa dei cavalli, attraverso il gioco spensierato di un bambino che lascia scorrere su una pista i barberi, si sublima nella rappresentazione della Vergine dall’aureola di dorate spighe che dispiega il proprio manto in un materno abbraccio alla città.
La “terra” di Siena è la protagonista indiscussa di quest’opera che trasforma la materia pulsante in colore. Proprio i colori utilizzati, infatti, provengono dai prodotti della nostra terra, primo tra tutti il vino.
La Città è simboleggiata dalla rappresentazione della Piazza del Campo, sul perimetro della quale la scritta “Amate la giustizia voi che governate la terra”. Lo stesso monito che echeggia in questo Palazzo, sull’affresco del Lorenzetti al di sopra dell’allegoria della Giustizia, in lingua latina: “DILIGITE IUSTITIAM QUI IUDICATIS TERRAM”. Monito che si sostanzia nelle splendide visioni di una città fiorente e di una campagna antropizzata. Monito riattualizzato dall’artista, che ci parla di sostenibilità delle risorse e di un rapporto virtuoso tra produzione e consumo.
Sulla seta del Drappellone si è quindi realizzato un connubio denso di significati, tra la creatività della pittrice e i frutti della terra senese. Sullo sfondo ci sono gli stessi temi in agenda anche per il grande evento di portata globale di cui l’Italia è protagonista.
Dalla terra di Siena al mondo, quindi: Terra di Siena Terra del Mondo.
Cari concittadini, da ora, da questo momento rituale – la presentazione del Drappellone- iniziano i giorni della nostra Festa. Una festa, il Palio, caratterizzata da ingredienti particolari: storia, identità, amore, gioia, rabbia, profumi, colori e tanta passione. Una passione sana fatta di amore per Siena, di amore per le contrade e di amore per i cavalli. Sì, per chi non lo avesse capito, il Palio è tutto questo: compreso l’amore e il rispetto per un animale che per noi senesi è sacro. Il cavallo. Lo dico da Sindaco, ma soprattutto da senese: l’invito che faccio a chi ci guarda da fuori è quello di osservare e comprendere prima di giudicare.
Permettetemi di concludere ringraziando tutti coloro che si adoperano – notte e giorno- per rendere possibile questi giorni di Palio.
Buona Festa a tutti.
Grazie”
Bruno Valentini
Sindaco di Siena