“La Toscana è diventata punto di riferimento nel mondo, grazie ad una Festa, quella del 30 novembre, che non è tanto una rievocazione storica, quanto una scelta che diventa essenzialmente un messaggio di vita, di civiltà e di diritti, sempre attuale”. Con queste parole il presidente della Giunta regionale, Eugenio Giani, dopo un excursus storico sulla Festa della Toscana in Consiglio regionale, si è concentrato sul 1786 – quando Pietro Leopoldo abolì la pena di morte e la tortura – per soffermarsi sulla Toscana come “riferimento” per gli altri Stati. A partire dalle riforme del Granduca: non solo in tema di Codice penale, ma anche in tema di infrastrutture, di bonifiche, di ospedali moderni e scuole pubbliche, di razionalizzazione delle comunità.
“È grazie a Pietro Leopoldo se oggi contiamo su 273 comuni, segni di identità della nostra Toscana”, ha sottolineato Giani, ringraziando il presidente dell’Assemblea, Antonio Mazzeo, che ha celebrato la Festa della Toscana, anche con la visita al Santuario di Montenero, “unica testimonianza di tutti i simboli dei nostri comuni”. Venti anni dopo l’istituzione della Festa della Toscana, secondo il Governatore, “la sensibilità dei cittadini, dai più piccoli ai più grandi, è molto cresciuta. Anche se nel periodo che stiamo vivendo è impossibile organizzare iniziative sul territorio, come abbiamo fatto negli scorsi anni, l’importante è che la Toscana continui, con slancio, il suo percorso di sensibilizzazione, seguendo il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che due anni fa, alle Nazioni Unite, partendo dall’abolizione della pena di morte in Toscana, richiamò tutti al valore della vita.
Su sette miliardi di persone nel pianeta – ha sottolineato Giani – circa la metà sono ancora costrette a fare i conti con la pena di morte: alla Toscana il compito di continuare ad essere punto di riferimento ed eco in tutto il mondo, su scelte di carattere valoriale”.