Così l’inizio di una nota della Rsu di Gsk.
“L’azienda ha risposto che non intende ritirare né tantomeno annullare la procedura in corso considerato che le motivazioni che portarono ad aprirla sono tutt’ora valide e persistono.
La fermezza dell’azienda su questa richiesta ci ha deluso profondamente, specie per gli scenari che la pandemia ha introdotto.
Come RSU riteniamo necessario intervenire pubblicamente per rafforzare e riaffermare dei concetti già ampiamente discussi con GSK.
In questo momento, tenuto conto dell’emergenza COVID-19, le Aziende farmaceutiche dovrebbero incrementare la forza lavoro e non ridurla, ed in particolar modo i produttori di vaccini. Se, come tutti speriamo, il vaccino per il Coronavirus sarà trovato in tempi ragionevolmente brevi, immaginiamo che ci sia la necessità di una massiccia produzione, a cui anche la nostra azienda potrebbe partecipare (come dimostra l’accordo con Sanofi). Ridurre la forza lavoro è una scelta non lungimirante nell’interesse generale, e noi ci troviamo a condannarla oggi come già facemmo nel 2013 quando Novartis decise di dismettere la produzione del vaccino contro l’Influenza (Flu).
Molte persone, purtroppo, perderanno il loro lavoro a causa della pandemia. In questo contesto, aziende come GSK che anche in tempi di crisi raggiungono profitti elevatissimi grazie alle performance dei propri collaboratori (costantemente oltre la media!) dovrebbero auspicabilmente contribuire al mantenimento delle soglie occupazionali e non andare a tagliare aumentando la disoccupazione.
Mantenere aperta la procedura di licenziamento collettivo malgrado la situazione che la pandemia ha causato è a nostro avviso controproducente e poco corretto, considerato che non ci è ancora possibile riunirci fisicamente per discutere faccia a faccia della questione, né tantomeno è possibile riunire i lavoratori in assemblea, come in queste situazioni sarebbe necessario.
Come RSU ci uniamo alla richiesta delle nostre Segreterie ed auspichiamo che GSK ripensi alla decisione che ha preso, onde evitare un aumento delle divisioni già in atto.”