Il 2 aprile è la Giornata mondiale per la consapevolezza dell’autismo, istituita nel 2007 dalle Nazioni Unite per creare sensibilità a livello internazionale intorno a questo disturbo neuro-psichiatrico. E mentre la scienza e la medicina mettono a segno continui progressi nella diagnosi e nella cura della malattia, di pari passo crescono l’attenzione dell’opinione pubblica e azioni di solidarietà utili ad abbattere ignoranza e pregiudizi ed a creare una rete di supporti agli autistici ed alle loro famiglie.
Anche il Comune di Montepulciano aderisce all’edizione 2016 della Giornata su invito dell’Associazione Autismo Siena “Piccolo Principe” che è riuscita a diffondere l’evento a livello provinciale coinvolgendo, oltre al capoluogo ed alla città del Poliziano, anche Monteriggioni e San Gimignano. A loro volta altre associazioni di Montepulciano hanno risposto all’appello dell’Amministrazione comunale garantendo la propria presenza ed il proprio sostegno sul territorio per raggiungere, con un’azione di sensibilizzazione quanto più possibile capillare, ampi strati della popolazione.
Non mancherà uno degli aspetti più spettacolari della campagna mondiale, l’illuminazione di blu di un monumento che simboleggi l’adesione dell’intera comunità: dall’imbrunire di sabato fino alla giornata di domenica sarà dunque la torre del Palazzo Comunale, simbolo civico per eccellenza, ad assumere questa elegante colorazione.
Per sabato 2 aprile il programma prevede dalle 9.30 alle 12.30, a Montepulciano stazione, in piazza Europa, l’incontro con il pubblico con distribuzione materiale informativo e gadget, in collaborazione con il Ccentro ricreativo La Bocciofila e le associazioni Maestà del Ponte, ASD La Chianina e Rinascita. Dalle 15.00 alle 19.00 il presidio si sposterà a Montepulciano, in Piazza Grande, dove l’attività di sensibilizzazione sarà realizzata in collaborazione con l’associazione dei donatori di sangue AVIS.
Domenica 3 aprile, alle 16.30, nella sala San R. Bellarmino, in via San Donato, sarà inaugurata la mostra di pittura “Da Max a Ube 2016”, di Umberto Trezzi. La rassegna rimarrà aperta fino al 10 aprile; i quadri potranno essere ceduti a fronte di una donazione che sarà devoluta a favore dell’Associazione Autismo Siena.
La mostra personale di Umberto Trezzi, artista milanese di fatto ormai senese dopo oltre 25 anni di residenza nella città capoluogo, per lunghi anni dirigente presso la RCR e ora presidente di Federmanager Siena. Saranno esposte circa una ventina di nuove opere nella maggior parte delle quali l’uso del cristallo è diventato preponderante.
La presentazione della mostra è a cura della critica d’arte Doretta Cecchi: “Umberto Trezzi è da sempre un artista che riflette sull’arte e sugli artisti che ha più amato. Ma dopo la prematura scomparsa del fratello Max pittore anche lui, l’idea di far rivivere l’opera del fratello inserendola nei suoi lavori, contribuisce a dare uno scopo ben preciso a Ube e alle sue riflessioni: le riflessioni sull’arte si accompagnano ai frammenti dell’opera pittorica del fratello. E in questo contesto si affaccia l’esperienza con il cristallo. Attenzione però: quando si dice cristallo non si intende qui, nella scelta dell’artista, la materia scintillante di mille luci arcobaleno che si sprigionano dai mille tagli a diamante, qui si parla del cristallo più simile a un minerale che al manufatto. Quello tutto da scoprire nella sua matericità, quello appena raffreddato dalla fusione, con le sue inclusioni, che ognuno di noi può vedere o non vedere. Qui il cristallo è, per l’artista, come un universo in evoluzione che contiene però in sé tracce del già accaduto. Nascono le nuove riflessioni sull’arte nel doppio significato che il gioco linguistico permette: considerazioni a mente libera sul proprio e altrui gesto artistico, sul suo operare e quello di Max, sul permanere di un’ispirazione attraverso il tempo e il risultato che ne deriva, e le trasformazioni dell’elaborato, colte da chi guarda e dall’artista, dovute ai materiali riflettenti usati, supporti o parte integrante dell’opera stessa. L’opera così diventa catalizzatore di una scelta personale e inizio di una personale riflessione”.