Così l’Istituto Superiore di Sanità ha chiosato il primo studio epidemiologico condotto dall’Agenzia Regionale di Sanità in collaborazione col CNR sulla popolazione dell’Amiata.
“Il tema affrontato era palesemente complesso ma di indubbia rilevanza in termini di sanità pubblica – si legge nella lettera inviata dal presidente dell’ISS alla Regione Toscana – Lo studio ha saputo usare al meglio i dati disponibili negli archivi regionali con piena consapevolezza dei margini di incertezza legati a queste rilevazioni, organizzandoli in un piano di studio radicato nel filone dell’epidemiologia geografica, al quale gli istituti scientifici toscani hanno fornito negli anni scorsi numerosi sigificativi contributi”.
“L’accuratezza con cui lo studio riporta e commenta la metodologia adottata consente al lettore una piena fruizione dei risultati”.
“A fronte di questa impostazione – continua la lettera – , le conclusioni dello studio appaiono riflettere efficacemente il complesso degli obiettivi raggiunti, quantomeno dei principali risultati per ovvie necessità di sintesi”.
“Questo Istituto condivide la valutazione di una sostanziale coerenza del quadro di mortalità e morbosità osservato nei comuni delle aree geotermiche rispetto ai valori rilevati nei comuni limitrofi (una scelta particolarmente appropriata in vista della sostanziale comparabilità di queste aree con quelle geotermiche) e anche rispetto agli andamenti medi regionali”.
“Si concorda anche sul fatto che la maggior parte degli scostamenti osservati appaiono spiegati dalla variabilità casuale, da fattori associati alle esposizioni professionali, soprattutto dal passato e dalle condizioni socio-economiche. Il possibile contributo di queste ultime sul carico di patologia osservata nell’area potrà forse essere oggetto di un approfondimento fondato su una nuova analisi dei dati”.
“Alcune segnalazioni di incrementi localizzati di specifiche patologie possono essere messe in relazione con l’esposizione ad alcuni degli agenti inquinanti presenti nell’area. Anche questi segnali possono essere oggetto di ulteriori approfondimenti che potranno richiedere una disaggregazione dei dati sanitari a livello sub comunale”.
“E’ chiaro tuttavia – conclude la lettera – che il senso profondo di questo studio sta soprattutto nel suo essere ancorato ad una sistematica azione di sanità pubblica che prevede monitoraggio ambientale, interventi di abbattimento degli inquinanti in diverse matrici ed interventi preventivi di provata efficacia su malattie evitabili, indipendentemente dalla loro frazione eziologica ambientale”.
Ed è esattamente questo che Regione e Ars hanno fatto con il 2° studio epidemiologico e con il piano di attività presentato nei giorni scorsi con l’Osservatorio sanitario.