Il presidente di Confindustria Toscana Sud, Andrea Fabianelli, ha premuto subito sull’acceleratore delle critiche.
“D’altra parte sistemi, impianti, società e dipendenti sono gli stessi di prima ed i Comuni non accettano di rivedere l’organizzazione dei servizi che il gestore Sei Toscana propone. In queste condizioni nessun imprenditore può ridurre i costi o migliorare i servizi. E’ l’Autorità d’ambito che deve attivarsi e spero che lo stia facendo seriamente”.
Fabianelli si dice sicuro che neppure sono stati risolti i conflitti d’interesse fra controllore e controllato. “I Comuni che attraverso l’Autorità di Ambito dovrebbero fare i “controllori” sono soci di molte delle stesse imprese che gestiscono i servizi; le società sono troppe ed hanno partecipazioni incrociate che legano gli uni agli altri: una struttura societaria così complessa incide già di per sé sui costi, impedisce di mettere in competizione diversi concorrenti e di realizzare in questo modo risparmi ed economie di scala”.
“E la più grande preoccupazione è proprio sui costi – insiste Fabianelli – se non si revisiona il sistema, le tariffe saliranno ancora ben oltre l’incremento medio del 10% registrato tra 2013 e 2014. Ulteriori aumenti non sono tollerabili, questo deve essere chiaro. Ad oggi il costo medio per abitante è attorno ai 200 euro: com’è possibile che in alcune aree del nord sia quasi il 20% più basso ? E’ arrivato il momento – dice Fabianelli – di capire perché e di porci obiettivi di riduzione. Gli anni delle vacche grasse sono finiti. Per tutti”.
L’ultimo appello del Presidente degli industriali è sugli investimenti: “Il gestore dovrebbe poter realizzare senza gara solo investimenti che garantiscano riduzioni delle bollette. E al diminuire delle tonnellate di rifiuti deve corrispondere una diminuzione dei costi e non un aumento dei costi a tonnellata. Parliamo già di oltre 160 milioni di euro all’anno che i contribuenti della Toscana sud pagano: un realistico recupero di efficienza del 5% significherebbe 8 milioni in più nelle tasche di cittadini e imprese. Abbiamo l’obbligo di provarci”.