15) DA RITA PETTI UN’INTERROGAZIONE SULLE IPOTESI DI UNA NUOVA ORGANIZZAZIONE DELL’ORARIO SCOLASTICO NEGLI ISTITUTI SECONDARI DI PRIMO GRADO
L’assessore all’Istruzione Tarquini: “Una revisione sollecitata dai rappresentanti dei genitori e già contemplata in molte parti d’Italia, in Toscana e nella nostra provincia”
Il modello di una nuova organizzazione dell’orario scolastico su cinque giorni settimanali, con rientro pomeridiano, per gli istituti secondari di primo grado ha costituito il tema dell’interrogazione orale urgente presentata da Rita Petti (PD). La consigliera ha richiamato il percorso consultivo promosso dall’assessorato all’Istruzione, specificando come “la proposta e l’indagine, rivolte a tutti gli istituti scolastici secondari di primo grado attraverso un questionario anonimo e il coinvolgimento dei Consigli di istituto e dei docenti, veda procedere nell’attuazione della “settimana corta” solo l’istituto “F. Tozzi”, dove gli esiti complessivi dell’indagine conoscitiva, da ritenersi insufficiente, sono invece stati utilizzati come consultazione referendaria vincolante l’adozione per tutte le classi”.
Petti ha espresso le proprie perplessità in merito ai rientri pomeridiani “per aspetti logistici e igienico-sanitari, in quanto i locali non comprendono locali adeguati per la pausa pranzo; per l’indisponibilità di un servizio mensa e inoltre perché, proprio nel pomeriggio, molte scuole svolgono attività di progetto”.
Richiamando il rispetto del patto educativo dell’iscrizione al primo anno e, quindi, la necessità di non ledere il diritto soggettivo e gli interessi delle famiglie interessate, la consigliera ha sottolineato come, invece, “l’adozione di questo nuovo modello configuri una forzatura lesiva per gli studenti e le loro famiglie non concordi” e ha rivolto alcune domande all’amministrazione: in particolare, “quali siano state le motivazioni – ha specificato Petti – per cui l’assessorato ha sentito l’esigenza di procedere con questa ipotesi revisionale dell’orario e quale confronto pedagogico e partecipativo sia stato contemplato”. L’interrogante ha chiesto anche il quadro complessivo dell’indagine, “quali siano state le altre iniziative di informazione e partecipazione rivolte a dirigenti scolastici, insegnanti e famiglie, e come si intenda tutelare il diritto degli studenti che, in funzione delle modifiche, potrebbero essere costretti a cambiare istituto e subire i relativi disagi”.
E’ stata l’assessore all’Istruzione, Tiziana Tarquini, a rispondere ai vari punti sollevati dall’interrogazione, ricordando, innanzitutto, come le ipotesi di revisione dell’orario settimanale siano state sollecitate da parte di gruppi e rappresentanti dei genitori nei consigli di istituto, oltre che a essere già contemplate in molte parti d’Italia, in Toscana e nella provincia di Siena. L’assessore ha quindi riportato nel dettaglio le date e gli esiti dei confronti con i dirigenti dei cinque istituti comprensivi e le forme di coinvolgimento delle famiglie. “Dopo i primi incontri di sondaggio nei mesi di gennaio e marzo 2014 – ha spiegato Tarquini – le proposte sono state valutate sia dagli istituti dal punto di vista didattico-pedagogico e gestionale con i propri organi interni, sia dall’amministrazione comunale dal punto di vista logistico, soprattutto per quanto riguarda i trasporti, ognuno secondo le rispettive competenze. Da questo confronto è emersa come realizzabile l’ipotesi dei cinque giorni, con orario d’ingresso alle 8.25 e di uscita per quattro giorni alle 13.55 e per un giorno lungo alle 16.25. Sulla base di questa ipotesi oraria è stato inviato il questionario alle famiglie”. “Questi i risultati: su 1.356 questionari distribuiti – ha specificato l’assessore – ne è stato restituito l’86%. Tra le espressioni di preferenza, il 46% ha optato per la settimana su sei giorni, mentre il 54% sui cinque giorni con un rientro settimanale. Visto che in tutti gli istituti la maggioranza ha espresso un orientamento positivo, si è deciso di procedere con un incontro tecnico-operativo tra docenti e referenti degli istituti comprensivi per confrontare le diverse analisi effettuate, le ipotesi di articolazione dell’orario per materie, e ottenere un’articolazione oraria più omogenea possibile, ciascuno secondo la propria autonomia scolastica”.
“Nel mese di dicembre 2014 – ha aggiunto Tarquini – tutti gli istituti scolastici avevano rinunciato all’idea di proseguire con la settimana corta per la contrarietà dei rispettivi collegi dei docenti, mentre il “Mattioli Petriccio”, facente parte dell’istituto comprensivo “F. Tozzi”, ha espresso l’intenzione di proseguire sulla strada della sperimentazione”.
“Dopo aver ricevuto la lettera di 16 genitori che hanno espresso la loro contrarietà alle ipotesi di modifica – ha concluso l’assessore – ho interpellato la preside, Angela Contestabile, che mi ha rassicurato sulla correttezza e la completezza dell’iter procedurale, rispettoso delle competenze e delle decisioni assunte dagli organi collegiali. E’ stata istituita una Commissione mista genitori-docenti per la valutazione della proposta dal punto di vista didattico, logistico e organizzativo fin dal febbraio 2014. Dal percorso di lavoro, durato alcuni mesi, è scaturito il progetto didattico-pedagogico poi approvato in dicembre dal Consiglio d’Istituto”.
Petti si è dichiarata non soddisfatta della risposta “per gli stessi motivi per cui ho presentato l’interrogazione: non si può non rispettare quanto pattuito all’atto dell’iscrizione, anche in merito alle modalità orarie di svolgimento delle lezioni, soprattutto quando una risicata maggioranza decide a scapito di una minoranza”. “Ritengo che questo tipo di innovazioni siano utili – ha concluso la consigliera – se fatte per motivazioni pedagogiche e non solo in base ai criteri di spending review: molto più dignitoso sarebbe stato dire che anche per il Comune questa sarebbe stata un’occasione di risparmio”.
14) IL CONSIGLIO COMUNALE APPROVA IL REGOLAMENTO PER LE COMMISSIONI MENSA SCOLASTICA
Il Consiglio comunale ha approvato, il Regolamento per il funzionamento delle due commissioni mensa, una per gli asili nido e una per le scuole dell’infanzia e primarie, previste dalla Carta dei servizi educativi del Comune. Il documento è stato integrato con un emendamento votato all’unanimità e presentato da Pasqualino Cappelli (Siena Cambia), nella sua qualità di presidente della Commissione Programmazione, Bilancio e Affari Generali. L’emendamento, nel rafforzare la presenza dell’amministrazione all’interno delle commissioni, vista l’aggiunta in ciascuna delle due di un consigliere di maggioranza e uno di minoranza, ha anche previsto la pubblicizzazione dei lavori e la modalità dei controlli che queste svolgeranno.
Il regolamento, al fine di garantire efficacia e trasparenza all’azione amministrativa, e la condivisione di percorsi finalizzati al monitoraggio della qualità del servizio, fissa le modalità di funzionamento delle due commissioni per poter vigilare al meglio sulla qualità e quantità dei pasti somministrati nelle strutture scolastiche. Un valido strumento per consentire ai genitori di essere informati sull’alimentazione che i bambini ricevono a scuola, ma, anche, per stimolare con eventuali osservazioni l’Ente al miglioramento della qualità del servizio e della sua corretta gestione.
13) UN’INTERROGAZIONE DI ANDREA CORSI SULLA REVOCA DELL’AFFIDAMENTO DEI SERVIZI DEL SANTA MARIA DELLA SCALA ALLA SOCIETA’ “INTREPIDO”
L’assessore alla Cultura Vedovelli: “Abbiamo dovuto prendere atto che mancava uno dei requisiti professionali richiesti per la stessa ammissione alla gara”
La revoca dell’affidamento dei servizi del Santa Maria della Scala alla società “Intrepido” ha costituito il tema dell’interrogazione presentata nella seduta di ieri, martedì 10, da Andrea Corsi (Moderati di Centrodestra) e sottoscritta, oltre che dal collega di gruppo Pietro Staderini, anche da Eugenio Neri e Giuseppe Giordano (Siena Rinasce), Michele Pinassi (Siena 5 Stelle), Marco Falorni (Impegno per Siena) e Massimo Bianchini (Nero su Bianco).
Corsi, dopo aver stigmatizzato il ritardo nella trattazione della questione che era stata posta come urgente per la scorsa seduta del 18 dicembre, ha chiesto all’amministrazione “se sia stata eseguita una corretta procedura e si consideri corretto e opportuno affidare servizi di rilevanza culturale con bandi di gara al massimo ribasso”.
E’ stato l’assessore alla Cultura, Massimo Vedovelli, a fornire la riposta all’interrogazione: “Il primo elemento che mi preme sottolineare è la particolare attenzione messa in atto dagli uffici competenti, proprio per la complessità e la delicatezza di questo affidamento che riguardava sia i servizi generali, cioè quelli di sorveglianza, biglietteria e portineria, sia i servizi bibliotecari e didattici, nel settore specifico, per un periodo di tre mesi”.
“Per esempio – ha spiegato Vedovelli – i prezzi unitari offerti erano molto inferiori ai minimi tabellari e perciò il Servizio Gare e Appalti ha richiesto di dimostrare la congruità dei prezzi. Sulla base dei giustificativi rimessi, il responsabile del procedimento ha valutato entrambe le offerte pervenute in grado di garantire i minimi salariali definiti dalla contrattazione collettiva nazionale integrativa”.
“Dall’esame della documentazione presentata – ha proseguito l’assessore – a comprova delle autocertificazioni rimesse dai concorrenti in sede di gara, è però emerso che la società “Intrepido” non era in possesso di uno dei requisiti professionali richiesti ai fini dell’ammissione alla gara, e cioè l’avere effettuato nell’ultimo triennio almeno un servizio di didattica museale. La suddetta società aveva, invece, espressamente dichiarato il possesso del requisito, escludendo di voler ricorrere al subappalto. Per giurisprudenza, se il ricorso al subappalto si rende necessario per il mancato autonomo possesso dei requisiti necessari, l’omessa dichiarazione di ricorrere a tale istituto comporta l’esclusione dalla gara. Altre sentenze del 2014 connotano la fattispecie come un’insanabile inadeguatezza dell’offerta”. “L’Amministrazione, pertanto – ha continuato Vedovelli – non ha potuto che prendere atto che la società in questione non era in possesso di uno dei requisiti richiesti per l’ammissione a gara e, di conseguenza, ha proceduto all’annullamento dell’affidamento”.
“Nello specifico oggetto dell’interrogazione – ha concluso l’assessore – il ricorso alla gara al massimo ribasso è sembrato opportuno in relazione alla breve durata temporale dell’affidamento del servizio, per soli tre mesi. Concordo pienamente, invece, sul fatto che i servizi culturali, per periodi di maggiore durata e di maggiore complessità, debbano richiedere un diverso tipo di valutazione, come per esempio quella basata sul criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa”.
Corsi si è dichiarato insoddisfatto “per la revoca avvenuta dopo 18 giorni dall’affidamento, che lascia intendere una chiara responsabilità di non saper amministrare”. “Non avete neanche un’idea da mettere in campo per il futuro del Santa Maria della Scala – ha concluso il consigliere – e ignorate le difficoltà per le persone che vi lavorano, le quali non sanno cosa accadrà dopo il 28 febbraio, quando scadrà il vigente affidamento. Ringrazio comunque l’assessore e spero che si affermi, sempre più, la consapevolezza che, per questioni di tale rilevanza, non si debba procedere esclusivamente con il criterio del massimo ribasso, ma con quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, per garantire un futuro di sostenibilità culturale ed economica”.
12) IL CONSIGLIO COMUNALE APPROVA LA CONVENZIONE TRA I COMUNI DI SIENA E ASCIANO PER I SERVIZI EDUCATIVI
L’assemblea consiliare ha approvato lo schema di convenzione tra il Comune di Siena e quello di Asciano per l’articolazione gestionale dei servizi scolastici nel comprensorio che interessa i due enti, che riguarda, in particolare, la scuola dell’infanzia statale e quella primaria di Arbia (nel comune di Asciano) e la scuola secondaria di 1° grado di Presciano (nel comune di Siena).
La convenzione, già attiva fino a giugno 2014, sarà, quindi, rinnovata fino al 2018, ribadendo la volontà delle due amministrazioni di continuare il rapporto di piena e consolidata collaborazione nella gestione dei servizi scolastici, con una attenzione maggiore rivolta ai plessi presenti in porzioni di territorio comunale confinante, soprattutto per quanto riguarda le attrezzature e gli impianti, il trasporto pubblico e la mensa e i relativi impegni finanziari.
11) LE REVISIONI STATUTARIE DELL’ACCADEMIA MUSICALE CHIGIANA NEL DIBATTITO CONSILIARE
L’assessore alla Cultura, Massimo Vedovelli, ha risposto a un’interrogazione di Eugenio Neri del gruppo Siena Rinasce
Dopo che, lo scorso 4 dicembre, la Commissione Cultura e Scuola ha elaborato, all’unanimità dei suoi componenti, un documento sul percorso di revisione dello statuto dell’Accademia musicale Chigiana, lo stesso argomento è stato dibattuto nella seduta di Consiglio, con l’interrogazione di Eugenio Neri (Siena Rinasce) sottoscritta anche dal collega di gruppo Giuseppe Giordano.
Il consigliere, prima di dare lettura del documento, ha stigmatizzato negativamente le “due velocità all’interno di Fondazione MPS: una rapidissima per la trasformazione privatistica della Chigiana – come ha affermato – e l’altra di disinteresse cinico verso il settore biotech: cinismo e doppia velocità”. Poi, dopo aver ricordato che l’interrogazione era stata presentata in forma urgente per la seduta del 18 dicembre scorso, Neri ha richiamato il valore e il prestigio internazionale dell’istituzione musicale Chigiana, nella quale il Comune è rappresentato da due propri designati nella Fondazione e da uno nel Collegio dei Revisori dei Conti. “In virtù della partecipazione comunale negli organi gestionali dell’Accademia – ha puntualizzato il consigliere – è opportuno che il Consiglio acquisisca i necessari elementi conoscitivi in merito al processo di modifica dello statuto”. Per questo, Neri ha chiesto all’amministrazione “di indicare le modifiche in esame e la loro rispondenza al legato del Conte Guido Chigi Saracini”.
E’ stato l’assessore alla Cultura, Massimo Vedovelli, richiamando la rilevanza culturale della Chigiana, a fornire un quadro generale: “L’avvio del processo di revisione statutaria della Chigiana ha visto l’approvazione, all’unanimità, della prima bozza del documento, da parte del CdA della stessa Fondazione, il 17 ottobre scorso. Il testo, presentato pubblicamente e portato alla conoscenza dei “portatori di interesse” dell’Accademia, è stato considerato una proposta iniziale di un percorso finalizzato all’approvazione definitiva anche attraverso la partecipazione popolare, mediante la diffusione sul web. Il successivo 21 novembre, il presidente di Fondazione MPS, Marcello Clarich, ha convocato un incontro pubblico proprio su tale argomento, nel quale sono stati esposti gli indirizzi generali di revisione risultati dalla riflessione di un gruppo di lavoro costituito su sua stessa indicazione. Il testo, derivante anche dal confronto con le proposte pervenute alla Fondazione, compreso il documento della Commissione consiliare Cultura e Scuola, è stato approvato dalla Fondazione Accademia musicale Chigiana il 22 dicembre scorso ed è attualmente al vaglio della Prefettura per gli adempimenti normativi”.
L’assessore ha quindi fatto riferimento ai documenti e ai dati discussi nel citato incontro pubblico, oltre che a quanto emerso durante la riunione della Commissione consiliare: “Gli indirizzi di revisione – ha specificato Vedovelli – riguardano principalmente tre ambiti: le forme di governo dell’Accademia; gli strumenti giuridici necessari per consentirle una maggiore autonomia economica; i chiarimenti storico-giuridici sul patrimonio della Fondazione Chigiana e sui rapporti originali con l’istituto di credito di diritto pubblico MPS e su quelli attuali con Fondazione e Banca MP. L’attenzione si è concentrata sugli assetti da dare a un’istituzione che dovrà, comunque, operare in un contesto di diminuite erogazioni esterne. Per la parte di confronto storico-giuridico, sono state esaminate le precedenti forme statutarie”.
“Nel frattempo – ha proseguito l’assessore – la Commissione consiliare ha prodotto un documento, contenente indicazioni da far pervenire alla Chigiana, per evidenziare la portata pubblica dell’Accademia come patrimonio consolidato della città. Personalmente, ritengo necessario che siano individuati un progetto e una strategia che mirino allo sviluppo culturale della cittadinanza in ambito musicale e al posizionamento di un’offerta culturale, a livello nazionale e internazionale, che tenga conto del cambiamento delle condizioni contestuali dei panorami musicali, delle competenze richieste, dei mutamenti tecnologici e dei paradigmi della formazione. Questi i motivi principali per una modifica statutaria capace di generare nuove strutture di governo dell’Accademia e mantenere quella posizione di primato in termini di qualità della produzione e della formazione conquistata nel tempo”.
Vedovelli ha concluso con alcune ipotesi di prospettiva: “Rafforzare l’offerta di alta formazione della Chigiana, attualmente concentrata in pochi mesi e, spesso, attuata attraverso l’erogazione di borse di studio, aprendosi ai nuovi potenziali pubblici stranieri, come il Giappone, la Corea e la Cina. Ma anche offrire prodotti di qualità e di originalità tali da mantenere Siena e la Chigiana come insostituibili punti di riferimento a livello dei programmi concertistici: in questa prospettiva, il Comune si impegna a evitare sovrapposizioni e interferenze. L’idea che Siena possa diventare un originale polo o distretto musicale si può concretizzare solo attraverso un percorso di costruzione di precise e specifiche identità da parte delle nostre istituzioni musicali, in una interazione reciproca che possa contribuire allo sviluppo della nostra società”.
Neri si è dichiarato “soddisfatto per la precisione della risposta, ma insoddisfatto nel merito delle modifiche statutarie che vedono ridurre la presenza e il peso degli altri enti territoriali come la Provincia e la Regione”. “Trovo inoltre poco opportuno – ha concluso Neri – che il Comitato esecutivo dipenda solamente dalla capacità di proposta del presidente, per una forma di gestione manageriale poco consona a tutelare l’interesse pubblico. L’auspicio è che la Chigiana riesca ad aprirsi a un mercato in grado di portare contributi e risorse, valorizzandosi sempre più come soggetto dell’industria della produzione culturale cittadina”.
10) PRESENTATA DA CORSI, GIORDANO, BIANCHINI E STADERINI UN’INTERROGAZIONE URGENTE SUL MANCATO INVIO DEI BOLLETTINI POSTALI PER IL PAGAMENTO DELLA MENSA SCOLASTICA
All’attenzione del Consiglio un’interrogazione urgente presentata, questa mattina, da Andrea Corsi e Pietro Staderini (Moderati di Centrodestra), Giuseppe Giordano (Siena Rinasce) e Massimo Bianchini (Nero su Bianco) in merito al mancato invio dei bollettini postali per il pagamento della mensa scolastica.
“La spedizione dei bollettini – ha risposto il sindaco Bruno Valentini – inizierà il prossimo 16 febbraio e saranno raggruppati quattro mesi: ottobre, novembre, dicembre e gennaio”.
Il pagamento dei primi due mesi dovrà avvenire entro febbraio, mentre quello relativo ai mesi successivi entro marzo.
“I bollettini – ha proseguito il sindaco – relativi al servizio degli asili nido per ottobre, novembre e dicembre sono stati già stati spediti lo scorso dicembre e per i mesi di gennaio e febbraio partiranno entro questa settimana”. “Motivo del ritardo – ha evidenziato Valentini – è stata la recente stipula di una nuova convenzione con Poste Italiane che permetterà all’ente un importante risparmio economico, permettendo, inoltre, il pagamento anche attraverso canali telematici”.
“Una risposta – ha commentato Corsi – che disattende quanto comunicatoci dal dirigente in Commissione Cultura e Scuola, quando, alla presenza dell’assessore, ha detto che alle famiglie sarebbe stata data la possibilità di pagare in maniera molto dilazionata”.
“Le famiglie stanno aspettando i bollettini da settembre – ha concluso il consigliere – e adesso, dover pagare più mesi insieme, le metterà in difficoltà economica”.
9) SUL LICENZIAMENTO COLLETTIVO DI SIENA BIOTECH L’INTERROGAZIONE URGENTE DI NERI, GIORDANO, CORSI, STADERINI E BIANCHINI
Eugenio Neri e Giuseppe Giordano (Siena Rinasce) hanno presentato, questa mattina, un’interrogazione urgente, a firma anche di Andrea Corsi e Pietro Staderini (Moderati di Centrodestra) e Massimo Bianchini (Nero su Bianco), sulla procedura di licenziamento collettivo del personale di Siena Biotech.
Riferendo quanto appreso dalla stampa locale, Neri ha chiesto informazioni circa le iniziative intraprese per la salvaguarda del polo scientifico e dei suoi lavoratori.
“Realizzare sul territorio – ha risposto il sindaco Bruno Valentini – un luogo fertile per la ricerca sulle biotecnologie è un tema che ci ha visto impegnati fin dal nostro insediamento e che deve svilupparsi attraverso la realizzazione di condizioni favorevoli, affinché questo possa avvenire in collaborazione con imprese private”.
Valentini ha evidenziato che il progetto è naufragato per il depauperamento delle risorse della Fondazione MPS e che la ricerca, adesso, va fatta attraverso imprese che rischiano in proprio e per tempi lunghi per ottenere i risultati aspettati. Un esempio è quello riportato da Rappuoli per il vaccino contro la meningite B: un investimento durato oltre venti anni, di cui oltre dieci impegnati nella ricerca, per quasi un miliardo di euro di costi.
“Ma Siena – ha proseguito Valentini – è anche la città che ha saputo realizzare il miglior distretto scientifico a livello italiano: Toscana Life Sciences, che ha attratto circa 20 aziende, creando 170 posti di lavoro e con prospettive di crescita. E’ la realtà alla quale guardiamo per recuperare la professionalità delle persone che ancora lavorano a Siena Biotech”.
Nell’informare che il contributo di tre milioni di euro dato dalla Regione Toscana è frutto del lavoro svolto dalle Istituzioni e che servirà a Toscana Life Science per poter utilizzare l’attuale immobile di Siena Biotech, così da poter reintegrare una parte del personale di quest’ultima, ha fatto presente come “la Fondazione MPS, anche su nostra sollecitazione, un anno e mezzo fa aveva elaborato un piano di rilancio per Siena Biotech, destinando circa 5 milioni di euro con un obiettivo di pareggio dei conti entro due anni, purtroppo non raggiunto. E adesso la Fondazione, senza informarci e senza coinvolgere i lavoratori, ha preso la decisione del licenziamento collettivo”.
Il sindaco nel ricordare, ancora una volta, che “la Fondazione non è una dépendance né del Comune, né di altri Enti nominanti, che ha una propria autonomia economica e patrimoniale”, ha sottolineato come ci sia sempre “un’azione di responsabilità per circa 3 miliardi di euro verso i precedenti membri della Deputazione per il cattivo utilizzo del denaro e delle risorse che avevano a disposizione”.
“La Fondazione, a differenza del passato – ha aggiunto Valentini – non va più vista come strumento a disposizione della politica. Adesso il nostro ruolo è quello di dare indirizzi di sviluppo per il territorio di cui la Fondazione potrà ancora essere protagonista”.
Totalmente insoddisfatto per la risposta ricevuta Eugenio Neri che, nel lamentare l’assenza di critiche sulla costituzione e le finalità di Siena Biotech, così come sui 135milioni “bruciati dalla Fondazione su un falsato prospetto di aumento di capitale, che solo lontanamente accennava ai rischi degli stress test”, ha ribadito la necessità di salvare le professionalità dei lavoratori di Siena Biotech per la credibilità del territorio.
“Vogliamo conoscere dalla Fondazione – ha aggiunto Neri – se corrisponde al vero che sono state rifiutate propose di acquisto da parte di enti interessati agli asset di ricerca di Siena Biotech”. “In questi mesi – ha concluso il consigliere – abbiamo cercato, anche con il vicesindaco di portare delle proposte costruttive anche al governatore Enrico Rossi, che non ha risposto. Nessuna risposta fino a ora”.
8) APPROVATE DAL CONSIGLIO ALCUNE MODIFICHE AL REGOLAMENTO SULLA TUTELA DEGLI ANIMALI
Il Consiglio comunale, nella seduta odierna, ha approvato alcune modifiche al Regolamento sulla tutela degli animali. Una revisione resasi necessaria per adeguarlo alle mutate norme regionali e nazionali.
Tra le novità introdotte: norme precise e restrittive a tutela degli animali usati nei circhi, in particolare sugli spazi a disposizione, il divieto dell’uso del fuoco nelle rappresentazioni circensi, e una serie di adempimenti obbligatori per i titolari degli spettacoli itineranti.
Per limitare il randagismo e gli abbandoni di cani e gatti, l’invito ai proprietari e alle associazioni che hanno in cura gli animali di sterilizzarli qualora siano lasciati liberi.
Equiparato l’esercizio del commercio al dettaglio su aree private in sede fissa con quello su aree pubbliche date in concessione.
Disposizioni specifiche anche per gli spazi in cui possono essere detenuti gli animali: i recinti o i box per i cani dovranno essere di almeno 8 mq per ogni esemplare.
Recependo le disposizioni regionali, nel nuovo documento approvato sono state specificate le norme per l’accesso dei cani a tutte le aree pubbliche o di uso pubblico, consentito solo per gli animali condotti al guinzaglio dai proprietari e in possesso della museruola; nelle aree gioco, per motivi di sicurezza e igiene, potranno essere istituiti divieti per l’accesso; ingresso permesso agli animali al guinzaglio e con museruola al seguito in tutti gli esercizi pubblici e commerciali, nei locali e uffici aperti al pubblico, tranne limitazioni, per motivi igienico-sanitari, richieste dagli esercenti stessi.
Introdotta anche una disposizione per coloro che effettueranno lavori di manutenzione a tetti e facciate nel centro storico, perché dovranno porre in opera interventi per dissuadere la sosta e la nidificazione dei colombi di città.
7) IL CONSIGLIO COMUNALE ADOTTA UNA VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO
In considerazione della mutata situazione socio-economica senese, Il Consiglio comunale, nella seduta odierna, ha adottato una variante, per varie zone, al Regolamento Urbanistico finalizzato alla valorizzazione dei beni comunali, mantenendo, comunque, inalterato il livello di attenzione alla valorizzazione e conservazione del centro storico e di tutto il territorio circostante.
Si tratta di cinque interventi che interessano: l’area dell’ex scuola Alfieri, per la quale viene introdotta la destinazione commerciale, nonché la possibilità di ospitare servizi sociali e ricreativi; l’area ex Gas-int con una riqualificazione e riorganizzazione funzionale nella quale sono previste destinazioni miste (servizi amministrativi, culturali, sociali, tecnici, ecc.); gli ex magazzini comunali in via N. Bixio con la previsione di destinazioni miste; l’adeguamento viario in loc. Fango Nero al fine di migliorare la messa in sicurezza dell’intersezione stradale; un edificato di accrescimento fuori Porta Pispini per il quale si contempla il restauro e risanamento conservativo.
6) NESSUN RISCHIO ETERNIT NELLA RETE IDRICA DELL’ACQUEDOTTO DEL FIORA
Il sindaco Valentini ha fornito rassicurazioni sul tema dell’interrogazione presentata da Massimiliano Bruttini
Nella rete idrica del servizio di pubblico acquedotto non si riscontrano presenze di condotte in cemento-amianto. Questa la rassicurazione fornita dal sindaco Bruno Valentini, secondo quanto comunicato dall’Acquedotto del Fiora, in risposta all’interrogazione presentata nella seduta odierna di Consiglio da Massimiliano Bruttini (PD) che aveva chiesto chiarimenti sulla possibilità che le tubature del sistema idrico contenessero tracce di eternit.
Il consigliere, ricordando come l’ARPAT dal 1996 non abbia più competenze in materia, ha sostenuto che per le province di Siena e Grosseto, servite dall’Acquedotto del Fiora, “non si è a conoscenza di alcun intervento da parte del gestore della rete, cui spettano le operazioni di monitoraggio e analisi, sottoposte comunque anche al controllo delle aziende sanitarie”.
Per circostanziare le proprie preoccupazioni, Bruttini ha citato un articolo di stampa del quotidiano “Il Tirreno”, dello scorso mese di ottobre, secondo il quale “non risulta esserci stato nessun rilevamento su tale materia – come ha riportato il consigliere – da parte di Acquedotto del Fiora per i tratti di propria gestione, mentre sappiamo che è, invece, in corso uno specifico approfondimento, effettuato dalla Regione Toscana in stretto contatto con l’Autorità idrica Toscana e le aziende USL”.
“Ringrazio il consigliere Bruttini – ha detto il sindaco Valentini introducendo la sua risposta – che, con questa interrogazione, mi dà la possibilità di chiarire una questione di massima rilevanza per i cittadini e la salute pubblica: non c’è alcun rischio eternit nelle tubature idriche dell’Acquedotto del Fiora”.
Alle sollecitazioni di Bruttini di conoscere l’effettiva situazione della rete, il sindaco Bruno Valentini ha riportato l’esito di alcuni incontri svoltisi a fine 2014 presso la Regione Toscana, alla presenza dei rappresentanti del Settore tutela e gestione delle risorse idriche, della Sanità, dell’Autorità Idrica Toscana (AIT), dell’Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica (ISPO) e del Sistema Informativo Sanitario di Prevenzione Collettiva (SISPC) per sviluppare il programma di attività e di lavoro.
“La premessa fondamentale di questa attività a livello regionale – ha proseguito il sindaco – è che non esistono limiti di legge nella normativa italiana per le acque potabili sulla presenza di fibre nelle acque. Per ora, gli studi a livello internazionale non hanno fornito chiare evidenze di un’associazione fra eccesso di tumori gastrointestinali e consumo di acqua contenente fibre di amianto. Mi preme comunque ricordare che, negli anni ’90, l’ARPAT effettuò una parziale campagna di monitoraggio sulla presenza di fibre di amianto nella rete acquedottistica, che rilevava una presenza di fibre molto contenuta”.
“In prospettiva e in generale – ha aggiunto Valentini – l’ISPO effettuerà una ricerca sugli studi in merito al rischio per la salute umana; l’AIT e il SISPC verificheranno le banche dati della tipologia degli acquedotti, incrociando gli elementi in possesso dei diversi soggetti, comprese le ASL. Sulla rete delle condotte in cemento-amianto esistenti, la cui presenza è nota in alcuni comuni della Toscana, verranno selezionate le reti a maggior rischio di presenza di fibre di amianto, sulle quali saranno effettuate campagne analitiche da parte dei gestori e delle ASL. Infine, laddove saranno rilevate tracce di fibre di amianto nelle acque, si indagherà sulla presenza di amianto stesso nelle acque captate, al fine di identificare l’effettivo apporto derivante dal discioglimento delle fibre dalla rete. Tutte queste informazioni sono comunque presenti sul sito dell’AIT”.
Particolarmente soddisfatto Bruttini “per le rassicurazioni ottenute – come ha esternato il consigliere – che sono talmente importanti da meritare di essere rese pubbliche”.
5) IN CONSIGLIO UN’INTERROGAZIONE DI EUGENIO NERI SUL RECENTE PASSATO DI FONDAZIONE MPS
Il sindaco Bruno Valentini ha riportato in aula i contenuti di una nota del dg Enrico Granata
L’ipotesi dell’esistenza di una manleva, ovvero di un trasferimento di responsabilità, dell’ex presidente di Fondazione MPS, Gabriello Mancini, nei confronti dei vertici di Sansedoni spa è stata oggetto di un’interrogazione presentata nella seduta consiliare odierna da Eugenio Neri e Giuseppe Giordano (Siena Rinasce).
In particolare, Neri, in nome di “un’operazione di verità su quello che succede in Fondazione MPS – come ha sostenuto il consigliere – e sul suo disastroso passato” ha chiesto al sindaco “di fare chiarezza sulla notizia, smentendo o confermando la stessa anche in relazione alla situazione debitoria di Sansedoni spa riportata dai mezzi stampa e delle conseguenze che la stessa potrebbe avere per il patrimonio di Fondazione MPS, in ragione della sua partecipazione societaria”.
E’ stato lo stesso sindaco Bruno Valentini a rispondere all’interrogazione: “Non essendo a conoscenza diretta di quanto richiesto – ha introdotto Valentini – abbiamo scritto al direttore generale di Fondazione MPS, Enrico Granata, di cui riporto i contenuti della risposta. In base alle norme che ne disciplinano lo stato giuridico e i propri atti, Fondazione MPS non può fornire alcun elemento in ordine alla richiesta in oggetto: né confermando, né smentendo l’esistenza della lettera”.
“Come da tempo acclarato in sede di giurisprudenza – ha proseguito il sindaco nella lettura della nota – oltre che di dottrina, le fondazioni bancarie hanno natura di enti privati, rientrando tra i soggetti dell’organizzazione delle libertà sociali e non svolgendo funzioni pubbliche. Anche il Consiglio di Stato, il 3 marzo 2010, si è pronunciato sulla configurazione giuridica delle fondazioni bancarie, escludendo un loro status pubblico: non possono essere considerate organismi di diritto pubblico e, quindi, non sono soggette alla normativa sull’accesso agli atti amministrativi contemplata dalla legge 241/1990”.
“Pertanto – ha concluso Valentini – corrispondere a quanto richiesto nell’interrogazione, che si sostanzia in una richiesta di accesso a uno specifico atto, configurerebbe un comportamento senza fondamento giuridico e pertanto censurabile. A titolo personale, posso comunque sostenere che, se quanto riportato fosse vero, si tratterebbe di un fatto gravissimo ed esecrabile”.
“Ci aspettavamo questa mancata risposta – ha ribattuto Neri – da parte dei vertici di Fondazione MPS, i quali continuano a mantenere un atteggiamento snobistico e di sufficienza nei confronti dell’istituzione comunale. Per questo, riteniamo ancora più valido l’invito che abbiamo già rivolto ai rappresentanti del Comune in Deputazione affinché lascino il loro posto, riconoscendo che il rapporto tra la città e Palazzo Sansedoni si è ormai rotto”.
4) LE STRATEGIE DI PREVENZIONE DELLE MALATTIE SESSUALMENTE TRASMISSIBILI TEMA DI DIBATTITO CONSILIARE
L’assessore alle Politiche giovanili Tiziana Tarquini ha risposto a un’interrogazione di Michele Pinassi
Oltre 100mila le persone sieropositive in Italia; ogni anno, 4mila i nuovi infetti dal virus dell’HIV, per un fenomeno complessivo che comporta una spesa sanitaria stimata tra i 7mila e i 12mila euro annui.
Partendo da questi e altri dati forniti dall’Istituto superiore di Sanità, Michele Pinassi (Siena 5 Stelle) ha presentato un’interrogazione in merito alle strategie di prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili.
Pinassi ha sottolineato l’importanza degli aspetti informativi ed educativi, ricordando come la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ritenga prioritario “promuovere campagne sulle infezioni sessualmente trasmesse e sui fattori di rischio e di attività di educazione alla salute sessuale”. Il consigliere ha toccato anche il tema delle gravidanze indesiderate, ribadendo che “il profilattico è ancora il mezzo più efficace per contrastarle, oltre che per prevenire la diffusione di molte malattie”.
“Inoltre, considerato che dal Rapporto nazionale sulla condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza risulta che circa il 50% dei ragazzi ha avuto il primo rapporto sessuale tra gli 11 e i 15 anni di età – ha proseguito Pinassi – mentre continuiamo a registrare una certa reticenza delle istituzioni, scuola compresa, ad affrontare una tematica di fondamentale importanza per il presente e il futuro della nostra società”, il consigliere ha chiesto all’amministrazione “come intenda procedere, e con quali azioni, per promuovere percorsi di educazione sessuale e di prevenzione negli istituti scolastici cittadini”.
L’assessore all’Istruzione e alle Politiche giovanili, Tiziana Tarquini, partendo da un’esamina sulle caratteristiche e le modalità di trasmissione del virus dell’HIV, ha riconosciuto “quanto sia fondamentale predisporre piani di comunicazione rivolti ai giovani ma anche agli adulti sessualmente attivi, che spesso scoprono la propria sieropositività solo quando si manifesta la malattia. Campagne di informazione ed educazione – ha proseguito l’assessore – che devono essere realizzate da operatori specializzati del settore socio-sanitario, come nel caso di quelle svolte dall’USL 7 mediante la propria struttura consultoriale e attraverso la sezione aziendale di Educazione alla Salute”.
“Le attività rivolte agli adolescenti nell’ambito del “Consultorio Giovani” – ha continuato Tarquini – si concretizzano nella specialistica ambulatoriale di ginecologia, ostetricia e psicologia. Dal profilo facebook del Consultorio si può scaricare anche l’applicazione per smartphone “I love safe Sex”, che consente di ottenere spiegazioni e risposte alle domande più ricorrenti”. “C’è poi il progetto “Affettività e Sessualità” – ha concluso l’assessore – con un calendario di incontri formativi e informativi negli istituti, realizzato dall’USL 7 in collaborazione con l’Ufficio scolastico provinciale, che nell’anno scolastico 2013/14 ha coinvolto 25 classi delle Medie e 32 delle Superiori nell’ambito territoriale della Zona Senese. L’obiettivo primario del progetto è proprio quello di diffondere la conoscenza sui comportamenti sessuali sicuri, come l’uso di profilattici e di contraccettivi per la prevenzione delle gravidanze indesiderate e delle malattie sessualmente trasmissibili”.
“Ringrazio per la risposta, ma sono deluso – ha ribattuto Pinassi – perché, nonostante si tratti di una questione principalmente di natura sociosanitaria, non possiamo demandare tutto alla USL. Visto che la problematica non interessa soltanto i giovani, è necessaria un’azione informativa ed educativa che coinvolga tutta la cittadinanza. Da questo punto di vista, il Comune può fare molto di più, essendo comunque il sindaco il primo responsabile sanitario a livello territoriale”.
3) STADERINI CHIEDE INFORMAZIONI SUL FENOMENO DELL’ACCATTONAGGIO
“Che tipo di monitoraggio ha messo in atto l’amministrazione sul fenomeno dell’accattonaggio?”. Con questa richiesta Pietro Staderini (Moderati di Centrodestra), ha posto all’attenzione del Consiglio comunale un fenomeno in aumento, stante quanto riportato dalla stampa, soprattutto all’Ospedale cittadino alla Stazione ferroviaria e sui sagrati delle chiese, così come il fatto, documentato sui social network, di persone senza apparente fissa dimora che dormono sulle panchine o sul pavimento dell’atrio della Stazione.
Il consigliere, ricordato quanto stabilito nel Regolamento di Polizia Municipale, dove all’art. 35 si “proibisce la raccolta di elemosina con petulanza, esponendo cartelli, ostentando menomazioni fisiche e con l’impiego di minori o animali”; e richiamando “il dovere morale da parte dell’Amministrazione di contrastare con qualsiasi mezzo situazioni di disagio sociale, dando aiuto e supporto alle persone in difficoltà”, ha messo in guardia contro certi “professionisti dell’accattonaggio che utilizzano questa pratica al fine di compiere atti delittuosi”.
Relativamente al problema evidenziato ha chiesto se dalle “risultanze ottenute siano emersi casi di emergenza sociale e quali, nel caso, le soluzioni adottate; se si evidenziano fenomeni di sfruttamento, se si sono registrate violazioni al Regolamento di Polizia municipale e al Codice Penale”. Infine “quale attività di contrasto è messa in atto per arginare la situazione e quanti i casi indirizzati ai servizi sociali”.
L’assessore alla sicurezza e Polizia municipale Mauro Balani nell’informare che l’attività di controllo da parte dei Vigili urbani viene svolta con regolarità, compatibilmente con la disponibilità di personale e le esigenze del servizio, ha informato su come “il fenomeno sia, per il momento, abbastanza sotto controllo e monitorato con assiduità, sia su segnalazioni dei cittadini sia con servizi mirati nelle zone maggiormente esposte al problema, come il Policlinico e il centro storico”.
Un controllo esteso anche a iniziative che dietro presunti scopi umanitari, come la raccolta di fondi di vario tipo, possono celare attività illegali o irregolari. Il servizio messo in atto provvede all’identificazione, e in base alla circostanza, all’allontanamento, sanzionamento o defezione all’autorità giudiziaria.
“In alcuni casi – ha proseguito Balani – viene contestato l’art. 660 del Codice Penale (molestia o disturbo alle persone), oppure la violazione di norme regolamentari comunali, ma anche il reato di truffa e lo sfruttamento di minori”.
Dal 3 gennaio all’11 dicembre 2014 sono state contestate 24 violazioni alle norme del Regolamento comunale, 9 per accattonaggio, 10 per raccolta fondi non autorizzata, richiesto l’allontanamento per 10 persone, mentre tre sono state deferite all’autorità giudiziaria.
“L’assessore al Sociale Anna Ferretti – ha concluso Balani – tramite la Società della salute senese ha in atto una serie di risposte alla povertà estrema che vanno dall’accoglienza notturna alla possibilità di fare una doccia e cambiare il vestiario.
In questi giorni di intenso freddo gli operatori della Caritas si stanno recando alla Stazione per portare bevande calde e verificare se tra chi dorme lì ci sono persone bisognose di un intervento sociale ed infatti due sono state accolte per tre notti nella casa di accoglienza notturna e poi aiutate a raggiungere i luoghi dove volevano recarsi”.
Soddisfatto per la risposta ottenuta Pietro Staderini che ha specificato come la sua interrogazione mirava a reprimere e prevenire condotte contrarie alla legge e, al contempo cercare di “governare” casi sociali “che devono, comunque, essere ben considerati e dove possibili risolti. La vigilanza fatta dalla Polizia municipale sicuramente dimostra attenzione da parte dell’Amministrazione comunale”.
2) IL SINDACO VALENTINI INFORMA IL CONSIGLIO SUL PROGETTO “NEGOZIO SOCIALE”
Durante l’odierna seduta consiliare Giuseppe Giordano ed Eugenio Neri (Siena Rinasce) hanno chiesto informazioni relativamente al “negozio sociale” per il quale lo scorso giugno era stata approvata una mozione finalizzata alla sua realizzazione.
“A Siena – ha risposto Il Sindaco Bruno Valentini – esiste da diversi anni una rete di associazioni di volontariato laico e cattolico (Misericordia, Caritas, Volontariato Vincenziano, Croce Rossa, AUSER, ecc.), che lavora nei servizi di assistenza per aiutare persone e famiglie che hanno bisogno”. “Lavorare in rete – ha specificato – significa che queste associazioni, a seconda del servizio che svolgono, si raccordano con il servizio sociale del Comune e con questo concordano gli interventi da effettuare e a favore di chi, così da evitare che alcune persone ricevano molto e altre poco”.
Attualmente i nuclei familiari seguiti sono circa 90 (metà dei quali con minori), e a questi vengono donati generi alimentari, vestiario, biancheria; in alcuni casi alcune associazioni riescono a fornire loro anche mobilio e elettrodomestici in buono stato.
“Una concreta e fruttuosa sinergia – ha proseguito Valentini – dalla quale è emersa anche l’ipotesi di creare un unico punto di distribuzione, così da dar seguito alla mozione approvata, ma dato che nessuna delle associazioni aveva un luogo idoneo, così come lo stesso Comune, abbiamo individuato un locale di proprietà dell’ASP Città di Siena che richiede, però, l’effettuazione di alcuni lavori per una spesa di circa 15mila euro”.
Una cifra non alta, ma significativa per il bilancio comunale. “In accordo con le associazioni – ha continuato il primo cittadino – abbiamo deciso di prendere una pausa di riflessione per comprendere bene, al di là della spinta ideale, in che modo associazioni così diverse fra loro possano collaborare. Nell’affinare il progetto, infatti, sono emersi problemi di compatibilità statutaria nell’agire come unica realtà. Comunque è anche da tener presente che il servizio viene già svolto bene e che alcune Associazioni hanno più punti di distribuzione, e questo fa sì che non si creino affollamenti e, al contempo, venga garantito un certo livello di privacy per coloro che si trovano in situazioni di povertà”.
Nel frattempo lo scorso gennaio è stata pubblicata una delibera della Giunta regionale che invita il Diritto allo Studio a stipulare un protocollo di intesa con i Comuni di Pisa, Firenze e Siena per l’utilizzo dei pasti non distribuiti nelle mense universitarie, e su questo l’assessorato sta prendendo contatti per capire la portata dell’iniziativa e la possibilità di rivalutare l’idea dell’emporio. “Un emporio incentrato sullo scambio e non sull’uso del denaro. Si scambiano beni a fronte di eventuali prestazioni di volontariato – ha precisato il Sindaco -, perché va incentivato lo spirito di aiuto e condivisione. Ogni persona è capace di dare qualcosa. Da tener presente, inoltre, che il Comune di Siena, insieme alle amministrazioni della zona senese, sostiene, con un contributo economico, il progetto della Caritas diocesana “ Guardarsi intorno”, che prevede accoglienza notturna per uomini, accoglienza per donne in emergenza, un servizio mensa e la possibilità di docce e cambi per uomini.
Giuseppe Giordano, nel ringraziare per la dettagliata risposta, e comprendendo le difficoltà organizzative, di mettere insieme soggetti diversi ha fatto presente che “visto lo stato dell’arte sulla mozione presentata, e cioè l’individuazione di un locale idoneo, credo che questo sforzo debba essere portato a termine, anche perché 15mila euro rispetto all’impatto sociale che
l’iniziativa può avere ci sembra poca cosa”. “Non vorrei – ha proseguito – che il fine vero della mozione fosse inficiato rispetto alla volontà iniziale. Il negozio sociale, su cui il Consiglio Comunale ha chiesto l’impegno dell’amministrazione, vuole essere un punto dove i prodotti non esauriti della grande distribuzione possano essere acquistati e rivenduti a prezzi più bassi di quelli di mercato, così come avviene in altri paesi, ma anche in alcuni comuni del nord Italia. Quindi mi dichiaro parzialmente soddisfatto. Soddisfatto perché la mozione ha fatto da stimolo nel portare avanti i lavori della Giunta; insoddisfatto perché ho percepito che il progetto inizialmente pensato possa essere modificato. Verificheremo quanto verrà realizzato”.
1) LO STATO DEI LAVORI E IL RISCHIO PEDAGGIO SULLA SIENA-GROSSETO IN UN’INTERROGAZIONE DI MICHELE PINASSI
L’assessore alla Mobilità, Stefano Maggi: “Entro il 2016 la conclusione del maxilotto; stanziati dalla Regione 247 milioni di euro per il completamento degli ultimi due lotti”
I principali collegamenti viari della città e, in particolare, la E78 “Grosseto-Fano”, comprensiva del tracciato Siena-Grosseto, sono tornati all’attenzione del Consiglio comunale con l’interrogazione di Michele Pinassi (Siena 5 Stelle) sulla società Centralia e sulla possibilità che, su tale strada, definita dallo stesso consigliere “una delle grandi incompiute opere italiane”, venga istituito un pedaggio.
“Alcuni mesi fa – ha introdotto Pinassi – la stampa ha riportato la notizia della costituzione di Centralia, società pubblica partecipata al 55% da Anas e al 15% dalle regioni Toscana, Marche e Umbria, che ha il compito di selezionare, tramite una procedura a evidenza pubblica, il soggetto privato al quale affidare la subconcessione della E78, allo scopo di completarla e gestirla”.
“Considerato che, per il completamento degli ultimi due tratti – ha proseguito il consigliere – per il raddoppio della Siena-Grosseto, sembrano essere stati stanziati 247 milioni di euro pubblici e che, come dichiarato dall’assessore regionale ai Trasporti, Vincenzo Ceccarelli, vi è la possibilità che tale arteria venga messa a pedaggio da Regione e Governo, dopo che Centralia avrà valutato e scelto un progetto”, Pinassi ha stigmatizzato “l’uso di soldi pubblici per la realizzazione di infrastrutture che vengono, poi, affidate alla gestione di privati che ne traggono guadagni”. Il consigliere ha chiesto anche all’Amministrazione “come intenda agire per scongiurare l’applicazione del pedaggio sulla E78, in particolare sul tratto Siena-Grosseto” e “se si conoscono – ha concluso Pinassi – i tempi per l’ultimazione del raddoppio dei lotti 9 e 4”.
L’assessore alla Mobilità, Stefano Maggi, dopo aver ricordato le caratteristiche strutturali della strada interregionale E78, che interessa il territorio senese anche nel tracciato Siena-Rigomagno della Siena-Bettolle, è entrato nel merito dei lotti 9 e 4 della Siena-Grosseto: “Il primo – ha dettagliato Maggi – misura 11,8 km: va dalla località Potatine fino al bivio di Orgia-Rosia ed è stato implementato con una rotatoria da Anas, per motivi di sicurezza, fino alla realizzazione del passante a 4 corsie. Il secondo, invece, misura 2,8 km e va dallo svincolo di Civitella Marittima fino alla località Lanzo, dove inizia il cantiere del maxilotto. I 247 milioni stanziati dovranno finanziare proprio l’ultimazione di questi lotti, al momento ancora in fase di progettazione. Diversa è invece la situazione del maxilotto e delle sue grandi opere, efficacemente realizzate da un’impresa austriaca che ha dichiarato di voler chiudere il cantiere entro il 2016”.
L’assessore Maggi ha quindi proposto una riflessione di ordine generale: “Il completamento della E78 richiede ingenti capitali, così come, in prospettiva, la sua manutenzione ordinaria e straordinaria: è giusto che questi investimenti ricadano sulla fiscalità generale? Queste decisioni saranno comunque prese dallo Stato e da Anas; l’importante è che si concretizzi il finanziamento per la conclusione dei tratti 9 e 4”.
Pinassi si è dichiarato “soddisfatto per la completezza della risposta dell’assessore, ma perplesso sul suo stesso contenuto”. Il consigliere ha, quindi, sollecitato l’amministrazione “perché, pur riconoscendone la mancanza di titolarità sulle modalità di assegnazione dell’appalto – ha specificato il consigliere – la Siena-Grosseto interessa fortemente la città”. “Ribadisco infine il mio disappunto – ha concluso Pinassi – per i processi di privatizzazione che assegnano la gestione di opere pubbliche a soggetti privati, come in questo caso. La tariffazione stradale in Italia è tra le più care, mentre le società concessionarie delle autostrade fanno utili strabilianti”.