“Anche io mi sento parte con i miei fratelli Silvia e Luca di questa famiglia che è la Selva – ha detto ai microfoni de “La Vita in diretta” Carlo Verdone -. Noi abitiamo a Roma, siamo romani ma siamo figli di un senese. Papà ci ha sempre portato qui, conosciamo bene la città, abbiamo qui tanti amici, ci sentiamo selvaioli. Anche per questo io sono il primo a sponsorizzare questa iniziativa – ha proseguito Verdone – e l’aiuto che verrà dato da chi ama l’arte, da chi ama il bello, da chi ama questa città, per poter dare una mano a mettere a posto questa Chiesa. Vedere queste crepe che avanzano e si allargano rovinando gli affreschi fa male – ha concluso il regista -. Dobbiamo fare il possibile per preservarli. Io farò la mia parte!”.
La Chiesa è un luogo importante, una seconda casa per i contradaioli che sperano di trovare dal web un aiuto concreto con il crowdfunding.
La campagna è attiva a questo indirizzo: http://igg.me/at/SaveTheChurch. I visitatori potranno ricevere tutte le informazioni su cosa è la Contrada, ascoltare le parole del suo Priore, immergersi nell’atmosfera di vita di Contrada riuscendo a capire come mai è così importante per i contradaioli non vedere la propria storia essere cancellata dalle infiltrazioni. Qui sarà possibile vedere nel dettaglio quali interventi verranno realizzati e come oltre che effettuare la propria donazione e mettersi in contatto con gli organizzatori della campagna di crowdfunding.
È attiva inoltre la pagina Facebook della Contrada che verrà aggiornata costantemente sull’andamento del progetto.
La chiesa di San Sebastiano in Vallepiatta attuale sede della Contrada della Selva è stata edificata (dal 1493 al 1510 circa) su iniziativa dell’arte dei tessitori, che la intitolarono al loro Santo Patrono.
Fino a non molto tempo fa, l’attribuzione della chiesa era stata indicata come opera dell’architetto rinascimentale, Baldassarre Peruzzi. Tuttavia, recenti studi, molto accreditati, concordano sull’ipotesi che l’opera sia stata rielaborata dal Peruzzi su progetto del grande Architetto, Pittore e scultore senese (nato peraltro, nel territorio della Contrada della Selva) Francesco di Giorgio Martini.
Il ciclo pittorico dell’Oratorio è stato realizzato da vari artisti, su commissione delle Monache Gesuate, le quali collegarono la chiesa (presumibilmente agli inizi del seicento) al loro monastero, mediante la costruzione di una scala d’accesso al piano inferiore riservato ai Tessitori (la cui arte fu soppressa nel 1777 ad opera di Pietro Leopoldo, Granduca di Toscana),
In particolare Pietro Sorri, affrescò la tribuna dell’altar Maggiore e Giovanni Paolo Pisani, la Volta davanti alla Sacrestia, dipinse cioè “l’Assunzione” situata nell’abside destra dove ammiriamo la Pala dell’altare con “l’Adorazione dei Magi” attribuita ad Astolfo Petrazzi. Raffaello Vanni, infine, affrescò il braccio sinistro dove è raffigurata “l’Ascensione”. Sull’altare destro (sopra “l’Adorazione dei Magi” già citata) troviamo “l’Adorazione dei Pastori” affrescata da Giovanni Paolo Pisani.
Sull’altare sinistro, invece, è presente un “Crocefisso” cinquecentesco su tela di Rutilo Manetti, e nel catino corrispondente è raffigurata la “Resurrezione” opera di Raffaello Vanni. Nell’abside centrale il “Martirio di San Sebastiano” e nel braccio sinistro, sul pilastro destro, troviamo l’immagine di “Sant’Ansano” (Patrono di Siena), che subì il martirio a brevissima distanza dalla Chiesa stessa. A destra dell’altar Maggiore “Caterina Colombini” ed a sinistra “Giovanni Colombini”, ci ricordano come le Gesuate, officiarono, per lungo tempo, l’Oratorio.
Alla fine del settecento, la chiesa divenne proprietà dell’Ospedale di Santa Maria della Scala e della Compagnia dei Disciplinati.
La Contrada della Selva che, a causa dei gravi danni subiti dalla Chiesa di San Desiderio, sua sede, durante il terremoto del 26 maggio 1798, si era dovuta trasferire, provvisoriamente, in San Nicolò in Sasso, si fece di nuovo avanti per ottenere dagli enti sopracitati, la Chiesa di San Sebastiano, ed il desiderio fu esaudito nel maggio 1818. Nello stesso anno, l’Arcivescovo di Siena, Anton Felice Zondadari donò alla Contrada il bassorilievo in stucco e terracotta del XV Secolo raffigurante la “Madonna col Bambino” (detta anche MATER MISERICORDIAE), proveniente (ma in passato patrimonio della famiglia Pecci) dalla Chiesa di Santa Margherita in Castelvecchio attribuita anch’essa (in tempi recenti) a Francesco di Giorgio Martini ed è l’opera sicuramente più preziosa contenuta nel nostro bellissimo Oratorio.
Link per scaricare il video con Carlo Verdone:
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