Così un intervento del consigliere comunale del Partito Democratico, Bruno Valentini.
“La suggestione di una intesa fra Siena e gli Uffizi (diventati nel 2021 il Museo più visitato d’Italia) è rimasta lettera morta – prosegue Valentini -. A fare impressione è soprattutto l’assenza del Santa Maria della Scala dall’offerta culturale e turistica. Il varo della Fondazione è stato finora un flop, nel quale rischiano di fare una pessima figura anche gli incolpevoli vertici della Fondazione stessa, che sono di fatto esautorati dal Sindaco.
Dopo la loro nomina, non c’è un solo atto dell’Amministrazione comunale che gli abbia agevolato il lavoro, eccetto la ridicola dotazione di 50 mila euro, con tanto di foto ricordo. Dopo la rottura unilaterale col precedente gestore, lo spostamento della biglietteria del Duomo fuori dell’ingresso del Santa Maria della Scala sta abbattendo drasticamente il numero dei visitatori, come già si vede in queste settimane. Il bookshop è desolatamente chiuso, con una gara in corso che a Palazzo Pubblico sperano non abbia come vincitore i “nemici” di Opera Laboratori e senza che le librerie senesi siano state coinvolte, contrariamente a quanto promesso da De Mossi. Ricapitolando, la gara per il bookshop l’ha indetta il Comune, quella per gli addetti alla sorveglianza ed al bar la società Sigerico.
Ma la Fondazione allora che ci sta a fare? Tutto ruotava intorno al concetto di autonomia ed al reperimento di partner. Non c’è nè l’uno nè gli altri. Senza risorse, senza programmi, senza convenzione col Comune che disciplini i rispettivi ruoli. Dovrebbero pentirsi tutti coloro che non votarono NO alla nascita della Fondazione Santa Maria della Scala senza garanzie sulla autorevolezza. Una buona idea, partorita male e gestita peggio.”