“La nostra fiducia in Poste Italiane è nulla. Il Comune, con Regione, Uncem e Anci, sta facendo il possibile per scongiurare la chiusura dell’ufficio postale di San Gusmè, inserito nel piano di razionalizzazione di Poste Italiane insieme ad altre 50 frazioni della Toscana. E’ inaccettabile che un’azienda a maggioranza pubblica prenda decisioni che si ripercuoteranno negativamente sulla qualità della vita di centinaia di migliaia di cittadini, a partire da quelli più anziani”. Con queste parole Fabrizio Nepi e Alessandro Maggi, sindaco e vicesindaco di Castelnuovo Berardenga hanno aperto, nei giorni scorsi l’assemblea con i cittadini di San Gusmè.
“La nostra sfiducia in Poste Italiane – hanno spiegato Nepi e Maggi – è talmente radicata che stiamo già pensando ad alternative concrete per evitare che i cittadini della frazione si ritrovino senza ufficio postale e senza servizi. Tra le possibili opzioni che stiamo valutando ci sono la possibilità di attivare un ‘servizio domiciliato’ per i pagamenti delle bollette, attraverso il sostegno di istituti di credito che si sono dimostrati sensibili al problema, oppure, come abbiamo fatto a Vagliagli, aprire uno sportello di prossimità grazie al progetto della Regione Toscana ‘Ecco Fatto!”. Inoltre, cercheremo di aumentare il servizio di trasporto dalla frazione al capoluogo, già attivo una volta alla settimana, per consentire alle persone con maggiori difficoltà negli spostamenti di svolgere le necessarie commissioni. E’ inaccettabile, come affermato dal governatore Rossi, che gli enti locali, che già devono far fronte ad oggettive difficoltà economiche, siano costretti ad impegnare risorse per sopperire al servizio universale di Poste Italiane, società che produce un utile netto di oltre un miliardo di euro, come certificato dal bilancio 2013”.
“Il Comune, insieme alle altre istituzioni – continuano Nepi e Maggi – sta facendo di tutto, compresa l’azione legale al Tar, per scongiurare l’ipotesi chiusura e tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica sulla questione. Riteniamo inaccettabile che un’azienda pubblica come Poste Italiane che fa utili pesanti con i risparmi e i depositi dei suoi correntisti, chiuda presidi importanti e storici come quelli di San Gusmè, Serre di Rapolano e addirittura dell’ospedale di Nottola”.
“Da parte nostra – hanno concluso Nepi e Maggi – continueremo la mobilitazione contro Poste Italiane, dando attuazione allo stesso tempo a tutte le azioni possibili affinché la cittadinanza di San Gusmè l’8 di settembre continui ad avere un servizio. Sul fronte legale proseguiremo con il ricorso al Tar presentato contro Poste Italiane, sperando di uscirne vittoriosi, obbligando così le poste a rivedere le decisioni prese”.
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martedì, 23 Aprile 2024