Così un intervento del gruppo Siena Cambia.
“Nel ciclo di iniziative promosse da Siena Cambia sul tema della riforma sanitaria, già dal novembre 2014, sono stati analizzati problemi e criticità nell’intento di armonizzare questioni gestionali ed esigenze del territorio. La domanda centrale che dobbiamo porci riguarda tuttavia l’attuazione della riforma, nel suo complesso, nel lungo periodo, quando le realtà territoriali assumeranno sempre maggiore rilevanza e risorse. Non per mero campanilismo, ma per una visione più ampia della estrema aziendalizzazione della sanità, deve essere difeso il naturale ruolo centrale dell’Università come guida culturale, scientifica e formativa; ruolo che soltanto il territorio senese può rivestire. I futuri percorsi sanitari – cuore della prevista riorganizzazione del sistema – non potranno che essere tracciati sulla base di un solido legame e di una unità strategica tra conoscenze, gestionali e cliniche, in parte derivanti anche dalla ricerca applicata, ed esigenze territoriali, nel rispetto di una imprescindibile continuità di formazione clinica di eccellenza. Risulta pertanto inconcepibile separare il “cuore” gestionale dell’ASL dalla “mente” accademica e formativa, così come appare basilare affermare che l’imprescindibile diritto alla salute debba essere garantito in modo capillare, senza penalizzazioni per chi abita le aree più periferiche. Centralizzazione e garanzia di equità nell’accesso e nella qualità dell’assistenza sono il vero ossimoro della nuova riforma toscana e anche la sua grande sfida. Auspichiamo, dunque, che il tema venga quanto prima affrontato e sviluppato su queste basi nelle opportune sedi istituzionali”.