Il libro è una raccolta di contributi di alcuni intellettuali, artisti, docenti universitari e non, che, nel corso del tempo, a vario titolo, hanno avuto modo di collaborare con la Compagnia; accompagnato dal racconto fotografico di Carlo Pennatini – fotografo ufficiale di MOTUS.
“Motus ha lavorato in tutti questi anni utilizzando la danza come strumento e linguaggio artistico di denuncia, quella che io all’interno del volume ho definito “danza civile”. Il percorso artistico di Motus si caratterizza per il suo stile impegnato nella trattazione di argomenti di impatto sociale tanto da essere identificato come “danza scomoda” e per le moltissime collaborazioni con artisti di varie discipline (musica, teatro, video, fotografia, pittura, scultura, ecc.) e enti, istituzioni ma anche con associazioni impegnate nel sociale”, ha dichiarato Andrea Mancini curatore del volume “Trenta di Motus”.
L’ultima parte del volume contiene brevi sinossi degli oltre 100 lavori prodotti in 30 anni di intensa attività della Compagnia diretta dalla coreografa Simona Cieri, che la fondò nel 1991 al Piccolo Teatro di Siena. Da allora, Motus, grazie anche al sostegno della Regione Toscana, ha fatto moltissima strada diventando una compagnia di rilievo nazionale ed internazionale conosciuta e stimata in molti paesi esteri: Albania, Bosnia Erzegovina, Germania, Grecia, India, Inghilterra, Kosovo, Olanda, Portogallo, Romania, Singapore, Spagna e Stati Uniti.
“Ringraziamo tutti quelli che ci hanno accompagnato in questo cammino, rafforzando questo progetto che è Motus Il nostro percorso prosegue in direzione “ostinata e contraria”, quella che da trenta anni abbiamo scelto di portare sul palcoscenico, denunciando problemi sociali e rendendoli teatralmente accettabili, per far sognare e riflettere il pubblico allo stesso tempo”, ha detto Rosanna Cieri, regista della Compagnia Motus.
“Ho conosciuto Motus 15 anni fa, una compagnia di danza capace di affrontare temi della contemporaneità con curiosità, capacità di innovazione e di andare oltre il linguaggio del corpo. Un vero e proprio laboratorio di espressione e comunicazione artistica complessiva”, ha affermato Marcello Flores storico e docente universitario presso l’Università di Siena.
Molti i progetti ideati utilizzando la danza come strumento di promozione sociale, da quelli all’interno della scuola pubblica, a quelli sulle disabilità, dall’impegno negli scenari post-bellici per l’attenuazione dei conflitti, ai laboratori con i richiedenti asilo, dalle battaglie contro lo sfruttamento minorile a quelle contro la violenza di genere e contro le discriminazioni. Un impegno e una qualità artistica che hanno portato i Motus a ricevere ben due apprezzamenti ufficiali dal Presidente della Repubblica Italiana per gli spettacoli “Iris sotto il mare” e per “Della tua carne” e due premi internazionali della critica (Premi TEATARFEST 2006 e 2008).
L’incontro è stato condotto da Andrea Mancini e Rosanna Cieri, con i contributi di Livia Cannella, artista visuale, Marcello Flores, storico, scrittore e docente universitario, Gjergj Prevazi, docente universitario e coreografo, Luciano Tristaino, musicista e docente al conservatorio, Massimo Vedovelli, docente universitario, oltre che dall’autore delle fotografie Carlo Pennatini alla presenza della direttrice artistica della Compagnia Simona Cieri e di rappresentanti di ChiantiBanca che ha sostenuto la pubblicazione.