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AQUILA

”Le Contrade di Siena raccontate dai Priori”: Aquila – FOTOGALLERY

5 Novembre 20127 minuti di lettura
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priore-aquila-sandronerliProseguendo il nostro cammino alla scoperta delle 17 contrade, giunto questa settimana alla terza puntata, andiamo oggi a conoscere la Nobile Contrada dell’Aquila. In Via del Casato di Sotto, al civico 82, a pochi passi da Piazza del Campo, il priore Sandro Nerli ci apre le porte della “sua” contrada. Il nostro viaggio comincia qui…

LA STRUTTURA Entriamo subito in una delle stanze del museo, quella adibita alle assemblee, in cui possiamo notare un’affascinante commistione tra antico (le vecchie bandiere che testimoniano i mutamenti araldici della contrada tra cui spicca un’Aquila Napoleonica ed un’Aquila ad una testa risalente al periodo della  prima guerra mondiale) e moderno (le sedie di plastica, tutte con l’incisione dello stemma) e cominciamo a parlare della struttura della contrada: “Abbiamo un seggio ristretto – racconta Nerli – del quale, oltre al priore, fanno parte il vicario generale, 2 provicari, un camerlengo, un cancelliere, un vicecancelliere, 5 consiglieri, i presidenti delle commissioni cultura, economato, piccoli e giovani, finanza, beni immobili, il presidente della società Il Rostro e il capitano. Hanno invece diritto di accesso, ma non quello di voto, il presidente dei donatori di sangue e il rettore del collegio dei maggiorenti. Non abbiamo altri organismi direttivi e il fatto di essere in pochi rende il seggio molto dinamico. Con il recente cambio di statuto, il seggio resta in carica 2 anni rispetto ai precedenti 3 e il Priore, cosi come il Capitano, non può rimanere in carica per più di 3 mandati. Le elezioni si svolgono in maniera alternata, negli anni pari quelle per il priore (c’è già una commissione al lavoro ndr) e negli anni dispari per il capitano, mentre per la società, che resta in carica 2 anni, le elezioni sono a parte e si svolgono negli anni pari”.  

IL POPOLO Una contrada giovane che ha avuto uno sviluppo demografico forte negli ultimi anni. Questa è l’Aquila, un rione che nonostante la lunga astinenza dalla vittoria di palio, è vivo, unito e con forte senso di appartenenza: “Siamo circa 900 contradaioli protettori – commenta il priore – che si distinguono dai protettori semplici, ovvero coloro che pagano il protettorato ma non hanno diritto di voto e non possono partecipare alle assemblee. Questo per rispettare una vecchia tradizione, per cui diverse  persone, pur essendo di un’altra Contrada, direi quasi per una forma di rispetto per la città, pagavano anche il protettorato delle altre Consorelle. Il nostro rione ha avuto uno sviluppo demografico marcato negli ultimi anni. Il territorio è un grande contenitore di opere d’arte, basti pensare al Duomo, Palazzo Chigi Saracini, la Prefettura, ma scarso di abitazioni e questo comporta un basso numero di contradaioli che abitano al suo interno. L’Aquila è una contrada giovane, dove forse mancano un po’ le generazioni, chiamiamole con maggiore esperienza, ci sono tantissime iniziative e nonostante il lungo digiuno vedo una bella unità d’intenti. La rivalità con la Pantera è forte, ma ultimamente si sta incanalando nei giusti binari perché prima le frizioni erano all’ordine del giorno, adesso invece siamo riusciti a limitarle. Insieme al priore della Pantera, con il quale c’è un ottimo rapporto, abbiamo preso anche alcune decisioni impopolari, ma utili perché le cose rimangano nella normalità. La rivalità resta, ma se riusciamo a far passare il concetto che prima di tutto ci deve essere il rispetto per l’avversaria e per le persone, allora qualsiasi decisione può essere assimilata tranquillamente”. Sono parole, queste, di chi la contrada l’ha vissuta da sempre e che può vantare un’esperienza significativa sia in contrada che in società: “Sono stato 4 anni consigliere di società – prosegue Nerli – poi presidente della commissione finanza per 3 anni, provicario per 6 e per altrettanti vicario generale (di Goretti, Paolini e Orlandini) e infine da 3 anni sono priore. In totale sono in seggio da 18 anni consecutivi”.

aquila-fontanino450vIL MUSEO E L’ORATORIO Dopo il racconto del priore, iniziamo a visitare il museo e l’oratorio della Nobile Contrada dell’Aquila, un viaggio a ritroso che parte dal presente per concludersi nel 1700, una sorta di percorso di insieme veramente affascinante: “Il museo è il nostro fiore all’occhiello – commenta Sandro Nerli – perché quello che vedete lo abbiamo fatto tutto da noi. Fino agli anni ’70 l’Aquila praticamente non aveva proprietà immobiliari, poi con il tempo siamo riusciti pian piano a costruire tutto. In questa prima stanza, che è l’ingresso del museo, vediamo l’attualità rapportata con la storia e le radici, troviamo le bandiere con le varie simbologie e notiamo i cambiamenti dello stemma, da quello con l’Aquila a una testa della prima guerra mondiale, a quello dell’epoca di Umberto I e poi di Napoleone fino ai giorni nostri. Da questa stanza inizia il percorso a ritroso, con l’adiacente oratorio che rappresenta il nucleo centrale. Una cosa interessantissima e che in pochi conoscono è la grata che possiamo notare nella parte opposta rispetto all’altare. Questo era un palazzo nobiliare e i nobili per seguire la funzione non volevano farsi vedere né tantomeno mischiarsi con la plebe. Quella grata permetteva ai nobili dell’epoca di seguire la Messa da casa e pensate che anche oggi dietro a quella grata c’è un appartamento dove abitano delle persone, più precisamente c’è la camera da letto. Nell’oratorio viene effettuata la benedizione del cavallo il giorno del palio (solo nel 1981 venne fatta alla Santissima Annunziata, una sorta di seconda casa per l’Aquila). Proseguendo arriviamo nella sacrestia, dove si trova la bandiera di Alfredo Forni, il famoso Mastuchino che inventò il salto del fiocco. Arriviamo poi nella seconda sala dove troviamo la stupenda collezione di giubbetti vittoriosi di quasi tutte  le contrade, mancano infatti quello della Civetta e della Selva. Partiamo da quello dell’Istrice del luglio 1905 fino agli anni ’30. Interessante è la pergamena del 1893 in cui si chiama il popolo dell’Aquila a scendere in piazza per protestare contro la volontà di trasferire l’Università a Firenze, è un cimelio molto caro ai contradaioli perché rispecchia il nostro spirito. Arriviamo poi nella terza sala dove troviamo il cencio del 1719, il più antico conservato in un museo di contrada. Scendendo delle scale, dove sulla destra come se emergesse dal terreno troviamo la colonna originale di Piazza Postierla, entriamo nella grotta di tufo scavata durante i lavori del museo nel 1986. Vediamo un cunicolo che si dice porti fino alle fonti del Casato, che veniva usato come rifugio di guerra. Risalendo arriviamo nella stanza dove effettuiamo le riunioni del seggio, in cui possiamo ammirare gli stemmi delle famiglie di tutti i capitani dell’Aquila più uno zucchino particolarissimo di fine ‘800 ed indossato dai vari fantini fino al 1931, con la raffigurazione dell’Aquila a una testa. Infine, uscendo da un portone nel vicolo dei Percennesi, arriviamo davanti alla stalla”. Qui termina il percorso all’interno dei locali, un vanto per la contrada perché realizzati nel tempo un passo alla volta, in una specie di work in progress cominciato nel 1973 con la stalla e la prima stanza del museo e terminato solo pochi anni fa. E anche la società, affittata nel 1981 e poi successivamente acquistata, non è esente da questo percorso.

IL TERRITORIO “Se dovessi individuare un punto nel territorio del rione dove troviamo quasi sempre qualcuno dell’Aquila – racconta il priore Nerli – direi senza ombra di dubbio il murellino dei 4 Cantoni. Attualmente è quello  il cuore della contrada, un posto dove i contradaioli si fermano per fare 2 chiacchiere in qualsiasi orario, anche perché la nostra società è aperta solo la sera dopo cena. In passato, invece, una delle vie che meglio rappresentavano il nostro rione era il vicolo dei Percennesi, dove da ragazzi giocavamo a calcio con i nostri amici. La cena della prova generale la facciamo da qualche anno in Piazza Jacopo della Quercia, mentre prima la facevamo in Via del Capitano. Il tabernacolo del rione è invece quello nel Vicolo di Tone, restaurato da Urbano Fanetti qualche anno fa. E’ il tabernacolo storico dell’Aquila, dove festeggiava la Festa della Madonna anche la mia generazione”.

Termina qui il nostro viaggio nella Nobile Contrada dell’Aquila. La prossima settimana andremo a conoscere la Nobile Contrada del Bruco, attraverso il racconto del Rettore Fabio Pacciani.

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Immagini © Giuseppe Pirastru

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