Il Dott. Zanzi – si legge in un comunicato di Fito Consult – era stato coinvolto da Enzo Margheriti e dal Comitato cittadino all’indomani del primo crollo della grande branca nel 2014. A gennaio del 2015 aveva effettuato un sopralluogo e verifiche tecniche e ricevuto dal sindaco di Pienza l’incarico a produrre una relazione che indicasse i lavori di salvaguardia da attivare rapidamente per la salvaguardia della Matriarca di Val d’Orcia.
Il 13 marzo il dott. Zanzi inviava al sindaco di Pienza Fabrizio Fè la relazione tecnica dove indicava espressamente la necessità di eseguire lavori di somma urgenza per salvare l’altra grande branca (poi rovinosamente distaccatasi il 1.08.2017 in assenza di interventi) con sostegni a base e cavi aerei, prevedendo tipologie e modalità d’intervento. Il termine massimo per l’esecuzione dei lavori indicato in relazione “per essere certi che l’albero monumentale non subisca ulteriori danni” fu indicato da Zanzi entro il giugno 2015.
Il comune di Pienza non ha mai poso in opera né i sostegni alla grande branca, né realizzato altri interventi di salvaguardia, a parte far fare una recinzione tramite staccionata. Il Comitato ha invece, con costante comunicazione con la Soprintendenza e il MiBACT, realizzato i piccoli interventi manutentivi durante i tre anni di latitanza del comune indicati nel protocollo Zanzi, quali pacciamatura, manutenzione dell’area. Micro irrigazione nell’area di maggiore insolazione ecc…
Oggi il dott. Zanzi teme per la sopravvivenza della Quercia delle Checche: “Il Comune ha disatteso gli interventi di tutela che dovevano essere realizzati già due anni e mezzo fa, e chiaramente prescritti nella mia relazione dal Comune stesso commissionatami. Ora è accaduto quanto temevo ed espressamente indicato nella relazione. Ora la Quercia delle Checche versa in condizioni disperate.
E una folgorazione non può essere presa ad alibi della mancata attuazione, in questi due ultimi anni, della misure suggerite di cura e salvaguardia. La natura dà risposte lente, ma non ammette dilazioni o ritardi. Le grosse branche dovevano essere sostenute e consolidate allora.
Urge l’istituzione di un comitato tecnico scientifico che possa sorvegliarne lo stato di salute ed indirizzare i lavori di cura e salvaguardia.”