“ll paesaggio olivato del Comune di Murlo: percorsi e strategie di valorizzazione”. Questo il titolo del convegno organizzato dal Comune di Murlo con il patrocinio della Regione Toscana per presentare il progetto pilota per l’individuazione e il recupero degli oliveti abbandonati ed uno sviluppo sostenibile e integrato del territorio.
All’incontro, che si è svolto presso il Comune di Murlo e coordinato dalla giornalista Annalisa Coppolaro, sono intervenuti il sindaco Fabiola Parenti, Luciano Zoppi funzionario della Regione Toscana, Antonio Balenzano Direttore Città dell’Olio Toscana, Simone Sabatini Ente Terre Regionali Toscane, Antonio Santoro e Federica Corrieri dell’Università di Firenze – Laboratorio per il Paesaggio e i Beni Culturali, il professor Mauro Agnoletti, Coordinatore Commissione Recupero terreni abbandonati Mipaaft, l’agronoma Rosanna Zari e Carlo Cambi, giornalista enogastronomico.
Il progetto intende censire oliveti abbandonati con alto valore produttivo e caratteristiche uniche storiche e paesaggistiche per poterli recuperare attraverso il miglioramento delle capacità di mercato dei settori occupazionali svantaggiati, nel settore della produzione e della commercializzazione dell’olio d’oliva, oltre a capitalizzare il patrimonio colturale olivicolo come strumento di marketing territoriale.
“Siamo veramente soddisfatti – dichiara il sindaco di Murlo Fabiola Parenti – di essere protagonisti di un progetto pilota destinato a rappresentare un modello di livello nazionale. Il nostro territorio sembra essere nato per questa iniziativa perché, proprio come territori vicini ai nostri sono famosi per i vini, il territorio di Murlo può diventare un punto di riferimento per la produzione di olio e la preservazione del paesaggio olivicolo. Pensiamo che siano tanti gli aspetti positivi che questo progetto potrà generare tra cui anche uno sviluppo turistico legato al marketing esperienziale che permetterà di far scoprire la nostra terra attraverso la gastronomia, le tradizione, la cultura e l’arte. Un ringraziamento all’Associazione Nazionale Città dell’Olio, ad Ente Terre Toscana e all’Università Agraria di Firenze per aver creduto in un progetto così ambizioso.”
“Per l’Associazione nazionale Città dell’Olio il recupero degli oliveti abbandonati è un tema strategico – Antonio Balenzano Direttore Associazione Nazionale Città dell’Olio – in Toscana il fenomeno dell’abbandono interessa 4 milioni di olivi (stima Coldiretti). Il protocollo di intesa firmato da Regione Toscana, Ente Terre Toscane e Associazione Città dell’Olio è un primo fondamentale passo nella promozione di progetti finalizzati non solo allo sviluppo della filiera olivicola ed olearia regionale, alla valorizzazione degli oli extravergini di oliva di qualità certificata con particolare riferimento a quelli DOP e IGP e dei dati relativi ai territori di origini, alla diffusione della conoscenza e della cultura dell’olivo e dell’olio anche presso i consumatori, ma anche e soprattutto alla tutela ambientale e paesaggistica degli oliveti, consapevoli del fatto che la nuova frontiera rappresentata da un turismo dell’olio sempre più diffuso e strutturato, è una scommessa che possiamo vincere. In questa ottica, siamo molto orgogliosi che il Comune di Murlo faccia da apripista con questo progetto pilota e ci auguriamo che altre Città dell’Olio della Toscana possano seguire il suo esempio.”
“Un convegno molto importante – sottolinea Luciano Zoppi funzionario della Regione Toscana – perché sono tanti gli aspetti per i quali è fondamentale recuperare il territorio olivicolo toscano. L’obiettivo che ci siamo posti non è sicuramente facile e per questo, oltre alla produttività, dobbiamo porci anche altri obiettivi come, ad esempio, sociali e ambientali. La speranza è che questo progetto possa partire da Murlo con successo per essere replicato in tante altre realtà toscane e non solo.”
Tanti i temi approfonditi durante il convegno tra cui l’evoluzione storica dell’olivicoltura nel Comune di Murlo, le politiche nazionali sul recupero dei terreni abbandonati nonché la necessità di associare il paesaggio olivicolo al significato di marketing territoriale e di brand.
Il recupero degli oliveti abbandonati e la conseguente valorizzazione del patrimonio olivi-colo costituirà, quindi, la base per la strutturazione di un programma di agricoltura sociale volto alla individuazione delle categorie sociali “svantaggiate” che saranno coinvolte in una attività di formazione e assistenza tecnica, tenendo in considerazione delle esigenze e le peculiarità locali di formazione. Per i beneficiari, dunque, dovranno essere attivati dei percorsi formativi finalizzati allo sviluppo delle conoscenze e abilità professionali nel settore olivicolo, con una presentazione finale di risultati e potenziali idee di business.