Economia reale: negli States, la Fed pubblica il Beige Book in cui conferma il miglioramento dell’economia statunitense a dicembre; ciò nonostante, rallenta la crescita dei consumi e la ripresa risulta più contenuta nei distretti esposti allo shale oil. A gennaio, l’indice di fiducia dei consumatori rilevato dall’Università del Michigan balza ai massimi dal 2004 (a 98,2 p.) e cresce la manifattura di NY (a 9,95 p.); nella settimana chiusasi il 10 gennaio, aumentano tuttavia le richieste di sussidio di disoccupazione (316 mila unità) e nello stesso mese, crolla l’indice di fiducia commerciale dello Stato di Philadelphia (a 6,3 p.). A dicembre rallentano l’inflazione (allo 0,8% a/a, livello minimo da ottobre 2009) e la produzione (al 4,9% a/a). L’Eurozona, a dicembre, entra in deflazione (-0,2% a/a) e, a novembre, si contrae la produzione industriale WDA (-0,4% a/a). La Germania registra un rallentamento dell’inflazione a dicembre (allo 0,2% a/a) e un Pil in crescita dell’1,5% per l’intero 2014. In Italia, si conferma la variazione negativa dell’Ipca (-0,1% a/a a dicembre), e, a novembre, prosegue il calo tendenziale della produzione WDA (-1.8% a/a), che tuttavia sale su base mensile. Nel bollettino economico, la Banca d’Italia taglia la stima di crescita del Pil del Bel Paese per il 2015 (allo 0,4% dall’1,3% stimato a luglio), ma sottolinea che il varo di un QE “aggressivo” da parte della Bce, potrebbe avere un effetto positivo sul Pil italiano di uno 0,5% nel prossimo biennio.
Tassi di interesse: cala la curva dei rendimenti dei Treausury e degli omologhi europei, con il 30Y statunitense e il decennale tedesco su nuovi minimi storici. In diminuzione il decennale italiano, sceso sotto l’1,65% per poi attestarsi intorno 1,66%; si restringe lo spread Btp-Bund appena sopra i 120 pb. In forte ribasso l’Euribor a 3M che venerdì scorso fissava ad un nuovo minimo dello 0,06%.
Valute: settimana movimentata sul forex, dato il marcato apprezzamento del franco svizzero a seguito della decisione della SNB di rimuovere il floor vs €. Il cross €/CHF si è così stabilizzato appena sotto la parità. Il cross €/$ tocca i minimi dal 2003, sotto l’1,15, per poi risalire sino all’1,16. Andamento misto per le valute emergenti, con il rublo fortemente penalizzato.
Materie prime: miste le principali commodity; negative le agricole e il rame (ai minimi da sei anni). In controtendenza l’oro, sui massimi da settembre, poco sopra i 1270 $/oncia. Timido recupero delle quotazioni petrolifere.
Borse: settimana tendenzialmente positiva per le borse europee (il Dax ha registrato un nuovo massimo storico) ad eccezione di Atene e del listino svizzero (tuttavia positivo se convertito in €). Negative le borse Usa. Positivo l’Eurostox 600.