Come accertato dai militari che hanno condotto gli accertamenti e le successive indagini, le segretarie operanti all’interno del centro medico, su ordine dei medici che volevano evidentemente semplificarsi la vita, avevano l’ordine di redigere ricette mediche del servizio sanitario nazionale, delle quali avevano la disponibilità, sulle quali apponevano timbri degli stessi medici e firme false, allo scopo di venire incontro alle esigenze dei pazienti ai quali i documenti venivano consegnati.
Tale procedura illegale è andata avanti da molto tempo, sicuramente quanto basta per contestare ai cinque interessati anche il vincolo della continuazione.
L’indagine è nata dalla segnalazione di una signora davanti alla quale l’infermiera aveva apposto la firma del medico con assoluta tranquillità e che ne era rimasta scandalizzata. L’indagine fa nascere il sospetto che tali condotte possano costituire una cattiva abitudine anche in altri centri medici, ove operino medici di famiglia che abbiano la possibilità di prescrivere farmaci e terapie con spese a carico del servizio sanitario nazionale.
Insomma che esistano medici dipendenti di una struttura pubblica e allo stesso tempo esercitino libera professione extramoenia o intramoenia (più o meno allargata) che, per riuscire a star dietro a tale forte impegno, facciano svolgere qualche loro precipua funzione a chi non è medico e da loro dipenda.