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ECONOMIA, COMMERCIO e FINANZA

SEL: ”Siena, la Toscana e l’Italia non possono fare a meno dell’Enoteca Italiana”

7 Gennaio 20155 minuti di lettura
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sel300“E’ noto che l’Ente Vini-Enoteca Italiana attraversa una situazione drammatica di indebitamento, che rende molto difficile se non impossibile continuare a svolgere il suo ruolo senza un immediato risanamento finanziario. Tuttavia dobbiamo provare a rilanciare tale strumento, o ricostituirne uno nuovo, che facendo leva sulle grandi professionalità in esso esistenti, e liberato dal pesante fardello debitorio nonché da una gestione risultata fallimentare, possa riprenderne e proseguirne il cammino, anche innovando le importanti e positive iniziative sperimentate in passato.” Così un comunicato della Commissione provinciale Economia e Finanza di SEL:

“Le Pubbliche Istituzioni e l’Assemblea dei soci – prosegue SEL – hanno quindi il dovere di esperire tutte le possibili ipotesi di salvezza e di potenziale rilancio prima di alzare bandiera bianca
Purtroppo le lettere di licenziamento inviate a sette dipendenti (6 sono rimasti con orario part-time) che rappresentano assieme agli altri, l’unica risorsa possibile sulla quale fare leva per risanare e rilanciare l’Ente, va in direzione del tutto opposta!
La strada da percorrere è un’altra. Quella di un’analisi approfondita tesa ad individuare dei motivi veri e le cause effettive che hanno portato all’indebitamento:
– i soci non hanno versato le loro quote annuali ed hanno sottovalutato l’importanza e l’attualità dell’Ente?
– Il ruolo e le iniziative che l’Ente ha svolto negli ultimi anni non erano più considerate utili ed essenziali per lo sviluppo qualitativo e la valorizzazione dei vini DOC, DOCG ED IGT?,
– carenze progettuali e di sperimentazione di iniziative nuove, adeguate ai nuovi modelli competitivi sui mercati italiano, europeo e mondiale?
– Indebolimento del ruolo di produzione di cultura del e sul vino, sul come si produce e come va consumato perché sia di aiuto alla salute e non il contrario?
– Assunzione di un ruolo più di ordine commerciale che ha fatto pensare alla possibilità di potersela cavare da solo?
– Ricaduta nel provincialismo, rispetto al ruolo nazionale e internazionale per il quale era nato, al servizio del MIPAAF, dell’ICE, delle Regioni e di molte Ambasciate italiane?

A queste ed altre domande dovrebbero essere subito chiamati a dare risposta gli organi statutari dell’Ente assieme all’ “Interprofessione Vitivinicola”, alle pubbliche Istituzioni Senesi, alle Regioni ed al Ministero dell’Agricoltura ed al personale dell’Ente e dell’Enoteca, al fine di elaborare una proposta di avvio a soluzione della crisi dell’Ente, o della sua sostituzione con un soggetto giuridico diverso, che abbia gli stessi scopi.
Dire come muoversi in concreto, dall’esterno è molto difficile. Ma non vi è dubbio che, nonostante le obbiettive difficoltà, sia utile ricostituire e se necessario reinventare un ruolo nazionale e internazionale dell’Ente, da porre al servizio di tutti i produttori, ma in particolare dei piccoli e medi, altrimenti verrebbe meno, obbiettivamente, la necessità stessa dell’Ente Vini-Enoteca Italiana.

Nel contempo, sembra indispensabile riconquistare un ruolo regionale toscano, eventualmente, anche dall’interno dell’Agenzia Regionale di valorizzazione e promozione delle produzioni agricole e alimentari, facendosi riassegnare la biennale “Selezione dei Vini Toscani” nata per iniziativa dell’Enoteca Italiana 26 anni fa, e riproporsi quale organizzatore e gestore delle iniziative toscane al Vinitaly di Verona e all’estero, inerenti non solo i vini ma anche gli altri prodotti agroalimentari tipici di qualità DOP, IGP ed STG.
Una prima scadenza importante è rappresentata da ESPO 2015 a Milano dove l’Ente potrebbe essere incaricato di organizzare nel padiglione italiano la presentazione dei vini toscani e ove si fosse ancora in tempo, quelli dell’intero Paese.
Per avviare l’Ente Vini Enoteca Italiana verso la salvezza, o utilizzare le sue stesse professionalità per farne partire uno nuovo, con le stesse funzioni ma libero da qualsiasi indebitamento pregresso, occorre ricostruire le condizioni perché l’Ente possa tornare ad un ruolo propulsivo di ordine nazionale ed internazionale, che aiuti lo sviluppo delle produzioni vitivinicole italiane di qualità certificata e la loro promozione sui mercati mondiali. Un obbiettivo difficile da conseguire, ma non impossibile se tutti i soggetti interessati si incontreranno, discuteranno e decideranno le cose da fare con urgenza, anche per dare agli stessi dipendenti una nuova prospettiva di lavoro qualificato e di impegno!

A questo proposito è sicuramente da considerare un primo passo importante lo stanziamento di un milione di euro che, con il sostegno della Commissione Consiliare Agricoltura, ha già stanziato la Regione Toscana.

Costruire nella Fortezza Medicea la “Cittadella dei sapori senesi e/o toscani”
Si ritengono inoltre maturi i tempi perché l’”Enoteca Italiana” divenga il soggetto fondamentale, sul quale poggiare la progettazione e realizzazione all’interno della Fortezza Medicea, della “Cittadella dei sapori senesi e/o toscani”, ipotizzata in tempi non sospetti (ormai da qualche decennio) , ma che oggi si rende sempre più necessaria ed urgente, per valorizzare e promuovere non solo i vini DOCG, DOC ed IGT, ma anche le altre produzioni agricole e alimentari a Denominazione di Origine Protetta, ad Indicazione di Origine Protetta e le Specialità Tradizionali Garantite, delle quali è così ricca la nostra provincia e l’intera Toscana.
A tale proposito, il fatto che anche il Comune, per voce del Vice Sindaco Fulvio Mancuso, abbia annunciato che il 2015 sarà “ l’anno della Fortezza” e che “anche l’Enoteca dovrà trovare la forza per rinascere e rinnovarsi” rappresenta sicuramente un incoraggiamento importante.
Con la “Cittadella” in Fortezza, potrebbero essere organizzate durante l’anno anche particolari opportunità per gli operatori commerciali con giornate o settimane dedicate a ciascuna delle produzioni: vino, olio, formaggi, salumi, carne chianina, dolci, ecc. Anche rivolte agli operatori commerciali ed esteri.

Per gli obbiettivi sopra enunciati, che si ritengono utili, necessari e perseguibili, ma sicuramente non facili da raggiungere, si invitano quanti sono interessati: pubbliche istituzioni, Consorzi, produttori e cittadini a discuterne insieme, a confrontarsi apertamente, avendo quale unico scopo quello di perseguire il bene comune e non abbandonare a se stesso l’Ente Vini – Enoteca Italiana, perdendo così un’altra eccellenza storica ed un’altra opportunità della nostra Città e della nostra Provincia, per avviare la ripresa economica e la creazione di nuovi posti di lavoro qualificato”.

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