IL QUADRO
– Settimana ricca di dati macro ma l’attenzione è destinata a essere centrata su sviluppi politici domestici
La scorsa settimana è stata ricca di sviluppi negativi su vari fronti: dalla cancellazione del meeting Trump-Kim Jong Un (seguito da dichiarazioni che adombrano la possibilità di cancellare la cancellazione) alla minaccia di tariffe USA sulle auto importate, dall’effetto decisamente effimero del rialzo dei tassi ufficiali sulla valuta turca agli indici PMI nell’area euro sensibilmente più deboli delle attese, a cui si è aggiunta in chiusura di settimana la prospettiva di nuove elezioni politiche in Spagna. Tuttavia, quanto sopra è destinato a ritornare in secondo piano stamane, dopo gli sviluppi sul fronte politico domestico delle ultime ore.
E a proposito degli effetti di questi ultimi, prima del fallimento del varo del governo M5S-Lega e del rally in corso in apertura di seduta: nell’ultimo mese la salita del rendimento del Btp decennale (circa 70 pb) è simile a quella registrata in occasione dell’elezione di Trump (nov. 2016) e dell’ultimo episodio della crisi greca (giu. 2015). Allo stesso tempo l’incremento mensile dello spread vs. bund nello stesso periodo (circa 85 pb) è la più elevata degli ultimi cinque anni.
Venerdì sera Moody’s ha messo sotto osservazione per un possibile declassamento il rating sovrano dell’Italia. I fattori principali che hanno contribuito alla decisione: sono:
– il rischio significativo di un deterioramento materiale nella posizione fiscale dell’Italia
– il rischio che lo sforzo sul fronte delle riforme strutturali si interrompa e che le riforma passate (come la riforma del sistema pensionistico) siano ripudiate.
L’agenzia di rating aveva un outlook negativo sul rating Baa2; il rating negativo può persistere per un periodo di tempo molto lungo (l’attuale outlook negativo è in piedi dal dicembre 2016), ma la mossa (che precede la data del 7 settembre prestabilita per un eventuale azione sul rating) significa che il declassamento potrebbe essere una questione di settimane.
I rating e gli outlook attribuiti dalle quattro maggiori agenzie all’Italia con le date stabilite per le eventuali revisioni sono dettagliate nella tabella sottostante. A seconda dell’evolversi della situazione anche le altre agenzie potrebbero entrare in azione, come fatto da Moody’s venerdì, prima delle date indicate.
SETTIMANA RICCA DI DATI MACRO
La settimana si presenta ricca di dati macro di interesse, ma è probabile che gli sviluppi sul fronte politico interno rubino la scena agli sviluppi ciclici.
– Negli USA è previsto il rilascio dell’indice ISM, dei dati sul mercato del lavoro e, sul fronte dell’inflazione, del deflatore dei consumi E’ difficile immaginare una combinazione di dati tale da mettere in dubbio il secondo rialzo dei tassi ufficiali dell’anno (e il settimo in questa fase) che il mercato si attende per il meeting del 12-13 giugno.
– Nell’area euro l’inflazione di maggio vedrà una normalizzazione, dopo che l’effetto base dovuto alla diversa tempistica della Pasqua aveva causato una caduta dell’inflazione annuale al 1,2% (0,7% core). Le attese sono per un 1,6% (1% core). Rimanendo in area euro, il primo assaggio degli indicatori di fiducia di maggio non è stato particolarmente gradevole, con gli indici PMI preliminari in calo in tutti i maggiori paesi, l’indice IFO tedesco stabile, ma con una componente aspettative in calo per il sesto mese consecutivo.