Ritorno alle Asl a dimensione provinciale, eliminazione delle incompatibilità per i medici, nomina dei direttori generali da parte degli enti locali, abbattimento delle liste di attesa, digitalizzazione, attenzione verso le Rsa e verso la disabilità. Sono alcune delle proposte del Gruppo consiliare Lega-Salvini Premier per la risoluzione finale degli Stati Generali della Salute a firma del vicepresidente della Terza Commissione Andrea Ulmi e del consigliere Giovanni Galli, componente della stessa.
“Gli Stati generali – commentano Ulmi e Galli- possono essere una grande opportunità che nasce da mesi di confronto, proposte ed audizioni del mondo della sanità e del sociale. Il nostro timore è che questa grande mole di lavoro possa essere vanificata dai tagli lineari che la giunta avrebbe dato mandato di effettuare, senza un indirizzo ben preciso, ai direttori generali delle tre aziende sanitarie a fronte dell’ipotizzata necessità di recuperare 300 milioni per il bilancio regionale”.
Il ragionamento della Lega parte dalle difficoltà mostrate dalla medicina territoriale durante l’emergenza Covid. “All’inconsistenza della medicina territoriale – sostiene Ulmi- si è fatto fronte grazie all’abnegazione dei medici e del personale infermieristico, questo perché ormai è saltato il filtro con il territorio fatto anche di contatto e conoscenza dello stesso da parte dei vertici aziendali con un centro di comando che si è allontanato dalle singole realtà locali. Per questo abbiamo proposto, se non si dovesse tornare al vecchio sistema delle Asl provinciali, che siano proprio i territori e non più il presidente della Regione a nominare il direttore generale della Asl. La forma? La possiamo decidere insieme: i sindaci o i consigli comunali dei comuni capoluogo, i consigli provinciali, le conferenze dei sindaci. Basta che però il direttore generale risponda direttamente al territorio che lui dirige”.
Fondamentale per la Lega resta il ruolo dei piccoli ospedali. “La pandemia ne ha confermato l’importanza – puntualizza Ulmi – Possiamo rivederne il ruolo in una concezione moderna, ma restano un presidio determinante nel rispetto dei territori e come avamposti medici per le zone marginali. Non devono essere depotenziati, ma rivalutati”.
Per far fronte alla carenza di medici e per abbattere le liste di attesa la Lega propone di rivedere la questione delle incompatibilità. “Quella delle liste di attesa è una piaga cui dobbiamo assolutamente far fronte – sostiene Ulmi – Crediamo che una convenzione con i privati sia necessaria, ma si dovrebbe permettere ai medici ospedalieri, come extramoenia, di poter lavorare negli istituti convenzionati. Inoltre riteniamo che i medici con almeno venti anni di esperienza ospedaliera possano essere autorizzati a svolgere funzioni di medico base fino ad un massimo di 500 pazienti e questo permetterebbe di coprire una parte dei posti vacanti a causa della cosiddetta ‘gobba pensionistica’. Gli specializzandi invece potrebbero prestare servizio al 118 o ai pronto soccorso”.
Per la Lega va rivisto anche il sistema dei Cup. “I centri di prenotazione – sostiene il Vicepresidente della Terza Commissione- ridimensionano la figura del professionista, perché questi danno al paziente un appuntamento in reparto, ma con un medico che, di volta in volta, può cambiare. Se l’utente che vuole una continuità medica con lo stesso specialista è costretto ad andare a pagamento in ‘intramoenia’. Ciò non è corretto né per il medico, né per il rapporto di fiducia medico stesso e paziente che è opportuno che si crei. Una soluzione sarebbe quella di strutturare una prenotazione che parta dal medico di medicina generale verso il reparto e che questo gestisca il paziente in base alle necessità o alla conoscenza del suo caso clinico da parte dello specialista”.
“Altra tematica di assoluta importanza – afferma Giovanni Galli – riguarda la questione Rsa.” “In particolare-precisa il Consigliere-ho accentrato la mia attenzione sul fatto che si debbano assolutamente snellire le procedure di accesso a queste strutture con criteri valutativi più veloci e compatibili con le chiare ed impellenti necessità dell’anziano.
Poi – sottolinea Galli – parlando di salute, penso sia fondamentale rendere merito al mondo dello sport, da sempre riconosciuto come strumento efficace, anche a livello di prevenzione; d’altronde come dimenticare la famosa locuzione latina: “Mens sana in corpore sano. Sarebbe, interessante, quindi – conclude Giovanni Galli – prevedere dei voucher, a seconda dell’Isee, che agevolino la pratica sportiva, intesa, appunto, come mezzo per salvaguardare la salute dei cittadini.”
In conclusione gli Stati Generali della Salute per Andrea Ulmi e per Giovanni Galli dovranno essere una concreta occasione di cambiamento e miglioramento della sanità toscana. “Il rischio – concludono i due consiglieri Lega – è quello che, se non tradotti nel concreto, restino un puro esercizio accademico e questo è ciò che noi, con le nostre proposte, vorremmo evitare”.