Il Consiglio comunale di Siena si è riunito in seduta pubblica venerdì 10 febbraio, dalle ore 8.30, nella Sala del Capitano del Popolo di Palazzo Civico.
Questo l’elenco dei lavori dalla sala consiliare in continuo aggiornamento:
14) IL SINDACO VALENTINI RISPONDE A PINASSI SULL’ISTANZA DI ANAC PER IL COMMISSARIAMENTO DI SEI TOSCANA
Valentini: “Le cose più importanti sono l’efficienza e la regolarità del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti”
A seguito della recente istanza al Prefetto di Siena, da parte dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), per il commissariamento di SEI Toscana, la società che si occupa della gestione integrata dei rifiuti nell’ATO 6 Toscana sud, il gruppo consiliare Siena 5 Stelle ha rivolto, nella seduta consiliare di venerdì scorso, 10 febbraio, un’interrogazione al sindaco Bruno Valentini per sapere “se, in qualità di membro dell’assemblea dei sindaci dell’ATO 6 Toscana sud e di rappresentante istituzionale di Siena, intenda rivedere le sue posizioni in merito all’ATO e appoggiare la richiesta di ANAC”.
Pinassi, durante l’illustrazione in aula, ha richiamato l’inchiesta della Guardia di Finanza “che ha investito altre figure delle società aggiudicatarie, come SEI Toscana e Sienambiente, ponendo dubbi sulla stessa legittimità della gara di affidamento del servizio, sulla quale, invece, si è più volte espresso il sindaco dichiarando che avremmo dovuto vantarci di questa gara a evidenza pubblica”. “A quanto risulta dalla stampa – ha proseguito – ANAC ipotizza l’esistenza di un sistema illecito volto a favorire il raggruppamento societario che poi è risultato vincente, attraverso accordi collusivi tra controllori e controllati: pare che siano state inserite clausole per scoraggiare nuovi operatori e favorire, invece, quelli che erano già coinvolti nelle attività di recupero e smaltimento rifiuti nel territorio senese, come Sienambiente”.
Il sindaco Bruno Valentini ha risposto che “ANAC, dopo essersi relazionata con i nuovi vertici di SEI Toscana, opportunamente e integralmente rinnovati, ha interessato il Prefetto di Siena, che mi auguro di conoscere tra pochi giorni, in relazione ai provvedimenti da assumere sull’eventuale commissariamento di SEI. Ho già detto in altre occasioni che le accuse mosse dalla Procura di Firenze alle persone e alla gara erano talmente gravi che meritavano un approfondimento e una delle soluzioni possibili che auspicavo era che fossero inseriti nel CdA di SEI Toscana dei membri scelti dall’ANAC per controllare l’applicazione del contratto. E’ da tenere presente che l’eventuale commissariamento riguarderebbe solo la parte di attività di SEI, comunque prevalente, afferente il contratto di servizio che discende dalla gara”.
Il sindaco ha sottolineato come la cosa più importante sia l’efficienza e la regolarità del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti: “Su questo non transigiamo: non accetteremo che nessun sacchetto della spazzatura rimanga per strada perché peggiora il funzionamento della società, qualsiasi sia il provvedimento che viene assunto”. Quanto agli oltre mille dipendenti della società, “non hanno niente da rimproverarsi e niente deve intaccare il loro diritto al lavoro e la loro retribuzione”. “Dopo tanta insistenza da parte mia – ha proseguito – l’ATO 6 Toscana sud ha optato per l’emanazione del bando per la selezione del nuovo direttore, al quale chiediamo di aiutare l’ATO a esercitare una penetrante azione di monitoraggio sul servizio. Anche se una famiglia di Siena di quattro persone è quella che paga le tariffe più basse in tutte le città medie e grandi della Toscana, vogliamo sapere se c’è anche un solo euro di costi impropri che sono finiti in bolletta. Dobbiamo essere certi che i nostri contribuenti paghino tariffe congruenti con i costi effettivi di raccolta e smaltimento, tendenzialmente da ridurre grazie alle economie di scala della gestione allargata a cento Comuni”.
Quanto al possibile commissariamento, il sindaco ha sostenuto che “consiglio prudenza a chi ipotizza possibili risparmi con questo scenario, perché i commissari rispondono al Codice Civile, e ovviamente all’Anac, con l’obiettivo principale di regolarizzare il funzionamento della società e controllare il rispetto della legge”.
Nel merito dei processi industriali, Valentini ha sostenuto che “abbiamo bisogno di un sistema e di una società che funzionino per far sì che gli obiettivi della raccolta differenziata vengano raggiunti e soprattutto che sfocino in un effettivo riciclaggio. L’obiettivo vero non è tanto quello della raccolta differenziata in sé, ma è quello del recupero reale dei rifiuti differenziati perché ci sono Comuni in Toscana che hanno alte percentuali di raccolta differenziata, ma che hanno percentuali più basse di Siena sul riciclaggio effettivo, perché non sono supportati da una rete di impianti efficace”.
Sulla procedura di gara a evidenza pubblica, Valentini ha affermato che “siamo stati i primi in Italia ad affidare il servizio attraverso una procedura che al tempo ci sembrava trasparente, al contrario delle ambiguità degli affidamenti diretti, che sono la modalità imperante in questo Paese. Se guardiamo alla Toscana, vediamo un quadro di grande incertezza, con Firenze dove la costruzione del nuovo inceneritore è stata bloccata dal Tar e SEI Toscana che è stata esclusa dalla gara, vinta dalla società in house Quadrifoglio. Mentre a Livorno il direttore dell’ATO ha annullato la gara per la concessione ed è tutto in alto mare, con un servizio frammentato in dieci gestori”. “Il Comune – ha concluso il sindaco – cerca sempre il meglio per i servizi da dare ai nostri cittadini, come abbiamo fatto nel caso dell’illuminazione pubblica, scegliendo attraverso il sistema Consip piuttosto che prorogare il gestore che è una società partecipata”.
Pinassi ha sostenuto che “il fine non giustifica i mezzi: la gara non è andata come doveva e la stessa nota ANAC sostiene che alcuni operatori sono stati favoriti”. “Inoltre – ha concluso il consigliere – con gli affidamenti esterni la città perde know how sulle modalità di erogazione dei servizi e sulla loro gestione; il Comune, per rispondere ai criteri di efficienza, rischia di diventare soltanto una stazione appaltante”.
13) IL CONSIGLIO COMUNALE DEDICA ULTERIORE ATTENZIONE ALLE VICENDE DI “FRUENDO”
Il sindaco Valentini ha risposto a un’interrogazione urgente di Giuseppe Giordano
Si aggiorna la discussione in Consiglio comunale sul destino della società “Fruendo”. Nella seduta odierna è stato Giuseppe Giordano (Movimento Civico Senese) a trattare il tema con un’interrogazione, facendo riferimento ad alcune recenti dichiarazioni del sindaco Bruno Valentini.
Il documento, sottoscritto anche da Massimo Bianchini e Andrea Corsi (L’Alternativa) e dal gruppo consiliare Laura Sabatini e Alessandro Trapassi, ha richiamato quanto affermato dal primo cittadino “che mette in relazione l’accordo tra la direzione di Fruendo e le organizzazioni sindacali, grazie al quale ai dipendenti dell’azienda verrebbero trasferiti i diritti contrattuali del personale di Banca MPS, con il contenzioso tra gli stessi dipendenti e la Banca”. “Dichiarazioni – ha puntualizzato Giordano – che hanno portato numerose sigle sindacali a precisare, con un comunicato, che non vi era alcuna relazione tra il contenzioso e l’accordo raggiunto”. Il consigliere ha quindi chiesto al sindaco “a quale titolo sia intervenuto nel merito di vicende giuridiche inerenti il rapporto tra una società privata e i suoi lavoratori; le ragioni per le quali avrebbe collegato l’accordo sindacale con i contenziosi in essere; in base a quali atti o circostanze ha dichiarato che l’intesa consente di prefigurare uno sviluppo di fatturato per l’azienda finora ostacolato dal contenzioso con il personale”. Inoltre, “quale ruolo pensa di esercitare nei rapporti tra Fruendo e Banca MPS e perché ha parlato di sole 5 sedi dell’azienda quando queste, in realtà, sono 7”.
Il sindaco Valentini ha detto di essere “sorpreso della domanda sul perché mi occupi di vicende che interessano il rapporto tra una società privata e i suoi lavoratori dopo che ho già risposto a ben due interrogazioni delle opposizioni nelle quali mi fu richiesto di occuparmi delle vicende di Fruendo. È esattamente quello che mi veniva chiesto e io non ho fatto altro che essere coerente con quello che ho sempre messo in atto: cioè seguire, con tutta la vicinanza possibile, le vicende che riguardano le aziende più importanti del nostro territorio”.
“In questo caso – ha proseguito il sindaco – sono stato informato da un sindacalista della categoria che era stato raggiunto un accordo tra la direzione dell’azienda e i sindacati: un accordo importante perché c’era un contenzioso che condizionava negativamente la condizione dei lavoratori e lo sviluppo dell’azienda, con centinaia di cause, che per la maggior parte avevano visto prevalere i lavoratori, anche se con pronunciamenti contraddittori tra un tribunale e l’altro”. “Se adesso stanno arrivando così tante sentenze favorevoli ai lavoratori – ha aggiunto – vuol dire che sbagliavano quelli che avevano determinato con colpevole disinvoltura il distacco di questi dipendenti da Banca MPS a quest’azienda, contrastando e limitando i diritti dei lavoratori. Vedere che c’è un accordo sindacale che estende diritti contrattuali ed economici ai lavoratori mi riempie di soddisfazione, cosa che dovrebbe essere condivisa da tutti”.
Valentini ha sostenuto che Fruendo è un’azienda “che può rappresentare una fetta importante di futuro economico e occupazionale per il nostro territorio, perché è uno dei principali soggetti che trattano i sistemi dei pagamenti elettronici nel nostro Paese. Fruendo potrebbe crescere e procedere con nuove assunzioni: è una grande opportunità per tutto il territorio senese”.
Sul fronte occupazionale, Valentini ha affermato che “potrebbero esserci più di 200 uscite incentivate e oltre 100 assunzioni e vorrei capire quante di queste ultime possano interessare il nostro territorio”. Infine, rispetto al numero delle sedi, il primo cittadino ha sostenuto di aver parlato di cinque poli anziché sette “perché probabilmente ho capito male parlando con il dirigente sindacale. Il ragionamento è che sono contento del fatto che i poli rimangano gli stessi, quindi senza obbligo di trasferimento dei dipendenti, e che le sedi siano cinque o sette non cambia niente: i lavoratori di Lecce, di Mantova o di Siena rimarranno a lavorare dove sono stati assegnati sin dall’inizio”.
Giordano si è dichiarato totalmente insoddisfatto “perché emergono contraddizioni in risposta alle stesse dichiarazioni del sindaco. Avrebbe fatto meglio a scusarsi rispetto a quanto già affermato”. “Sono numerosi i casi – ha concluso – in cui Valentini non si è espresso nel merito di vicende giuridiche in corso, di contenziosi o rivendicazioni sindacali: vorremmo la stessa solerzia su tutte le vicende, a 360°”.
12) RESPINTO IL REGOLAMENTO PER IL BARATTO AMMINISTRATIVO
Il Consiglio comunale, nella seduta di oggi, ha respinto il Regolamento per il baratto amministrativo. Il testo era stato predisposto originariamente da Andrea Corsi e Massimo Bianchini (L’Alternativa), Pietro Staderini (Sena Civitas), Marco Falorni (Impegno per Siena), Giuseppe Giordano (Movimento Civico Senese) e da Luciano Cortonesi ed Eugenio Neri, attualmente non più consiglieri. Era poi stato oggetto di modifiche, nello scorso mese di dicembre, con un corposo emendamento che aveva sostituito il contenuto, a firma anche del gruppo consiliare Laura Sabatini e Alessandro Trapassi, di Alessandro Piccini e Maria Isabella Becchi (Nero su Banco) e di Michele Pinassi (Siena 5 Stelle).
Nella seduta odierna, Giordano aveva presentato un altro emendamento, sottoscritto anche da Laura Sabatini e Alessandro Trapassi, Massimo Bianchini e Andrea Corsi, Michele Pinassi e Mauro Aurigi (Siena 5 Stelle), Enzo De Risi (Cittadini di Siena), Marco Falorni (Impegno per Siena), Ernesto Campanini (Sinistra per Siena, RC, SsM), Mauro Marzucchi (Siena Futura), Alessandro Piccini e Maria Isabella Becchi, nel quale veniva sostituito il riferimento legislativo al decreto legislativo n°163/2006 con il decreto legislativo n°50/2016.
Il documento intendeva disciplinare forme di collaborazione fra cittadini e Amministrazione per la cura, il recupero e lo sviluppo dei beni comuni urbani. “Utilizzando l’opportunità concessa dalla legge Sblocca Italia – come aveva spiegato Giordano – con il baratto amministrativo si prevede la possibilità di offrire al Comune e alla collettività, in corresponsione di entrate extra-erariali, una propria prestazione di pubblica utilità, integrando il servizio già svolto dai dipendenti e collaboratori comunali”. “Rispetto al testo del regolamento presentato lo scorso dicembre, non esistono, a mio parere – ha concluso Giordano – motivi ostativi alla sua approvazione, essendo stati rimossi tutti i rischi possibili. Si tratta, quindi, di volere o meno il baratto amministrativo, già operante con successo in molti Comuni”.
Dai banchi della maggioranza, Giulia Periccioli (PD) ha motivato il non accoglimento della proposta “in quanto la normativa in materia non è ancora chiara per la sua applicazione, viste le numerose sentenze, in materia, della Corte dei Conti. Se, come affermato da Giordano, che ne riconosce le difficoltà oggettive, questo regolamento fosse servito ad affermare un principio, sarebbe stato preferibile proporre un atto d’indirizzo, perché con l’approvazione di un regolamento si legittima un’aspettativa del cittadino a usufruire di un istituto che in realtà non è ancora applicabile”.
11) SERVIZIO DI SOCCORSO 118: L’ASSESSORE FERRETTI RISPONDE A UNA INTERROGAZIONE DI FALORNI SUI PROCESSI DI RIORGANIZZAZIONE IN ATTO
L’accorpamento delle centrali operative del 118 di Siena e Grosseto e le condizioni di precarietà nelle quali opera il personale medico delle ambulanze hanno costituito l’oggetto dell’interrogazione presentata nella seduta consiliare odierna da Marco Falorni (Impegno per Siena) e sottoscritta anche da Andrea Corsi (L’Alternativa).
Lamentando come “il servizio di soccorso di emergenza nella Toscana meridionale non può continuare a essere sottoposto a nuovi tagli” e che “non si può accettare il ruolo progressivamente maggiore di Arezzo, città meno baricentrica di Siena nel contesto territoriale della nuova azienda sanitaria Toscana sud-est”, Falorni ha sottolineato come “un’eventuale riduzione delle postazioni mediche del 118 sul territorio potrebbe mettere a rischio gli standard di servizio raggiunti” e che “la situazione di precarietà dei medici del 118 non può durare in eterno”.
Alla richiesta di sapere “come ha intenzione di muoversi l’Amministrazione nei confronti dei vertici dell’azienda sanitaria Toscana sud-est” ha risposto l’assessore alla Sanità, Anna Ferretti, partendo dalla lettura di una nota del direttore generale dell’azienda USL Toscana sud-est, Enrico Desideri: “Le principali finalità del processo di riorganizzazione in atto sono quelle di assicurare uno standard assistenziale uguale per tutti i cittadini dell’area vasta sud-est, stabilizzare il personale medico precario e dare piena attuazione alla normativa vigente per il settore”. “Le evidenze raccolte – ha proseguito – attraverso le esperienze a livello nazionale ed europeo dimostrano che le risorse, per essere utilizzate in modo efficace, vanno indirizzate verso il setting più appropriato alla situazione, che potrà essere un’ambulanza equipaggiata per il BLSD, quella infermierizzata o la risorsa con medico e infermiere da riservare alle situazioni in cui l’intervento del medico può fare la differenza per il paziente”. “Non è superfluo ricordare – ha aggiunto – che la graduazione della risposta in relazione alla gravità del caso rappresenta l’approccio più rispettoso della professione medica e infermieristica. Infine, occorre ricordare che, sulla base della normativa vigente, il responsabile della centrale operativa definisce il tipo e il numero dei mezzi di soccorso necessari per l’organizzazione del sistema”.
Con la stessa nota, l’assessore ha poi spiegato come “la riorganizzazione del sistema dell’emergenza territoriale che fa capo alla centrale operativa 118 Siena-Grosseto sia volta a garantire lo standard ottimale di assistenza a tutti i cittadini”. Quanto alla stabilizzazione del personale medico delle ambulanze, “il direttore afferma che sarà stabilizzato il personale medico precario con una tempistica che dipende dal processo avviato a livello regionale per la trasformazione del rapporto di lavoro del personale convenzionato da tempo determinato a indeterminato”.
L’assessore ha aggiunto che “dell’accorpamento delle centrali se ne parla dal 2012 con la delibera regionale n°1235: lì erano definite 3 centrali di area vasta. Ma nel 2013 fu riconosciuto che, data la complessità dell’operazione, si procedeva per gradi passando prima a 6 e poi a 3. Nella nostra Area fu riconosciuta l’opportunità di accorpare Siena e Grosseto con sede a Siena”.
Ferretti ha concluso sostenendo che “sul futuro dei punti di emergenza territoriale (PET) c’è un tavolo aperto in Regione con le associazioni di volontariato per definire quelli con BLSD, quelli con infermiere, con medico, uso auto medica ed elisoccorso perché anche qui la risposta sanitaria sia rispondente ovunque e perché tutti i cittadini devono avere le stesse prestazioni e non al ribasso come forse qualcuno pensa”.
Falorni si è dichiarato insoddisfatto.
10) LA VIABILITÀ TRA I “DUE PONTI”, VIALE TOSELLI, VIALE SARDEGNA E LA STAZIONE FERROVIARIA NELL’INTERROGAZIONE DI MAURO AURIGI
L’assessore Maggi: “Disagi attenuati con l’istituzione del senso unico in via Peruzzi, che sarà riaperta in entrambe le direzioni dalla prossima settimana”
A causa della chiusura, al momento parziale, di via Peruzzi e dei conseguenti disagi a carico della viabilità cittadina e delle necessità di pendolari, lavoratori, commercianti e altre categorie di utenze, Mauro Aurigi (Gruppo Siena 5 Stelle), durante la seduta consiliare odierna, ha chiesto aggiornamenti sulla situazione.
“Questa interrogazione risale al novembre 2016 – ha sostenuto – per cui qualche miglioramento nella situazione lamentata c’è stato. Comunque vorrei sapere quali misure si intende mettere in atto per porre rimedio alla situazione, così da evitare o limitare al massimo gli attuali disagi”.
L’assessore alla Mobilità, Stefano Maggi, ha ricordato che dallo scorso 29 dicembre è stata ripristinata la viabilità in via Peruzzi con un senso unico di marcia nella direzione Porta Pispini-Porta Ovile: “Ciò ha attenuato, di fatto, i disagi dello scorrimento veicolare nell’asse Due Ponti-Toselli-Sardegna richiamati nell’interrogazione. Auspichiamo che la situazione tornerà alla normalità dalla prossima settimana, con la riapertura totale di via Peruzzi, in entrambi i sensi di marcia”.
Quanto alle possibili soluzioni per decongestionare comunque il traffico dell’area, l’assessore ha fatto riferimento alle opportunità complementari concesse dai mezzi pubblici: “Intanto abbiamo potenziato il servizio del trasporto pubblico locale raddoppiando la linea Due Ponti-Logge del Papa. Inoltre, sul fronte dei treni, è necessario un intervento che renda disponibile il trasporto ferroviario sia da Buonconvento (stazione di Siena-zona industriale) sia da Asciano (stazione di Arbia) con l’istituzione di una nuova fermata a Casetta”.
“Bisogna rafforzare il sistema dei mezzi pubblici – ha proseguito – anche tramite l’istituzione di corsie preferenziali per gli autobus: sono l’Europa, lo Stato e le Regioni che lo chiedono, mettendo a bando risorse per gli interventi sulla viabilità ciclopedonale e sulla sicurezza stradale”.
Maggi ha concluso sottolineando come via Peruzzi sia utile anche per il collegamento alla risalita di San Francesco: “La seconda per utilizzo dopo quella di stazione-Antiporto di Camollia: una valida alternativa per evitare che le persone vengano in centro con la propria auto”.
Il consigliere Aurigi ha ringraziato per l’aggiornamento, prendendo atto “di ciò che è stato fatto” e dichiarandosi parzialmente soddisfatto della risposta dell’assessore.
9) RICHIESTE INFORMAZIONI SULL’ATTRIBUZIONE DELLA DELEGA PER CELEBRARE LE UNIONI CIVILI
Il sindaco Valentini ha risposto all’interrogazione presentata dai consiglieri Vigni e Petti
Durante la seduta consiliare odierna, Simone Vigni (PD), firmatario dell’interrogazione con la collega di gruppo Rita Petti, ha chiesto informazioni relative alle “motivazioni in base alle quali la delega per la funzione di ufficiale di stato civile per la costituzione delle unioni civili nel Comune di Siena non viene rilasciata, come invece avviene per i matrimoni civili, anche ad assessori e consiglieri comunali, o a cittadini italiani che abbiano i requisiti per l’elezione a consiglieri, diversamente da quanto avviene nella maggioranza delle amministrazioni della Repubblica italiana”.
Sottolineando la natura politica dell’interrogazione e come “i matrimoni e le unioni civili debbano essere considerati istituti sempre più unificati”, Vigni ha chiesto “perché a Siena non si è colto questa opportunità?”.
Il sindaco Bruno Valentini ha dichiarato di condividere lo spirito dell’interrogazione e ha informato che, dopo aver loro rivolto un’espressa richiesta, “gli uffici preposti hanno risposto negativamente rispetto a tali possibilità, poiché non espressamente previste nella normativa iniziale”.
Valentini ha ricordato che nella Gazzetta Ufficiale n° 22 dello scorso 21 gennaio sono stati pubblicati i tre decreti attuativi previsti dalla legge sulle unioni civili: “Nella nuova formulazione, la normativa prevede che le funzioni di ufficiale dello stato civile possono essere delegate ai dipendenti del Comune a tempo indeterminato e, in caso di esigenze straordinarie e temporalmente limitate, a quelli a tempo determinato, previo superamento di apposito corso. Stessa possibilità è prevista per il presidente della Circoscrizione, ovvero a un consigliere comunale che eserciti le funzioni nei quartieri o nelle frazioni, o al segretario comunale”.
“Per il ricevimento del giuramento per la celebrazione del matrimonio e per la costituzione delle unioni civili – ha aggiunto – le funzioni di ufficiale dello stato civile possono essere delegate anche a uno o più consiglieri o assessori comunali, o a cittadini italiani che abbiano i requisiti per l’elezione a consigliere comunale”.
“Al fine di tutelare gli interessi di coloro che hanno deciso di procedere con le unioni civili – ha concluso il sindaco – abbiamo atteso che la normativa prevedesse espressamente la possibilità di delegare le funzioni ai consiglieri comunali o ai cittadini italiani in possesso dei requisiti per l’elezione a consigliere comunale. Tutto ciò con un approccio prudenziale teso a evitare che le unioni civili celebrate potessero venire annullate”.
Vigni si è dichiarato “assolutamente insoddisfatto perché l’interpretazione tecnica degli uffici non deve essere accettata al di sopra della logica politica. Sono certo che le stesse coppie che si sono unite in questi mesi avrebbero accettato con tranquillità l’eventualità del rischio pur di vedersi parificate a quelle che hanno celebrato matrimoni civili dato l’obiettivo politico della legge, aldilà dei decreti applicativi. La titubanza ha determinato una posizione non coerente con le battaglie di civiltà degli ultimi anni a cui l’Amministrazione ha espresso da sempre adesione”.
8) LA FORNITURA DEI SACCHI PER LA RACCOLTA DIFFERENZIATA TEMA DELL’INTERROGAZIONE DI ERNESTO CAMPANINI E MICHELE PINASSI
L’assessore Paolo Mazzini ha informato l’aula sulla procedura di affidamento diretto tramite la piattaforma regionale “Start”
Sono state accorpate nella discussione le due interrogazioni, presentate nella seduta odierna da Ernesto Campanini (Sinistra per Siena, RC, SsM) e Michele Pinassi (gruppo Siena 5 Stelle), inerenti la fornitura dei sacchi per la raccolta differenziata.
Campanini ha richiamato un articolo di stampa sull’indagine giudiziaria in corso, relativa al bando di gara aggiudicato da SEI Toscana per il servizio di raccolta e gestione dei rifiuti urbani, che riferisce di alcune intercettazioni dalle quali “si evince che il Comune di Grosseto abbia corrisposto una cifra doppia per i sacchetti della differenziata rispetto a quanto SEI Toscana li abbia pagati dalla ditta fornitrice: un articolo de “La Repubblica” del 18 novembre scorso riporta che tale cifra ammonti a 300mila euro, da aggiungere ad altri 70mila per la relativa distribuzione”.
Considerata la partecipazione di Sienambiente in SEI Toscana, Campanini ha chiesto di sapere “quanto paghi il Comune di Siena per i sacchi della differenziata e se sia stato espletato un bando di gara”.
Pinassi, sostenendo che “agli atti del Comune di Siena risultano affidamenti per la fornitura dei sacchi limitata al centro storico”, ha chiesto “qual è la regolamentazione per la fornitura dei sacchi; se sia stata effettuata una gara pubblica; a quanto ammonti la spesa complessiva e chi è il fornitore; infine, se si considera soddisfacente l’attività di informazione sulla consegna dei sacchi”.
L’assessore all’Ambiente, Paolo Mazzini, ha specificato che “il “Regolamento sui rifiuti urbani e l’igiene pubblica” e i provvedimenti di competenza comunale richiedono l’uso di appositi sacchi colorati per la differenziazione dei rifiuti nel servizio porta a porta. Allo scopo di incentivare la raccolta differenziata, ai cittadini del centro storico vengono distribuiti sacchi gialli per la carta, verde per il multimateriale e, relativamente al Terzo di Camollia, grigi per l’organico”.
Nel merito della procedura di acquisto dei sacchi, Mazzini ha informato che “visti gli importi inferiori a 40mila euro, si è potuto effettuare un affidamento diretto tramite la piattaforma telematica regionale Start dopo aver richiesto e valutato diverse offerte a ditte specializzate. Per la fornitura nel 2016 si sono resi necessari 11.890 euro circa, al prezzo unitario di 3 centesimi di euro a sacco. Il soggetto fornitore è la ditta Cerofolini Cesare di Subbiano, in provincia di Arezzo”.
Quanto alle attività di comunicazione ai cittadini per il ritiro dei sacchi, l’assessore ha ricordato che queste vengono svolte attraverso comunicati stampa e pubblicazioni sul sito web istituzionale, compresi profili social; anche la loro distribuzione, che avviene all’URP di Palazzo Berlinghieri, viene svolta in economia con il ricorso a personale comunale.
Campanini ha ringraziato l’assessore “per la risposta, dalla quale emerge che, rispetto ad altri Comuni, Siena paga un costo modesto per i sacchetti”. Sottolineando le partecipazioni del Comune di Siena in Sienambiente e di quest’ultima in SEI Toscana, il consigliere ha aggiunto: “Viene allora da chiedersi perché SEI Toscana chiedesse cifre più rilevanti: che importi sono stati chiesti agli altri Comuni?”.
Pinassi ha risposto che avrebbe preferito “una risposta politica del sindaco piuttosto che quella tecnica dell’assessore, vista la richiesta di commissariamento di SEI Toscana avanzata dall’ANAC. Quanto alle operazioni di consegna dei sacchi, bene che la consegna sia fatta in house anche se vorrei sapere come funzionava prima e chi lo faceva”.
7) APPROVATO IL REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DEL VOLONTARIATO
Il Consiglio Comunale ha approvato, nella seduta odierna, il Regolamento della Consulta del volontariato del Comune di Siena, nella sua qualità di capoluogo di provincia.
La regione Toscana ha, infatti, previsto che le funzioni sulla tenuta del registro regionale delle organizzazioni del terzo settore siano attribuite ai comuni capoluogo di provincia. L’assessore al Sociale, Anna Ferretti, intervenendo nell’illustrazione dell’atto ha specificato come “con il nuovo Regolamento si avvierà l’operatività e le modalità di partecipazione di tutte le associazioni che potranno concorrere al conseguimento di finalità di carattere sociale, sanitario, civile e culturale, del territorio”.
Gli scopi della Consulta sono: esprimere pareri, su richiesta degli enti locali della provincia, sulle materie del governo del territorio; sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulle tematiche della solidarietà e del volontariato; coordinare e rappresentare, nel rispetto delle singole autonomie associative, tutte le problematiche che vorranno proporre agli enti locali; formulare proposte e promuovere iniziative sulla solidarietà, volontariato e politiche sociali; promuovere momenti di promozione e conoscenza della Consulta stessa.
Gli organi della Consulta, tutti non remunerati, sono: l’assemblea delle associazioni, il comitato esecutivo, il presidente e due vicepresidenti, dei quali uno vicario.
6) IL CONSIGLIO COMUNALE APPROVA IL RECESSO DA APEA
Il Consiglio Comunale ha approvato, nella seduta odierna, il recesso dalla partecipazione dell’ente in APEA, l’agenzia provinciale per l’energia, l’ambiente e lo sviluppo sostenibile.
Il vicesindaco Fulvio Mancuso, nell’illustrare all’aula il documento, ha spiegato come “la recente normativa regionale, attuando un programma di riordino delle funzioni esercitate dalle province, finalizzato alla riorganizzazione delle attività e dei servizi in favore di cittadini e imprese, faccia riferimento anche a quelle in materia di energia e ambiente”.
“I presupposti per l’esercizio di tali funzioni, che spettavano ad APEA – ha proseguito – sono quindi venuti meno, poichè la Regione Toscana, dallo scorso 1° gennaio, è subentrata alle province in queste materie. Essendo venuti meno ex lege le motivazioni per proseguire nello svolgimento del servizio, decadono anche i motivi per il mantenimento della partecipazione comunale nell’agenzia APEA”.
La Regione Toscana procederà poi al riordino della disciplina sul controllo degli impianti termici e alla creazione di un sistema regionale di certificazione energetica degli edifici, avvalendosi dal 1° gennaio 2018 dell’Agenzia regionale recupero risorse (ARRR), spa in house.
5) IL DEGRADO DEL VICOLO DI SAN PIETRO NELL’INTERROGAZIONE DI MICHELE PINASSI
L’assessore Mazzini: “Si tratta di un non corretto mantenimento delle superfici intonacate e al momento ci siamo rapportati con la proprietà attraverso inviti formali”
Michele Pinassi (Gruppo Siena 5 Stelle), durante la seduta consiliare odierna, dopo aver rimarcato l’importanza della tutela del patrimonio artistico e dell’immagine della città, soprattutto nelle zone adiacenti Piazza del Campo, così come di altri importanti monumenti e luoghi simbolo, con un’interrogazione ha puntato l’attenzione “sulle intollerabili condizioni di degrado in cui si trova il vicolo di San Pietro”.
Ricordando come sia “percorso quotidianamente da centinaia di cittadini e turisti per accedere al Campo”, ha chiesto ”quali provvedimenti si intenda adottare per rimediare alla insostenibile situazione di degrado che danneggia l’immagine di Siena e della stessa Piazza”.
L’assessore al Patrimonio, Paolo Mazzini, ha risposto che “se si può parlare di degrado per alcuni episodi di distacco degli intonaci e di altri elementi delle superfici esterne di un immobile, la questione sollevata tocca comunque una questione fondamentale: ovvero se valga la pena focalizzarsi su singoli scorci o vie della città o, piuttosto, sul corpo urbano nel suo complesso”.
Mazzini ha ricordato come “dal 1995 Siena sia entrata a far parte del patrimonio mondiale Unesco e come il relativo Piano di gestione del centro storico contempli tutte le attività che possono essere effettuate o meno: soprattutto, riconosce che la ricchezza e il valore del centro storico sono variabili complesse difficilmente riferibili a un singolo scorcio o a una sola via di accesso alla Piazza”.
Come ha spiegato l’assessore, nel merito delle funzioni e delle competenze dell’Amministrazione comunale, il Regolamento edilizio prevede inviti nei confronti dei privati finalizzati al mantenimento del buono stato delle proprietà, che essi siano immobili o aree libere. “La situazione richiamata – ha aggiunto – non configura la necessità di un intervento per eventuali rischi sulla pubblica incolumità: una procedura che impone il ripristino delle condizioni di sicurezza al verificarsi di distacchi, cadute o cedimenti di materiali che possono mettere a repentaglio la sicurezza fisica dei cittadini”.
“Qualche anno fa – ha ricordato – c’erano finanziamenti speciali disposti dal Comune per la riqualificazione delle superfici esterne di edifici e palazzi. Recentemente è stato aggiornato il Piano del colore che fa parte degli strumenti del governo della città in quanto disciplina gli interventi sugli edifici e tratta questioni relative all’accuratezza del restauro e alle modalità di recupero delle tessiture murarie. Il Piano del colore è stato assunto anche da altre amministrazioni comunali per la serietà degli studi e le sue modalità di dispiegamento”.
Insoddisfatto della risposta Pinassi: “Mi pare di capire che non abbiamo strumenti efficaci a far adottare corrette politiche di conservazione degli edifici a tutela dell’immagine della città. Credevo che l’Amministrazione comunale disponesse di strumenti più incisivi per far sì che i proprietari mantengano le superfici esterne in modo decoroso. Temo che Siena sia condannata a scivolare sempre più nel degrado”.
4) DA MASSIMILIANO BRUTTINI UN’INTERROGAZIONE SULLA PRESENZA DEGLI UNGULATI NELLA PERIFERIA CITTADINA
L’assessore Mazzini: “Necessaria una maggior manutenzione del territorio e l’eliminazione degli incolti abbandonati che favoriscono il loro insediamento”
La presenza sempre più diffusa di ungulati nell’immediata periferia cittadina e a ridosso delle abitazioni ha costituito il tema dell’interrogazione di Massimiliano Bruttini (PD). Facendo riferimento ai danni che tali animali provocano alle piante e alle produzioni agricole, da un lato, e ai rischi per la circolazione stradale, dall’altro, Bruttini ha richiamato il Piano regionale di controllo per il contenimento del cinghiale: “Le norme relative all’abbattimento non possono trovare applicazione nelle zone attigue alle case e alla viabilità ordinaria. Per le operazioni di prelievo di controllo appaiono insufficienti le catture effettuate dalla Polizia Provinciale con le sole quattro gabbie a disposizione”.
Il consigliere ha chiesto “se non sia possibile prevedere misure di contenimento di tali specie animali anche attraverso una maggiore sensibilizzazione dei privati perché adottino recinzioni e altri sistemi dissuasivi ed effettuino attività di manutenzione, nelle proprie zone boschive, utili e funzionali a dissuadere la presenza degli ungulati” e se “non sia il caso di programmare interventi sistematici, in applicazione delle disposizioni del Piano di controllo e in accordo con le autorità preposte e le associazioni venatorie, per la loro cattura e la riduzione del loro numero”.
L’assessore all’Ambiente, Paolo Mazzini, ha riconosciuto come “l’interrogazione ponga in evidenza una situazione che presenta aspetti critici e delicati, sia per la sicurezza dei cittadini sia per la salute e la tutela degli animali”. Mazzini ha sostenuto che il fenomeno della presenza degli ungulati nell’area cittadina, di particolare rilievo negli ultimi tempi, sia dovuto “al progressivo abbandono delle attività colturali e della manutenzione del paesaggio nelle aree periurbane della città che hanno facilitato l’insediarsi di fauna venatoria, e in particolare di ungulati, anche perché tali aree sono contigue con le zone abitate e spesso è difficoltoso svolgere attività di abbattimento e di controllo per il contenimento delle specie faunistiche”.
L’assessore ha ricordato che “in materia faunistica le competenze delle amministrazioni comunali sono residuali e quelle che emergono dal problema sono soprattutto implicazioni di tipo sociale”. “Recentemente – ha proseguito – durante un incontro con l’ATC 18 (Ambito Territoriale di Caccia, ndr) che si occupa della gestione faunistica delle aree del Comune di Siena, è emerso che le numerose popolazioni di ungulati generalmente occupano luoghi in cui possono reperire cibo con maggiore facilità”.
Quanto agli interventi di contenimento, a oggi sono stati effettuati tramite catture con
apposite gabbie “il cui numero – come ha sostenuto Mazzini – dovrà sicuramente essere aumentato con una maggiore distribuzione sul territorio. AI contempo, ove possibile, dovranno essere intraprese delle battute per il contenimento della specie”. “La migliore soluzione – ha sottolineato – sarebbe quella di rimuovere le condizioni vegetazionali che favoriscono la presenza degli ungulati. Da questo punto di vista, è necessaria una maggior manutenzione del territorio e l’eliminazione degli incolti abbandonati che favoriscono il loro insediamento. Per questo, l’Amministrazione intende confrontarsi con le associazioni di categoria degli agricoltori e la stessa ATC 18 per avviare modalità concordi che possano favorire la rimessa a coltura dei terreni abbandonati, indirizzando anche incentivi che potrebbero rappresentare una spinta per questa operazione”. “In tal senso – ha concluso – valuteremo la partecipazione direttamente come Amministrazione, o aderendo ad altre richieste di carattere istituzionale, al bando regionale sui progetti integrati per mantenere lo stato agricolo dei terreni periurbani per aspetti sociali e paesaggistici in un territorio antropizzato da secoli, la cui immagine è legata a attività umane e bellezze naturali”.
Bruttini ha espresso soddisfazione “perché il problema è sentito e affrontato dall’Amministrazione. Oltre alle catture, in alcune zone, da parte della Polizia Provinciale e dell’ATC, dobbiamo sollecitare i cittadini a mettere in atto pratiche virtuose a medio e lungo termine, a cominciare dalla pulizia dei terreni per l’allontanamento degli animali”.
3) “EX MULINI MURATORI” A TAVERNE D’ARBIA: PRONTAMENTE RIPRISTINATE LE CONDIZIONI DI SICUREZZA A SEGUITO DEL DISTACCO DI GRONDA
L’assessore Maggi ha ripercorso la vicenda in risposta all’interrogazione di Massimiliano Bruttini
Nello scorso mese di novembre, un tratto della gronda degli “ex mulini Muratori” a Taverne d’Arbia ha subito un distacco ed è caduto sulla via pubblica, in un’area vicina alla fermata del trasporto pubblico nella quale è presente anche un’isola ecologica.
Nel merito di questo episodio, Massimiliano Bruttini (PD) nella seduta consiliare odierna, pur riferendo che nel frattempo la proprietà ha rimesso in sicurezza la facciata e la struttura dell’immobile, ha presentato un’interrogazione sullo stato generale di tutta l’area “che si trova in una zona poco salubre, nella quale ristagna l’acqua e prolificano zanzare e topi. Con l’intervento agli “ex mulini Muratori”, inoltre, sono stati rimossi i vetri dalle finestre dell’immobile e oggi i suoi locali interni sono pieni di volatili, in particolare piccioni”.
In considerazione della presenza “sul fronte strada di altri edifici che versano in gravi condizioni statiche”, il consigliere ha chiesto ” se sono stati avviati contatti con le varie proprietà per favorire il ripristino delle condizioni di sicurezza di tutte le altre strutture pericolanti e, quindi, la riqualificazione complessiva dell’area”.
L’assessore alla Polizia Municipale, Stefano Maggi, ha ripercorso le fasi procedurali che hanno permesso il ripristino delle condizioni di sicurezza del manufatto: “A seguito dell’intervento urgente del personale del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco, gli uffici comunali preposti hanno scritto una nota alla proprietà per sollecitare i lavori di messa in sicurezza a tutela della pubblica incolumità, che sono stati adeguatamente effettuati con il ricorso a una piattaforma aerea come si evince dalla nota tecnica del geometra incaricato”.
Maggi ha illustrato la tipologia degli interventi, i quali hanno comportato “la rimozione dalla facciata delle porzioni di intonaco pericolante e la pulizia dei canali di gonda da detriti e vegetazione, oltre a opere diffuse sulla gronda e sul manto di copertura. I vetri rotti delle finestre sono stati sostituiti da rete metallica protettiva”.
“L’area è oggettivamente in degrado – ha affermato Maggi – e nel Regolamento Urbanistico scaduto nell’aprile 2016 era ipotizzata un’operazione di recupero con alcune previsioni che, però, non sono mai state realizzate. Per questo, nel prossimo Piano Operativo dovremmo individuare una forma di riutilizzo della struttura più adeguato per sanare questa ferita aperta nel cuore di Taverne: finora abbiamo pensato alla destinazione residenziale che, probabilmente, non si rivela la soluzione migliore”.
Bruttini si è dichiarato soddisfatto “per i contenuti generali della risposta e per l’attenzione nei confronti del problema esposto che condiziona pesantemente l’esistenza di tutto il quartiere”.
2) IN CONSIGLIO COMUNALE UN FOCUS SULLE CONDIZIONI DELLA VIABILITÀ NELL’AREA SUD-EST DELLA CITTÀ
Le condizioni del traffico veicolare in viale Toselli, ai Due Ponti, alla Coroncina e in tutta l’area sud-est della città sono state oggetto dell’interrogazione presentata nella seduta consiliare odierna da Lorenzo di Renzone, Pasqualino Cappelli, Fabio Zacchei (Siena Cambia), Pasquale d’Onofrio e Letizia Maestrini (Gruppo misto).
Come ha illustrato Di Renzone, “la situazione è aggravata dalla chiusura, più o meno parziale, di via Peruzzi che genera picchi di maggiore criticità durante le ore di punta, soprattutto al mattino quanto gli automobilisti entrano in città dalle direttrici Bettolle-Siena in zona Ruffolo-Toselli e Val d’Arbia-Siena in zona Coroncina”. Il consigliere ha richiamato lo studio di fattibilità della metropolitana leggera, pubblicato nel 2006 nel sito del Comune, che prevede l’intersezione tra le linee Siena-Chiusi e Siena-Grosseto e ha sottolineato “il sottoutilizzo di queste linee: dei 26 treni medi giornalieri che fermavano ad Asciano-Monte Oliveto solo 11 facevano fermata ad Arbia e dei 20 che fermavano a Monteroni d’Arbia solo 6 alla stazione Siena-zona industriale. Dati, questi, che sembrano addirittura peggiorati dalle informazioni disponibili sul portale di Trenitalia, dove, addirittura, sembra non esserci la fermata a Siena”.
Di Renzone ha ricordato il breve tempo di percorrenza per le tratte (9 minuti Arbia- Siena, 11 Ponte a Tressa-Siena e 14 Monteroni d’Arbia-Siena) e ha evidenziato i benefici che otterrebbe la viabilità utilizzando le stazioni di Arbia, Castelnuovo Berardenga Scalo, Siena-zona industriale, Ponte a Tressa e Monteroni d’Arbia come nodi di scambio terminali per raggiungere la stazione di Siena. Il consigliere ha ipotizzato “un livello di intervento base, in cui tutti i treni facciano fermata nelle stazioni individuate, e in particolare Arbia e Siena zona industriale; e un livello superiore da effettuarsi tramite motrice motorizzata (Minuetto, piccola motrice da 122 posti seduti) da utilizzare come navetta con una percorrenza a/r mai superiore ai 30 minuti”. Per questi motivi, Di Renzone ha chiesto “se si ritiene opportuno, in tempi brevi avviare un tavolo di confronto con Trenitalia, o chi di competenza, per valutare la fattibilità immediata del primo e del secondo livello di interventi ipotizzati, o quanto altro sia in grado di lenire la difficile situazione viaria che si è venuta a creare”.
L’assessore alla Mobilità, Stefano Maggi, ha ricordato che via Peruzzi sta riaprendo definitivamente in entrambi i sensi di marcia e ha colto l’occasione per offrire un excursus sulla vicenda dal punto di vista del trasporto ferroviario.
“Purtroppo non è stato possibile istituire alcuna forma di sperimentazione perché gli orari di Trenitalia sono preparati con un anticipo di 7-8 mesi ed è impossibile ottenere modifiche temporanee in base a richieste urgenti. Questa tempistica dipende, tra l’altro, anche dalla Regione Toscana che dispone di poco personale addetto in questo specifico settore”.
Quanto alle stazioni citate nell’interrogazione, Maggi ha informato che quella di “Siena zona industriale, nata nel 1980 per trasportare gli operai delle fabbriche, adesso è dismessa e servono alcuni mesi per poterla riaprire: lavoriamo in prospettiva del giugno 2018”. Rispetto a quella di Arbia, “nello scorso mese di dicembre siamo stati in Regione insieme al sindaco di Asciano per chiederne il riutilizzo. Anche questa stazione è in stato di abbandono, pur non essendo chiusa. Si fermano 4 treni in un senso e 8 in quello opposto”.
L’assessore, sottolineando come “per sgravare il traffico veicolare ci sia sempre più bisogno che le persone utilizzino il treno e i mezzi su gomma del trasporto pubblico locale”, ha prospettato alcune possibilità di intervento infrastrutturale su queste stesse stazioni: “Una nuova fermata, che servirebbe a Casetta, comporta una spesa di circa un milione di euro. Per il recupero della stazione di Arbia, lungo la direttrice Siena-Chiusi, i Comuni di Asciano e di Siena dovrebbero prevedere un intervento di riqualificazione del parcheggio e un ponte ciclopedonale sul fiume. Il recupero di questa stazione sarebbe utile per Arbia e per Taverne”. “La stazione di Siena-zona industriale – ha proseguito – è invece legata all’area industriale di Isola d’Arbia e con la realizzazione della nuova bretella della Cassia, tra qualche anno, potrà diventare un nodo urbanistico importante del territorio comunale ed essere collegata alla città in soli 8 minuti”.
Maggi ha concluso ribadendo il principio che “si deve passare dal concetto di “servizio di trasporto” a quello di “rete di trasporto” e che bisogna sempre evitare qualsiasi sovrapposizione di servizi: dove si arriva con il treno non si deve andare con il trasporto pubblico su gomma”.
Di Renzone ha riconosciuto la sensibilità dell’assessore sul tema e si è dichiarato “soddisfatto per gli impegni presi nella prospettiva di ridare vita a due stazioni importanti per la zona sud-est del territorio comunale, particolarmente attanagliata dal traffico nelle ore di punta”. Il consigliere ha accolto favorevolmente anche la proposta di riqualificazione della zona di Isola d’Arbia collegata al recupero della stazione e ha invitato l’assessore “a non mollare perché troverà sponda in tutta la zona”.
1) IL CONSIGLIO COMUNALE DEDICA UNA SEDUTA STRAORDINARIA AL “GIORNO DEL RICORDO”
Una seduta consiliare straordinaria in occasione del Giorno del Ricordo “per rinnovare – come recita l’ordine del giorno – la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre di istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.
L’appuntamento odierno, al quale hanno partecipato una rappresentanza di studenti dell’Istituto di istruzione superiore E.S. Piccolomini di Siena, è stato aperto dall’intervento del presidente del Consiglio comunale, Mario Ronchi, il quale ha rinnovato la memoria della tragedia delle vittime delle foibe con un minuto di silenzio e di raccoglimento condiviso da tutti i presenti nell’aula consiliare.
A seguire la lectio magistralis di Nicola Labanca, professore del dipartimento di Scienze storiche e dei Beni culturali dell’Università degli Studi di Siena, il quale, ricorrendo anche alla lettura di alcune testimonianze scritte, ha approfondito le complesse vicende di quel periodo dal punto di visto storiografico. Labanca ha messo in relazione “gli orrori delle foibe ai drammi delle deportazioni e dell’esodo cui fu sottoposta la popolazione istriana e giuliano-dalmata, considerando il rifiuto della guerra e dell’espansione territoriale e del razzismo uno dei valori irrinunciabili della democrazia repubblicana”.