Anche noi di “in Campo” vogliamo esprimere la nostra opinione, consapevoli che 1.500 battute possono lanciare un dibattito, ma non esaurirlo”. Inizia così l’intervento di Giulio Landi della lista in Campo con Bruno Valentini sindaco.
“Partiamo dall’analisi degli spazi e dell’imponenza degli interventi di restauro – prosegue Landi -; molte sale sono già state parzialmente recuperate ed abbisognano soltanto di opere marginali per essere utilizzate; molte altre sono tuttora da recuperare e serviranno nuovi e cospicui finanziamenti (senza la Fondazione MPS!).
Pensare di ristrutturare in un colpo solo i circa 20.000 mq (!), era un progetto almeno “megalomane” e lontano anni luce da qualsiasi realismo progettuale. I musei oltre che inaugurati devono essere manutenuti, illuminati, riscaldati, sorvegliati, protetti. Sarebbe stato più efficace adottare da subito la “politica di restauro” da tempo dall’attuale Amministrazione, riconsegnando alla città spazi omogenei per funzioni e caratteristiche, uno per volta; anche per consolidare la loro sostenibilità economica di costi e ricavi.
E’ evidente come la dimensione sia enorme come le potenzialità di “riempimento”. Bisogna quindi capire la tipologia e la quantità delle opere che potranno essere ospitate stabilmente nel museo; e dovrà essere valutata la destinazione di ulteriori spazi per mostre di rilievo, temporanee o permanenti, se opportune per la crescita graduale dell’immagine della struttura, e per favorire flussi turistici anche nei periodi di bassa stagione.
Su queste tematiche l’attuale amministrazione si sta adoperando da tempo attivamente; ad esempio avviando il dialogo con il Ministero della Cultura per il trasferimento al Santa Maria della Scala di opere ora esposte in Pinacoteca; e ancora potrebbe concretizzarsi un accordo con l’arcidiocesi di Siena per esporre permanentemente un numero elevato di opere provenienti dal cospicuo patrimonio ecclesiastico. E per l’organizzazione di mostre di spessore come quella di Ambrogio Lorenzetti, cui devono seguirne altre, e potremmo anche pensare ad un impegno continuativo di livello internazionale per la nostra città: la Biennale del Santa Maria della Scala. E’ indubbiamente una provocazione – conclude Francesco Landi -ma può essere l’inizio di un nuovo interessante percorso”.