Le linee prevedono che le Usca siano istituite nelle Asl con il compito di effettuare l’assistenza per la gestione domiciliare a sostegno di pazienti affetti da Covid-19, che non necessitano di ricovero ospedaliero, o sospetti di questa infezione.
Possono fare parte delle Usca, costituite su base volontaria e sull’intero territorio toscano, medici titolari di continuità assistenziale e/o di assistenza primaria; medici sostituti di continuità assistenziale; medici che frequentano il corso di formazione specifica in medicina generale regionale; reperibili della continuità assistenziali aziendali; laureati in medicina e chirurgia iscritti all’ordine di competenza. In caso di necessità, possono fare parte delle Usca anche altre tipologie di medici (dipendenti e convenzionati), disponibili in conseguenza della sospensione delle attività routinarie, dovuta all’attuale stato di emergenza.
“Con questo atto abbiamo recepito le recenti disposizioni ministeriali, rafforzando la continuità assistenziale a domicilio per due tipologie di pazienti, che possono essere curati e seguiti nelle proprie abitazioni. Si tratta di un ulteriore strumento organizzativo che consente di salvaguardare la capienza degli ospedali per la presa in carico dei casi gravi e gravissimi, senza trascurare tutti gli altri assistiti, che pur non essendo gravi, necessitano di essere monitorati da personale specializzato e in maniera continuativa – ha dichiarato Saccardi -. L’intero sistema sanitario regionale è mobilitato per fronteggiare questa grave emergenza in termini di investimenti e con il coinvolgimento attivo delle nostre migliori risorse professionali, che si sono rese disponibili da subito, senza tentennamenti”.
Le Usca saranno attive 7 giorni su 7, dalle ore 8 alle 20, limitatamente alla durata dello stato di emergenza epidemiologica da Covid-19 e possono essere attivate da: medici di assistenza primaria, pediatri di famiglia, medici di continuità assistenziale, centrale operativa 118. Dal canto suo, il servizio infermieristico aziendale definirà un pool di professionisti, in stretto contatto con i medici che fanno parte delle Usca, per l’assistenza a domicilio e l’esecuzione, se ritenuta opportuna, di tamponi naso faringei.
Il documento disciplina, inoltre, sia i compiti più strettamente logistici a carico delle Asl e dei medici delle Usca, che le modalità e i criteri di conferimento degli incarichi. Le Asl possono implementare, infine, questo modello di reclutamento (volontario e a tempo determinato), in relazione alla propria situazione epidemiologica e assistenziale, sulla base dei bisogni e delle specificità locali.
Queste linee guida sono state recepite e confermate dalla recente Ordinanza (la n. 20 del 29 marzo 2020), relativa alle “Indicazioni per l’assistenza primaria, le cure e raccomandazioni per la terapia farmacologica dei pazienti a domicilio affetti dal Covid-19”.